domenica 31 marzo 2013

SAPONE ALLA CALENDULA

Sapone alla calendula
La mia Calendula ha continuato a fiorire sino a novembre inoltrato ed, ovviamente dopo aver preparato tutti gli intrugli possibili ed immaginabili con questa mitica pianta non potevo certo esimermi dal fare un sapone bello concentrato alla calendula.
Prima di ogni cosa ho preparato un centrifugato diluito con acqua distillata solo di calendula opportunamente filtrato!
Calendula centrifugata e diluita con acqua distillata
Poi ho preso il mio oleolito di calendula nel quale ci ho versato due cucchiai abbondanti di petali di calendula essiccati e, col minipimer ho iniziato a frullare sino ad ottenere una poltiglia che, successivamente ho filtrato mettendo da parte il composto denso di petali.
Oleolito di calendula con poltiglia di petali
Solo a questo punto ho iniziato a formulare la mia ricetta!
SAPONE ALLA CALENDULA
  • 780 g oleolito di calendula frullato con petali (in olio d'oliva)
  • 20 g di cera d'api alla calendula
  • 50 g di burro di karitè (al nastro)
  • 100 g di olio di cocco
  • 50 g di olio di ricino
  • 330 g di centrifugato diluito di calendula
  • 130 g di soda caustica (sconto del 5%)
  • 15 g di sodio citrato
  • 10 g di sale da cucina
  • 15 g di zucchero
  • poltiglia di petali frullati nell'olio
  • 15 ml di fragranza a piacere o 20 ml di oli essenziali a piacere
Nel centrifugato ho sciolto man mano gli additivi...prima il sale, poi lo zucchero ed infine il sodio citrato. Quando le polveri si sono ben sciolte ho aggiunto la soda caustica.
soluzione caustica
Con mia grande meraviglia il colore non è cambiato affatto nonostante la presenza della soda che generalmente altera qualsiasi colore di origine vegetale. Comunque ho messo da parte affinchè la temperatura scendesse sui 40°C circa. Nel frattempo ho sciolto a bagnomaria la cera d'api che sono andata ad aggiungere agli altri oli che erano già sul fornello a scaldarsi,  frullando col minipimer affinchè non si venissero a creare grumi. Il burro di karitè l'ho sciolto a parte sempre a bagnomaria.
Ho atteso che la temperatura degli oli fosse simile a quella della soluzione caustica, e cioè a 40°C ed ho unito quest'ultima agli oli. Ho mescolato dapprima con un bel mestolo di legno, poi sono andata di minipimer sino a raggiungere un nastro morbido. A questo punto ho unito il burro di karitè, la poltiglia di petali di calendula e la fragranza. Ho dato un'energica mescolata ed ho versato immediatamente nello stampo.
Ho ricoperto leggermente il sapone con un plaid e l'ho sformato dopo 48 ore!
Prima di usarlo l'ho lasciato stagionare in una stanza asciutta per oltre sei settimane.
E' un sapone semplicissimo, ma grazie al contenuto della calendula e dei grassi utilizzati è veramente delicato sulla pelle. Crea una schiuma leggera e morbida lasciando la pelle ben detersa e nutrita. E' soprattutto adatto alle pelli più sensibili e delicate come quelle dei bambini o arrossate, acneiche ed infiammate.
Sapone alla calendula

sabato 30 marzo 2013

IL CARBONATO DI CALCIO FATTO IN CASA

Carbonato di calcio
A Pasqua chissà perchè si ricevono sempre tante uova...di cioccolato, di zucchero, di confetti ed anche di gallina. Tra dolci, frittate e zabaioni ne sto consumando davvero tante, ma la cosa buffa è che non sto buttando via i gusci e sapete perchè????
I gusci delle uova di gallina sono costituiti al 95% di carbonato di calcio che, guarda caso è una delle materie prime utilizzate per produrre degli ottimi dentifrici, ma non solo...si utilizzano anche ben sbriciolati insieme al compost per arricchire il nostro terriccio quando coltiviamo le nostre belle piante.
Le stesse galline se ne nutrono per apportare un contenuto di calcio notevole al loro organismo per produrre uova sane e belle.
Ma ritorniamo a noi! Vi è mai capitato di leggere nei vari blog delle ricette che purtroppo per la mancanza di un ingrediente non potete realizzare? A me succede spesso e sinceramente non è che posso ordinare tutte le volte le materie prime necessarie per la creazione dei miei prodotti!
Qunado lessi la ricetta di Dario&Simona del loro dentifricio all'anice stellato me ne innamorai subito, ma ahimè mi mancava, appunto, il carbonato di calcio! Poi in questi giorni con l'uso delle uova fresche mi si è riaperto un cassetto della memoria, ricordandomi quindi di alcuni esperimenti che facevamo a scuola proprio coi gusci per ricavare il carbonato di calcio.
IL CARBONATO DI CALCIO
Cosa serve? Solo alcuni gusci di uova fresche!
Gusci d'uovo
Dopo aver utilizzato le vostre uova, conservate i gusci che andrete a bollirli in un pentolino con abbondante acqua.
Gusci d'uovo in cottura con acqua
Dopo circa 10 minuti dall'inizio dell'ebollizione scolateli ed adagiateli su un piano di lavoro per privarli della pellicina interna.
Gusci privati della pellicina
A questo punto siete pronti a mettere i vostri gusci nel macinino da caffè:
Gusci spezzettati nel macinino da caffè
Date il via al vostro piccolo elettrodomestico finchè non otterrete una polvere impalpabile.
Polvere di gusci d'uovo
Ora non vi resta altro che travasare la vostra polvere in un contenitore a chiusura ermetica e conservarlo lontano da fonti di umidità.
Carbonato di calcio
Come ho già accennato prima il carbonato di calcio si usa soprattutto nella realizzazione di dentifrici con dosaggi minimi visto che è anche lievemente abrasivo. E' solubile più in olio che in acqua e comunque la polvere va dispersa in una delle due fasi secondo l'uso che se ne vuole fare.
Aggiunto, invece, nel vostro compost, arricchisce il terriccio di calcio, fondamentale per la crescita sana e rigogliosa di molte piante.
Non mi dite che questa preparazione è difficile altrimenti mi dimetto ahahahahahah

AUGURO A TUTTI VOI UNA SERENA DOMENICA PASQUALE
Con affetto
Lalla

giovedì 28 marzo 2013

IDROLATO DI ROSMARINO MADE IN HOME

Rosmarino in fiore
La primavