lunedì 14 dicembre 2015

IL SAPONE LIQUIDO FATTO IN CASA CON IL METODO A FREDDO- RICETTA SEMPLICE

La scorsa settimana, nel mio gruppo facebook Il Sapone liquido fatto da me, Anna Colaprice, bravissima saponaia, sollevò alcune perplessità circa la produzione del sapone liquido fatto in casa.
Facendosi portavoce della maggior parte dei saponai, Anna mise in evidenza la sua particolare difficoltà a cimentarsi nella preparazione del sapone liquido a causa del lungo procedimento, dell'uso di attrezzature meno comuni, di tecniche e metodiche più elaborate, nonché la paura di utilizzare un alcale, il KOH (idrossido di potassio), la cui reazione in acqua è un pò più virulenta rispetto al suo cugino idrossido di sodio (NaOH=soda caustica); insomma Anna sostiene che il sapone solido è certamente più pratico da preparare rispetto a quello liquido.
Nulla da obiettare, in quanto anche io, ho affrontato le stesse problematiche tanto che, prima di produrre il mio primo sapone liquido, ho conservato per ben due anni il KOH senza mai utilizzarlo.
Indubbiamente, la lunga cottura della pasta di sapone, la preparazione della soluzione alcalina, il test di chiarezza e la successiva diluizione, spaventerebbe chiunque, non solo per i lunghi tempi, ma anche per il consumo energetico.
Per quanto sia inusuale produrre la pasta di sapone con il cosiddetto metodo a freddo, ovvero Cold process, è sicuramente il metodo più consigliato per coloro che vorrebbero cimentarsi in questa nuova avventura, ma che hanno gli stessi dubbi di Anna.
Sulla preparazione del sapone liquido con il metodo a freddo ne parlai lo scorso anno qui, e ne ho riparlato nel mio libro Il sapone liquido fatto da me, dove ho espresso alcune perplessità sulla validità di tale metodo.
Siccome sono convinta che solo gli idioti non cambiano mai idea, ho dovuto ricredermi dopo aver sperimentato tale metodo con nuove tecniche.
Il maggiore ostacolo che incontravo, saponificando a temperatura ambiente con idrossido di potassio era dovuto,  soprattutto al mancato raggiungimento del nastro in tempi decenti; inoltre l'emulsione continuava a separarsi facendo fluttuare fiocchi di sapone ed oli sull'acqua. Con la santa pazienza riuscii a recuperare ed, infatti, ottenni un buon risultato.
Oggi, invece, dopo aver acquisito altre nozioni e, dopo aver tanto sperimentato, sono riuscita ad ottenere eccellenti risultati in poco tempo e senza l'eccessivo consumo di energia elettrica o gas.
Grazie a Vivianne Hallett Kay ho scoperto una tecnica, sino ad ora a me sconosciuta e, che io ho sperimentato applicandola alla produzione di una pasta di sapone con il metodo completamente a freddo.
Vivianne prepara tutti i suoi saponi liquidi, o meglio la pasta di sapone, con una soluzione alcalina (con KOH) salata. Cosa significa?
La signora scioglie una certa dose di sale marino (cloruro di sodio ovvero il sale da cucina) in acqua bollente prima di aggiungere l'idrossido di potassio. Ciò le permette di accelerare la saponificazione raggiungendo il nastro in tempi brevi ed, inoltre le permette di diluire la pasta di sapone, specialmente quando questa è composta da oli insaturi, in modo molto veloce, senza sprecare gas inutilmente.
Ora vi spiegherò passo passo il procedimento adottato da me per ottenere il più classico dei saponi liquidi, ossia il sapone all'olio d'oliva 100%.

Per la pasta di sapone :
- 300 g di olio d'oliva
- 63 g di idrossido di potassio (KOH tit.90%) se invece avete un KOH tit. 85% ne dovete inserire 66 g
- 90 g di acqua demineralizzata
- 23 g di sale marino da cucina (cloruro di sodio)
- 20 g di alcool puro
- 20 g di glicerina

Procedimento :
Innanzitutto ho fatto bollire i 90 g di acqua demineralizzata in un contenitore piuttosto profondo e, mentre questa era ancora calda ho sciolto i 23 g di sale.
Ho atteso un pò affinché si abbassasse la temperatura della salamoia prima di inserire e sciogliere l'idrossido di potassio. Nell'attesa ho infilato i guanti, ho indossato la mascherina e gli occhialini e quando la temperatura della salamoia me lo ha consentito, ho aggiunto il KOH ed ho mescolato con con cucchiaio lungo per sciolgiere bene l'alcale sino ad ottenere un composto del genere:

Salamoia e KOH

A questo punto, nel solito contenitore dove emulsiono anche i saponi solidi, ho pesato l'olio d'oliva e ci ho aggiunto i 20 g di alcool e i 20 g di glicerina, i quali solventi mi aiutano ad accelerare la saponificazione e a raggiungere il nastro in tempi brevi. Infatti, appena ho versato la salamoia alcalina ed ho cominciato ad emulsionare con il minipimer, ho raggiunto il nastro in tre minuti netti.

Il nastro

Ho versato il composto in un contenitore di plastica che ho chiuso con coperchio e, che successivamente, ho avvolto con coperte di lana.

Contenitore per la pasta di sapone

Il mio lavoro è finito! Il tempo necessario per preparare la pasta di sapone è identico a quello che si impiega per produrre qualsiasi sapone solido.
Ho posto il contenitore al calduccio, anzi se devo essere sincera, l'ho messo su un termosifone affinché la chimica facesse il suo lavoro.
Dopo tre giorni ho controllato il mio intruglio per verificare se la pasta di sapone avesse raggiunto la cosiddetta fase gel, ed infatti è risultata traslucida.

Pasta traslucida
Consapevole del fatto che il test di chiarezza non sarebbe mai stato limpido e cristallino a causa dei sali insolubili, ho voluto comunque farlo.

test di chiarezza e consistenza

Come potete notare dalla foto, il composto è piuttosto torbido e quindi per esser certa che il mio alcale fosse stato neutralizzato, ho misurato immediatamente il pH, che con mia grande sorpresa mi ha dato subito un risultato tra 8.5 e 9. Nello stesso tempo ho atteso per verificare l'eventuale presenza di acidi grassi liberi, che se ci fossero stati, sarebbero comparsi sulla superficie del liquido. Ciò non è accaduto, quindi ho dedotto immediatamente che la mia pasta di sapone era pronta per essere diluita.
Non so se dalla foto si nota anche la consistenza "gellosa" del sapone.
Comunque son passata a diluire un piccolo lotto di pasta di sapone perché ero fin troppo curiosa di vederne i risultati.

Per la diluizione :
- 100 g di pasta di sapone
- 500 g di acqua demineralizzata

Procedimento :
Ho versato l'acqua in una comune pentola che ho posto sul fuoco a bollire, ho, poi, abbassato la fiamma al minimo, e ci ho aggiunto la pasta di sapone. Ho mescolato delicatamente con cucchiaio per evitare il formarsi di un'eccessiva schiuma e, con mio grande stupore, la pasta ha cominciato a sciolgiersi sotto ai miei occhi, senza formare, come di solito fa, blocchi di "gelatina" durissimi, difficilmente solubili in pochi minuti.
Quando, sul fuoco, il mio sapone ha iniziato a "sbuffare", cioè a ribollire producendo schiuma, ho spento ed ho continuato a mescolare delicatamente per sciogliere gli ultimi grumi. Il tutto si è diluito in poco più di 10 minuti.
Ho lasciato raffreddare e, man mano, il liquido assumeva consistenza e diventava sempre più lattiginoso.

La diluizione
Dopo la diluizione, però, mi è sorto un dubbio: "questo sapone produrrà schiuma?". Ebbene son passata a verificarlo sciogliendone un cucchiaino in un pò d'acqua di rubinetto a temperatura ambiente; ho agitato energicamente con un cucchiaio e con mia meraviglia ho visto formarsi una bellissima schiuma soffice e durevole, tanto che è rimasta nel pentolino per oltre 5 minuti.

La schiuma

Appena la temperatura me lo ha consentito, ho travasato il tutto in una bottiglietta d'acqua trasparente, affinché potessi tenere sotto controllo l'evolversi della faccenda.

Il travaso
Il sapone è pronto, per cui, a questo punto, manca solo il test finale: l'effetto sulla pelle.
E qui ci sono un paio di considerazioni da fare.
Il sapone, così come è, è sorprendentemente bavoso, il che potrebbe piacere, ma a me, personalmente non piace. Comunque mi ci son lavata le mani e, quell'effetto "bava" iniziale non mi piace proprio, per quanto, poi il sapone risulti delicato e produca abbondante schiuma.
Poi son passata ad usarlo sotto la doccia con la mia spugnetta preferita e lì, mi sono ricreduta. Ovviamente, il sapone, messo sulla spugnetta, che poi ho passato sotto l'acqua corrente, non mi ha dato la sensazione di "rivestirmi" di bava, ma mi ha "affogata" in una schiuma soffice e delicata, nonostante ne abbia usato pochissimo.
Per cui, come bagnoschiuma o doccia schiuma lo trovo strepitoso, ma per le mani no, quindi mi sono adoperata per modificare quel tipo di consistenza "bavosa" per poterlo utilizzare come sapone per le mani.
Cosa ho fatto, dunque per ovviare a tale problema?
Ho solo aggiunto dell'alcool puro in una percentuale del 10%, ovvero 10 ml di alcool puro per ogni 100 ml di sapone giù diluito e freddo. In pratica nella mia bottiglietta di plastica ho inserito l'alcool necessario, ho chiuso ed ho agitato sino ad ottenere, finalmente, il mio sapone liquido per le mani.
Ovviamente, la consistenza del sapone è cambiata e, pur rimanendo "gellosa" non ha assolutamente più la consistenza di una bava; oltretutto, il sapone ha assunto un aspetto semitrasparente, grazie al solvente utilizzato e, nonostante la presenza di alcool, continua a produrre una stupenda schiuma.

Sapone liquido per le mani

Spero che questo semplicissimo procedimento, possa far cambiare idea alla mia amica Anna e a tutti i saponai che ancora non si sono cimentati nella produzione del sapone liquido per le ragioni esposte all'inizio dell'articolo.
Ci ho mesoo molto di più a scrivere questo articolo, anziché a produrre il mio sapone liquido per le mani.

venerdì 4 dicembre 2015

BAGNOSCHIUMA IMMORTELLE

BAGNOSCHIUMA IMMORTELLE
Premesso che non credo affatto nelle proprietà "curative" di un sapone, il quale ha solo la funzione di lavare e detergere, talvolta, mi lascio prendere la mano ed utilizzo ingredienti "preziosi" per formulare i miei saponi.
Mi ritrovavo in casa un eccessivo quantitativo di oleolito di elicriso, composto da più oli vegetali.
Dopo aver fatto unguenti, pomate, creme, shampoo di ogni genere con questo prezioso oleolito, volevo cimentarmi nella produzione di un sapone liquido, ma ahimé non ricordavo le percentuali degli oli utilizzati per la macerazione del vegetale in questione, per poter calcolare esattamente l'indice di saponificazione.
Avvalendomi di una media matematica ho calcolato il SAP del KOH di quest'oleolito con un valore approssimativo che si aggira intorno allo 0,1900 g per grammo di olio vegetale ed ho applicato un metodo, tipicamente americano, per garantirmi l'intera saponificazione di tutti gli acidi grassi, ovvero ho apportato un eccesso di KOH alla formula.
Ho preso il mio solito taccuino ed ho iniziato a formulare.

BAGNOSCHIUMA IMMORTELLE

PER LA PASTA DI SAPONE

  • 200 g di olio d'oliva
  • 250 g di oleolito di elicriso in oli polinsaturi misti
  • 150 g di olio di cocco
  • 300 g di olio di ricino
  • 200 g di sapone solido 100% cocco grattugiato
  • 560 g di acqua demineralizzata
  • 208 g di KOH (idrossido di potassio) con titolo di purezza 90% e con eccesso del 5%
  • una tazzina di caffé di tintura alcolica (TA) di elicriso*
  • 30 di sodio citrato in polvere
* TA di Elicriso= in un vasetto di vetro a chiusura ermetica, fate macerare l'elicriso (secco o fresco) con alcool puro per uso alimentare per circa un mese, o anche meno.
Inizialmente ho grattugiato il mio sapone 100% cocco e con uno sconto soda del 15%, mostruosamente brutto, tanto che mi son sempre vergognata di condividerlo!

Sapone solido 100% cocco grattugiato
Ho portato a bollire 200 g di acqua demineralizzata dove, successivamente ci ho versato il sapone grattugiato per farlo sciogliere.
Nel frattempo, ho preparato tutti gli altri ingredienti, in particolar modo, ho versato nella slowcooker tutti i grassi/oli necessari richiesti in formula.
A questo punto mi sono "abbardata" come un'astronauta, ed ho indossato tutti i dispositivi di protezione: occhialini, guanti, mascherina!
In un altro contenitore, ampio e profondo, ho versato i restanti 360 g di acqua insieme a 30 g di sodio citrato in polvere, ed ho portato tutto sul fornello a scaldare. Dopo aver pesato l'idrossido di potassio (KOH) l'ho aggiunto a piccole dosi nell'acqua scaldata, mescolando di continuo, per agevolarne lo scioglimento. Fatto questo, ho unito, ulteriormente, la soluzione di sapone grattugiato sciolta ed ho continuato a mescolare.

Soluzione caustica con soluzione di sapone solido sciolto

Come si evince dalla foto, ho ottenuto, in tal modo, un composto indefinito e, dall'aspetto cremoso. Comunque, non lasciandomi prendere dal panico, ho unito, immediatamente, tale soluzione ai grassi che, avevo inserito precedentemente nella slowcooker.

Grassi e soluzione caustica composta anche da sapone grattugiato e sciolto

A questo punto ho acceso la slowcooker e l'ho impostata sul tasto "Hight" ed ho iniziato ad emulsionare con minipimer (frullatore ad immersione). Nella fase di preparazione della pasta di sapone, quando si utilizza il KOH, è difficile raggiungere il nastro in presenza della maggior parte di oli polinsaturi, quindi, per accelerare la saponificazione ho aggiunto, da subito, la tazzina da caffé di TA di elicriso. Infatti, non ho avuto bisogno di frullare a lungo, poiché ho raggiunto il nastro in pochi minuti.

Il nastro

Non fatevi cruccio se, inizialmente, il composto vi apparirà come una sostanza dall'aspetto "ricottoso", perché durante la cottura e, con la continua manipolazione dell'impasto, otterrete un composto omogeneizzato alla perfezione e, finalmente, ammmassato!

Ammassamento

Durante la prima mezz'ora di cottura, dovrete avere la pazienza e costanza di emulsionare in continuazione sino a raggiungere, appunto l'ammassamento. Ora siete pronti ad abbassare la temperatura, impostando la vostra slowcooker sul tasto "Keep Warm". Da questo momento lasciate in pace la vostra pasta di sapone ed affidatevi alla chimica e, soprattutto al calore.
Dopo circa un'ora la vostra pasta inizierà ad avere un aspetto gommoso e traslucido. 
Nonostante io sapessi che un'ora sarebbe risultata poco favorevole al test di chiarezza, ho voluto, comunque, provarci.

Primo test di chiarezza
Questo test non mi ha convinta affatto perché non riuscivo a vedere chiaramente il sottofondo delle'immagine, né tanto meno il marchio impresso sul fondo della tazzina. Ho misurato il pH ed era ancora 14! Fiùùùùùùùùùù troppo alto! L'alacale non si era ancora neutralizzato per bene durante la fase di cottura. 
Ho proseguito la cottura della pasta di sapone, sempre con la pentola impostata su "Keep Warm", per un'altra ora e mezzo.

Pasta di sapone traslucida

Ho ripetuto il test prelevando un cucchiaino abbondante di pasta di sapone e sciogliendola in mezza tazza di acqua demineralizzata bollente!

Test perfetto
Ora sì che ci siamo! Riesco a vedere benissimo il fondo ed, oltretutto, leggo anche bene il marchio di fabbrica della tazza di vetro :-) Ho misurato il pH e stavolta é uguale a 10! Direi che è perfetto, considerando un eccesso di alcale nell'impasto!
Come è mio solito fare, non diluisco mai la pasta di sapone tutta insieme, ma ne prelevo poco per volta, poiché non amo fare uso di conservanti in un sapone naturale.

PER LA DILUIZIONE
  • 200 g di pasta di sapone
  • 215 g di acqua demineralizzata
  • 25 g di soluzione di acido citrico alla concentrazione del 5%
  • 10 g di TA di elicriso
  • 10 g di alcool puro
  • 5 g di glicerina
  • un cucchiano di sciroppo di zucchero composto da 30 g di zucchero bianco, sciolto in 10 g di acqua demineralizzata bollente.
Ho inserito, in un pentolino, prima l'acqua e la soluzione acida, ed ho portatao a bollore, dopo di che ho unito la pasta di sapone, la TA di elicriso, l'alcool puro, la glicerina e lo sciroppo di zucchero. A fiamma dolcissima, ho mescolato continuamente sino allo scioglimento completo della pasta di sapone, sino ad ottenere un fluido, piuttosto consistente, ma scorrevole. Ho misurato nuovamente il pH e stavolta era uguale a 8! Più che perfetto, direi, per un bagnoschiuma :-)
Consapevole del fatto che la TA di elicriso avrebbe reso torbido il mio sapone liquido, non ci ho pensato due volte prima di aggiungerla :-)

DOPO LA DILUIZIONE
  • 1 ml di o.e di sandalo
  • 4 ml di o.e. di arancio dolce
Ho atteso il completo raffreddamento, prima di aggiungere gli oli essenziali, i quali sono stati mescolati all'intero sapone liquido, delicatamente con un cucchiaino.
Il prodotto finale  si presenta di una consistenza piuttosto "gellosa", dal colore giallo ambra caramellato, tipico del colore rilasciato dall'elicriso e, dall'odore inconfondibile di questo vegetale.. Produce una schiuma gradevole e soffice, lasciando la pelle molto morbida.





sabato 7 novembre 2015

LATTE SCHIUMA ALLE MANDORLE


Latte schiuma alle mandorle
Con l'arrivo dell'autunno sento sempre l'esigenza di un bagno schiuma "coccoloso", morbido e vellutato.
Ho preso il mio solito taccuino ed ho iniziato a formulare:

Latte schiuma alle mandorle

Per la pasta di sapone
  • 400 g di olio di Mandorle dolci
  • 235 g di olio di Vinaccioli
  • 150 g di olio di Cocco
  • 150 g di olio di Ricino
  • 65 g di olio di Karitè
  • 600 g di acqua demineralizzata
  • 222 g di Idrossido di potassio (KOH con titolo di purezza 90%)
  • 30 g di Sodio citrato
Ho inserito tutti gli oli nella crockpot ed ho acceso la pentola impostando il tasto su "High" affinché l'olio di cocco si sciogliesse.
Nel frattempo ho scaldato l'acqua ed il sodio citrato sino a raggiungere più o meno i 40/50°C. Munita di guanti, occhialini, mascherina e grembiule, ho aggiunto l'idrossido di potassio e, a fuoco spento, ho mescolato vigorosamente con un cucchiaio di acciaio inox per sciogliere completamente l'alcale.
Appena la soluzione caustica era pronta, l'ho versata negli oli ed ho iniziato ad emulsionare con il minipimer. Il nastro, in presenza di soli grassi insaturi, non arriva facilmente, per cui ogni cinque minuti circa, emulsionavo col minipimer. Una volta raggiunto il nastro, ho chiuso la pentola ed ho lasciato cuocere per un'ora sempre con temperatura "High", poi ho impostato su "Low" ed ho cotto per un'altra ora. A questo punto ho impostato la pentola su "KeepWarm" ed ho lasciato cuocere per un'ora e mezza sino ad arrivare alla fase gel.
Come di consueto, ho eseguito il test di chiarezza che è risultato immediatamente cristallino.
Ho spento la pentola e, siccome non avevo voglia di diluire subito la pasta di sapone così ottenuta, ho coperto il tutto con un plaid per mantenere il calore sino al giorno dopo.

Per la diluizione
  • 100 g di pasta di sapone
  • 15 g di acido stearico
  • 20 g di sapone solido grattugiato
  • 10 g di cera n° 3
  • 30 g di glicerina
  • 20 g di soluzione di acido citrico al 5%
  • 180 g di acqua demineralizzata
  • 8 ml di fragranza e/o olio essenziale a scelta
Sempre nella crockpot impostata su "High" ho inserito la pasta di sapone, l'acido stearico, il sapone grattugiato, la cera n° 3 e la glicerina ed ho atteso che la cera e l'acido stearico, fossero completamente sciolti. Ho inserito la soluzione di acido citrico ed ho emulsionato con minipimer. Nel frattempo ho scaldato l'acqua e l'ho unita al composto a filo, sempre emulsionando, come se stessi preparando una crema. Dopo aver inserito tutta l'acqua, ho continuato ad emulsionare per altri 5 minuti, "montando" così  il sapone che ha assunto immediatamente il color latte ed, ha preso una consistenza simile ad un latte detergente. L'ho lasciato decantare per due giorni prima di versarlo nell'apposito flacone ed aggiungere così la fragranza scelta.

Latte schiuma alle mandorle
Il pH di questo detergente per il corpo, misura 7.2, quindi, se non volete fare uso di conservanti di origine sintetica, diluitene poco per volta, ovvero il giusto necessario che duri 20/30 giorni. 
In casa mia siamo solo in due e, tra doccia giornaliera e mani lo consumiamo in meno di venti giorni.
Comunque è un Latte schiuma fantastico, lascia la pelle vellutata, profumata e, soprattutto non "tirata". Produce una schiuma abbondante e persistente che ti avvolge con le sue bolle "coccolose".


domenica 11 ottobre 2015

MUFFIN ALLE GOCCIOLE DI CIOCCOLATA

Muffin alle gocciole di cioccolata
La domenica, generalmente, è il giorno in cui dedico il mio tempo libero alla cucina, seguendo quelle che sono le richieste di Matteo.
Stamani ci siamo svegliati ed eravamo, stranamente, senza colazione!
Matteo mi ha guardata ed immediatamente ha proposto di preparare dei Muffin.
Niente di più semplice e veloce!

MUFFIN ALLE GOCCIOLE DI CIOCCOLATA

Ingredienti per circa 15 muffin
  • 150 g di latte di mandorle AP* (o qualsiasi latte vegetale di vostra scelta)
  • 120 g di olio di semi di girasole spremuto a freddo (oppure olio EVO o qualsiasi olio vegetale di vostra scelta. Per i non vegetariani, è eccellente anche lo strutto)
  • 60 g di zucchero
  • 3 uova intere
  • 300 g di farina 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di bicarbonato di sodio
  • 3 quadrettoni di cioccolata extrafondente
*Latte di mandorle: prendete una bella manciata di mandorle sgusciate e private della pellicina e ponetele in un frullatore. Aggiungete poco più di 200 g/ml di acqua oligominerale e frullate sino ad ottenere un latte bello bianco. Filtrate con colino a maglia fitta e prelevate i 150 g necessari per la ricetta.

Tritate la cioccolata grossolanamente e tenete da parte.
In una ciotola capiente versate il latte di mandorle, l'olio di semi di girasole, lo zucchero e le uova (a temperatura ambiente) e frullate con sbattitore elettrico per ottenere una spuma.
Ora aggiungete la farina, il lievito ed il bicarbonato di sodio e frullate nuovamente sino ad ottenere un composto omogeneo.
Versate il composto negli appositi pirottini riempiti per circa 3/4.
"Spruzzate" su ogni pirottino la cioccolata triturata ed infornate a 180°C con forno preriscaldato per circa 30 minuti.
Al termine della cottura, sfornate e lasciate raffreddare i pirottini su una griglia.
Conservate in luogo asciutto in apposite scatole di latta, oppure, potete congelare i pirottini e scaldare in microonde con funzione grill per circa 2 minuti, al momento del bisogno.
Ottimi per colazioni o merende accompagnati da qualsiasi bevanda a vostra scelta.
Matteo li adora accompagnati con succo di mela fatto in casa.

domenica 4 ottobre 2015

"EMULSIOFILMINA" Sostituto dell'EUCERINA anidra fatto in casa

Da molto tempo mi diletto a creare in casa svariati emulsionanti; alcuni mi hanno dato ottimi risultati, altri, invece, ahimè, sono stati un completo fallimento, ma non per questo mi sono arresa.
Un giorno mi sono "fissata" su un particolare ingrediente: l'Eucerina anidra.
Questa particolare materia prima si ottiene mescolando gli alcoli della lanolina anidra con idrocarburi, ovvero oli minerali tipo vaselina e paraffina ( Prontuario del cosmetologo. Chimica, tecnica, legislazione di Gianni Proserpio, barbara Ambreck, Mauro Ceoloni). Gli alcoli e gli acidi della lanolina si ottengono per semplice saponificazione e, sono proprio gli alcoli che costituiscono la frazione autoemulsionante della lanolina (Manuale delle preparazioni Galeniche di Franco Bettiol).
Lo scorso anno, esattamente il 3 novembre, presa da ispirazione, volli cimentarmi in questa preparazione.

ALCOLI DI LANOLINA
FASE A
  • 100 g di lanolina anidra
  • 50 g di alcool buongusto
  • 10 g di soda caustica (NaOH)
FASE B
  • 70 g di glicerina
  • 200 g di soluzione di acido citrico al 50% (oppure 200 g di aceto bianco)
Alcoli di lanolina

EMULSIOFILMINA
  • 100 g di "alcoli di lanolina"
  • 8,5 g di alcol cetostearilico oppure cetearilico
Emulsiofilmina

A bagnomaria sciogliete la lanolina insieme all'alcool, dopo di che aggiungete la soda caustica direttamente in scaglie all'interno del contenitore ( ricordatevi sempre dei dispositivi di protezione individuale) ed emulsionate come per ottenere un sapone.
Raggiunto il nastro, coprite con coperchio il contenitore nel boiler e cuocete fino a raggiungere la fase gel. Sempre a bagnomaria con fuoco acceso, ma a fiamma bassissima, unite i 70 g di glicerina ed emulsionate sino a sbiancamento totale del composto. Ora potete aggiungere la soluzione di acido citrico ed alzare la fiamma per aumentare la temperatura continuando a cuocere per circa 10 minuti.
Togliete dal fuoco e filtrate il composto ottenuto con apposito colino. La massa che ottenete versatela in una bottiglia di plastica che chiuderete e metterete capovolta in freezer. Dopo circa mezz'ora controllate la bottiglia; se la massa grassa si è solidificata potete tirar fuori la bottiglia dal freezer, stappatela e fate defluire il liquido in eccesso. Avete ottenuto così gli "Alcoli di lanolina" Per ottenere l'Emulsiofilmina, prelevate gli "Alcoli di lanolina" e pesateli.
Portate nuovamente sul fornello a bagnomaria un ciotolino con 100 g di "alcoli" ed aggiungete 8,5 g di alcol cetostearilico. Fate sciogliere il tutto e quando il composto risulta ben fluido, versatelo ancora caldo in un vasetto che lascerete raffreddare in freezer.
Con gli "Alcoli di lanolina" ho preparato un camoflage, un rossetto mat ed un burrocacao, prodotti resistentissimi all'acqua e molto coprenti.

Rossetto mat, burrocacao e latte detergente


Camouflage


prima

dopo











Non sono molto brava con il makeup, perché in realtà non mi trucco quasi mai, ma quelle pochissime volte che lo faccio, ho bisogno di prodotti decisamente coprenti a causa della mia vitiligine e, soprattutto resistenti all'acqua. Con questo camouflage, il mio viso acquista compatezza e colorito uniforme e nsconde molto bene anche quelle piccole rughe di espressione grazie al suo effetto riempitivo. A differenza di altri camouflage commerciali di note e costosissime marche, questo mi lascia la pelle molto morbida e non me la secca ulteriormente. Rimane compatto sul viso per un'intera giornata senza sbavare e, stranamente, senza sporcare le mani, quando accidentalmente mi tocco le guance. Per prepararlo ho usato un cucchiaino pieno di "Alcoli di lanolina", un cucchiaino di caprilis ed un cucchiaino di fondo minerale. Ho mescolato con stuzzicadenti tutto a freddo per ottenere un composto cremoso, ma consistente.
L'Emulsiofilmina, invece, l'ho utilizzata proprio come un emulsionante per formulare un latte detergente e, come coemulsionante, inserito in una formula per crema mani.

Crema mani e latte detergente
Tutte e due le emulsioni sono Acqua in Olio (A/O); la crema mani è soffice, protettiva e nutriente in quanto formulata con un sistema emulsionante adeguato alle mie necessità e con oli ed estratti vegetali. Lascia la pelle morbidissima e vellutata, per nulla untuosa, nonostante la notevole quantità di grassi. E' delicatamente filmante, dandomi la sensazione di avere un guantino protettivo invisibile.
Il latte detergente è stato formulato appositamente per eliminare il camouflage, che è difficilmente asportabile con semplici detergenti.

LATTE DETERGENTE

FASE A
  • 54,8 g di acqua demineralizzata oppure oligominerale
  • 5 g di glicerina
  • 0,6 g di carragenine
FASE B
  • 7 g di Emulsiofilmina
  • 30 g di caprilis
FASE C
  • 1 g di gel d'aloe
  • 1 g di sciroppo di riso
  • 0,6 g di cosgard
  • 8 gtt di fragranza monoi
  • Soluzione di NaOH al 20% q.b.
A bagno maria ho scaldato separatamente la FASE A e la B. Quando le due fasi hanno raggiunto la temperatura di circa 60° ho unito a filo la A nella B emulsionando con una minifrusta elettrica. Appena il composto si è sbiancato, ho tolto tutto dal fuoco ed ho posto il contenitore in un bagno freddo, continuando ad emulsionare. Ho misurato il pH e siccome era equivalente a 4, ho aggiunto qualche goccia di soluzione di NaOH sino ad ottenere un pH=6.
Appena il fluido si è raffreddato, ho aggiunto gli ingredienti della FASE C; ho mescolato per amalgamare bene il tutto ed ho travasato nel flacone dispenser.
Dopo aver asportato il trucco con questo latte detergente, generalmente, uso lavarmi bene il viso con acqua e sapone per eliminare eventuali residui rimasti sulla pelle e, poi perché non posso fare a meno di  usare il mio sapone sul viso.

domenica 20 settembre 2015

SHAMPOO ANTICRESPO "HoneySilk"

"HoneySilk" Shampoo anticrespo
I miei capelli non hanno grandi esigenze, in quanto, nonostante siano sottili, sono sani e lucenti, sono mediamente lisci, ma ahimè, un ciuffetto di capelli bianchi, scende sulla mia fronte in modo del tutto ribelle. Come tutti i capelli bianchi, questi si presentano più "forti" e grossi, ma risultano anche crespi e ribelli, tanto da "denaturare" la messa in piega. Non c'è verso di rimetterli al loro posto e, fuoriescono dall'intera chioma, come serpentelli in cerca di chissà cosa!
Indubbiamente gli impacchi pre e post shampoo aiutano ad ammorbidire e domare i capelli crespi, ma non sempre si ha il tempo di sottoporsi a questo tipo di cura. Lo shampoo, invece, facendolo più frequentemente, potrebbe in parte, aiutare i nostri capelli a stare al proprio posto, agevolando così una perfetta messa in piega. Lo shampoo commerciale, ricco di siliconi, esegue questo lavoro egregiamente, ma, come ben tutti sappiamo, i siliconi, sono derivati per lo più dal petrolio e, come tali lasciano una bella sensazione setosa sui capelli a discapito della cute che , a lungo andare ne risente, occludendo i propri pori piliferi e producendo sebo in eccesso, dermatiti, forfora e via dicendo.
Lo shampoo naturale, per quanto possa risultare un pò più alcalino rispetto a quelli commerciali è indubbiamente più eco-dermo-compatibile.
La maggior parte dei saponai preferiscono usare uno shampoo solido, ovvero formulato con soda caustica (idrossido di sodio), ma io, per quanto ci abbia provato in questi anni, non ho trovato ancora una formula adeguata per shampoo solido che soddisfacesse in pieno le mie aspettative. Lo shampoo liquido, formulato con KOH (idrossido di potassio), invece, mi ha dato grandi soddisfazioni.
Lo shampoo "HoneySilk" per quanto sia stato formulato con ingredienti semplici, è in grado di tener testa ai capelli ribelli, ammorbidendoli e rendendoli facilmente pettinabili, nonché mantenendoli al loro posto. Non mi ritrovo più con questi filini che sbucano da ogni dove e mi fanno sembrare una piccola "Medusa"...è scomparso quel famigerato effetto "nebbiolina" che circondava la mia testa :-)
Ma andiamo al concreto e vediamo un pò come si realizza questo shampoo.
Innanzi tutto, una settimana prima di produrre lo shampoo, ho preparato una Tintura Alcolica di scorze di limone non trattato.

TA di scorze di limone
Dopo 7 giorni ho filtrato il liquido, torchiando per bene le scorze, ed ho messo da parte, chiuso in bottiglietta scura ed etichettata.
In fase di formulazione mi son trovata di fronte ad un bivio, ossia: inserire l'olio di cocco in formula, oppure, adoperare una pasta di sapone potassico 100% cocco.
Generalmente preparo sempre la pasta di sapone con il 100% cocco per creare saponi liquidi riservati più che altro alle pulizie domestiche, quindi questa pasta di sapone ha un eccesso di KOH.

Pasta di sapone 100% cocco

Nonostante ciò, ho optato per l'aggiunta di questa in fase di cottura. Capirete meglio il procedimento, continuando a leggere l'articolo.

"HoneySilk"
SHAMPOO ANTICRESPO

PER LA PASTA DI SAPONE
  • 300 g di olio di ricino
  • 200 g di olio di lino
  • 500 g di pasta di sapone 100% cocco (da aggiungere dopo la fase gel)
  • 102 g di KOH (idrossido di potassio con titolo di purezza 90)
  • 276 g di Acqua demineralizzata
  • 15 g di sodio citrato in polvere
  • 2 g di seta in polvere

Che voi usiate una slowcooker oppure il doppio boiler per la cottura a bagnomaria, non ha importanza, perché il risultato è identico.
Per comodità io ho usato la slowcooker.
Inserite gli oli in pentola e, nel frattempo, in un altro contenitore (possibilmente di acciaio inox piuttosto alto) inserite l'acqua ed il sodio citrato e portate sul fornello piccolo a fiamma bassissima. Scaldate appena appena l'acqua e, mescolando, sciogliete il sodio citrato. Togliete dal fuoco ed aggiungete la seta in polvere, sempre mescolando, per disperderla uniformemente in acqua. Fatto questo, mentre l'acqua è ancora tiepida, aggiungete pian, piano, l'idrossido di potassio (ricordatevi di tutti i dispositivi di protezione: occhialini, mascherina, guanti e grembiule) la cui reazione è un pò virulenta, per cui prestate la massima attenzione!
Sciolto il vostro alcale, potete inserire la soluzione negli oli ed iniziare a frullare con il minipimer.
L'olio di ricino e quello di lino, sono oli insaturi, per cui non vi aspettate che il nastro venga raggiunto subito...anzi...ci vuole un pò di tempo, per cui, intanto mettete sul fuoco il vostro doppio boiler per procedere alla cottura a bagnomaria e, ad intervalli di 5/10 minuti frullate con minipimer sino a che non raggiungete il famigerato nastro. Inizialmente si presenta come un composto "ricottoso", ma non fateci caso, in quanto, man, mano che si scalda, l'emulsione diventa omogenea e cremosa. Ora chiudete la pentola con un coperchio adeguato e lasciate cuocere per almeno 1 ora e mezzo a fiamma dolcissima, stando attenti a rabboccare, eventualmente, l'acqua del bagnomaria.
Trascorsa 1 ora e mezzo, la pasta si presenta molle e traslucida, quindi è in completa fase gel. A questo punto aggiungete 500 g di pasta di sapone 100% cocco, tagliata a piccoli pezzi per agevolare il suo scioglimento nella pasta di sapone dello shampoo. Continuate a cuocere dolcemente per un'altra ora e mezzo. Il composto ora è omogeneo, molle, dal colore ambrato e traslucido. Procedete con il test di chiarezza, prelevando un cucchiaino di pasta di sapone e diluendola in una tazzina di acqua demineralizzata calda. Se la soluzione risulta limpida e non torbida, vuol dire che la vostra pasta di sapone è pronta per essere diluita, in quanto tutti gli acidi grassi sono stati saponificati a dovere.

Test di chiarezza

Ora potete travasare la vostra pasta di sapone in un apposito contenitore per conservarla e, prelevarla al momento della diluizione.

Pasta di sapone shampoo "HoneySilk"
"HoneySilk"
SHAMPOO ANTICRESPO

PER LA DILUIZIONE
  • 200 g di pasta di sapone shampoo "HoneySilk"
  • 20 g di TA di scorze di limone
  • 50 g di glicerina di malva* (oppure glicerina semplice)
  • 90 g di soluzione di acido citrico al 5%**
  • 10 g di acqua demineralizzata
*Glicerina di malva: E' una macerazione che potete fare con qualsiasi pianta. Inserite fiori freschi di malva in un barattolo di vetro e ricoprite abbondantemente con glicerina pura. Chiudete e riponete il contenitore al buio e fresco per svariati mesi, scuotendo di tanto in tanto. Filtrate il liquido ottenuto, torchiando per bene il vegetale e conservate nelle solite bottiglie scure ed etichettate. La glicerina è già di per sè un ottimo umettante e solvente, se poi è arricchita anche da mucillagini o "fitoestratti", diventa un eccellente ingrediente cosmetico.
**Soluzione di acido citrico al 5%: In 95 g di acqua, sciogliete 5 g di acido citrico. Conservate in bottiglietta e conservate per qualsiasi evenienza.

Nel doppio boiler, oppure nella slowcooker, inserite 200 g di pasta di sapone da shampoo, la TA di scorze di limone e la glicerina. Scaldate dolcemente e mescolate il composto finchè non risulti del tutto diluito. A questo punto versate, poco per volta, la soluzione di acido citrico e, continuate a mescolare. Misurate il pH e, se questo si aggira tra 7.5 e 8, allora unite 10 g di acqua demineralizzata; mescolate delicatamente per evitare il formarsi della schiuma e spegnete il fornello. Se, dovesse formarsi della schiuma densa sulla superficie del vostro liquido, allora spruzzate dell'alcool puro e, questa svanirà in men che non si dica.

DOPO LA DILUIZIONE
  • 350 g di shampoo liquido (è quello che si ottiene più o meno con le dosi su indicate)
  • 1 cucchiaino da té colmo di miele di acacia
  • 25 gtt di fragranza Honey Wash
"HoneySilk" Shampoo anticrespo


Il colore è ambrato, la consistenza è identica a quella degli shampoo commerciali, il profumo è delizioso e, soprattutto attenua notevolmente l'effetto crespo, donando ai capelli morbidezza, consistenza e facile pettinabilità.
Quando uso questo genere di shampoo, sono solita risciacquare i capelli con una semplicissima soluzione: in un flacone spray da circa 500 ml, inserisco acqua demineralizzata e due cucchiai da minestra abbondanti di aceto di mele, qualche gtt di fragranza simile a quella dello shampoo e stop.
Dopo lo shampoo e, dopo aver sciacquato abbondantemente i miei capelli, mentre sono ancora bagnati, spruzzo questa soluzione sino a consumare i 500 ml. Lascio grondare per un paio di minuti i capelli prima di strizzarli e passare ad asciugarli.

Soluzione per risciacquo finale e shampoo

Così facendo, si ripristina immediatamente il pH fisiologico del cuoio capelluto, in quanto tale soluzione ha un pH=4.5 e, la presenza dell'aceto di mele, conferisce una splendida lucentezza alla chioma.
La seta inserita in questo shampoo non è sotto forma di proteine idrolizzate, bensì in polvere, per cui la sua presenza non è "nutriente", ma aiuta lo shampoo a produrre una schiuma più abbondante e cremosa, il che è molto gradevole durante il lavaggio.
Non amo aggiungere ulteriori sostanze funzionali in un prodotto a risciacquo immediato, ma nulla toglie che voi possiate aggiungerle, per cui ben vengano le proteine idrolizzate, il pantenolo e vitamine varie.
Per coloro che volessero cimentarsi nella produzione di saponi liquidi per tutte le esigenze, potrebbe essere utile la lettura del mio libro: Il sapone liquido fatto da me, dove troverete esplicata tutta la teoria, le tecniche ed i metodi per realizzare i vostri saponi liquidi.

venerdì 11 settembre 2015

"CERALAN" FATTO IN CASA - Sostituto della cera bellina

Ceralan
Ceralan è il nome con cui spesso viene identificata la cera bellina (INCI: Poliglyceryl-3 Beeswax), una cera etossilata che, generalmente serve, per gelificare gli oli (lipogel), per creare unguenti, per produrre stick per labbra, nonchè, usata come fattore di consistenza nelle emulsioni A/O ed O/A, oppure per produrre cold cream dal tocco più asciutto.
Non è difficile riprodurre in casa il sostituto della cera bellina, soprattutto dopo aver letto il blog di Célimène, dal quale ho preso spunto per realizzare questa materia prima.
Nel mio gruppo su facebook, lo abbiamo realizzato in più di un'occasione, con notevoli risultati.
Mi son resa conto solo ora che, non tutti gli utenti di internet hanno anche un profilo su facebook, per cui, ho ritenuto opportuno condividere, questa semplice formula con voi.
Gli ingredienti che servono per realizzare il "Ceralan", sono essenzialmente tre e, sono di facile reperibilità.
Vediamo insieme come si fa.

"CERALAN"

  • 50 g di cera d'api vergine
  • 50 g + 50 g di glicerina
  • 15 g di soluzione acida*
*La soluzione acida la prepariamo con 10 g/ml di acqua demineralizzata e 5 g di acido citrico anidro, oppure, possiamo semplicemente utilizzare 15 ml di Aceto bianco di alcol.

Aceto bianco di alcol
Innanzitutto grattugiamo o, trafiliamo la cera d'api,

Cera d'api vergine trafilata
ne preleviamo 50 g e la inseriamo in un contenitore adeguato al bagnomaria.
Aggiungiamo 50 g di glicerina e 15 g di soluzione acida.

Cera d'api, glicerina e soluzione acida
Prepariamo il bagnomaria e poniamo sul fornello a cuocere per un'ora, mescolando di continuo.

Predisposizione per il bagnomaria
Dopo un'ora di cottura, lasciate raffreddare il composto.
Per comodità, ho preferito versare il tutto in appositi contenitori, ma volendo, potete anche lasciar raffreddare, nel vasetto in cui avete cotto il tutto.

Primo raffreddamento
Ho posto i vasetti sul davanzale dell finestra, dove tirava una bella tramontana ed, il composto saturo si è solidificato.

Raffreddamento avvenuto
Vedete che sul fondo dei contenitori c'è una sostanza liquida?
Bene! Quella dovete eliminarla e, magari tenerla da parte in un vasetto.
Dopo aver eliminato il liquido in eccesso, rimettete, nuovamente,  il composto ceroso nel contenitore per la seconda fase di cottura ed aggiungete altri 50 g di glicerina.

Composto ceroso


Glicerina
Cuocete a bagnomaria per altri 40 minuti, mescolando di continuo.
Alla fine della cottura, versate il composto, ancora caldo, in un contenitore e, ponetelo da parte a raffreddare.

Liquido caldo
Anche in questo caso, dopo l'avvenuto raffreddamento, sul fondo del vasetto, si presenta una sostanza liquida, che eliminerete ed andrete ad aggiungerla all'altra che avevate messo da parte.
Non so ancora cosa fare con questa sostanza liquida, ma son sicura che qualcosa mi verrà in mente, per cui non buttatela.

Raffreddamento avvenuto
Dopo aver eliminato il liquido in eccesso, prendete il vostro panetto ceroso e lavatelo per bene sotto l'acqua corrente, poi ponetelo su un canovaccio di cotone o lino (purché non rilasci pelucchi) ed asciugatelo.

Panetto di "Ceralan" lavato ed asciugato

Potete conservare così com'è il vostro "Ceralan", oppure, potete già grattugiarlo o trafilarlo, come ho fatto io.

"Ceralan"
Il "Ceralan" così ottenuto, potete utilizzarlo dal 2,5 al 5% per gelificare gli oli e creare quindi i lipogel, oppure dall'1 al 2% per dare consistenza ad una crema, oppure al 15% per preparare un unguento, o ancora, al 35% (insieme, per esempio, al 35% di burro di cacao ed il 30% di olio di Jojoba) per creare uno stick per labbra. In quest'ultimo caso, il "Ceralan" è la sostanza principale che vi permette di disperdere ossidi e miche.
Per questioni di praticità e di tempo, intanto, vi faccio vedere un semplice unguento preparato usando il "Ceralan" AP.
Il più classico degli unguenti, una panacea che non dovrebbe mai mancare nel nostro armadietto del pronto intervento: l'unguento di iperico. Oltre che usarlo per svariati tipi di scottature, questo unguento, è anche utile contro dolori di cervicale e reumatici, ma non dimentichiamo che è anche un eccellente anti rughe ed anti smagliature. 
Io amo applicarlo la sera, dopo aver ben deterso il viso, in particolare sul contorno occhi e labbra, nonché sull'intera superficie del volto. Grazie al "Ceralan" AP, il tocco dell'unguento,  è molto più asciutto rispetto ad un comune unguento preparato con semplice cera d'api o lanolina; la pelle lo assorbe bene dopo un bel massaggio e non rimane affatto untuosa e lucida.

UNGUENTO ALL'IPERICO

Pesiamo il "Ceralan" ed inseriamolo in una caraffa di plastica adeguata alle alte temperature.

"Ceralan"
Uniamo l'oleolito di iperico ed inseriamo la caraffa nel solito boiler per il bagnomaria.

Oleolito di iperico e "Ceralan"

Prima di inserire la caraffa nel boiler, consiglio di bollire anticipatamente l'acqua, in modo tale che il calore possa accelerare lo "scioglimento" del "Ceralan", così che l'oleolito, non perda le sue proprietà a causa di una cottura prolungata. In ogni caso, tenete la fiamma bassissima (meglio usare il fornellino più piccolo) e, non appena il "Ceralan" si sia sciolto, versate, immediatamente, il liquido in un vasetto adeguato.

Liquido caldo
Lasciate raffreddare per bene il vostro unguento prima di chiuderlo e metterlo da parte.

Unguento all'iperico
Non lasciatevi ingannare dalla "crosta" superficiale, perché posso garantirvi, che una volta "sfondata", l'unguento è morbidissimo, si preleva facilmente e si spalma in maniera fantastica.

Licenza CreativeCommons

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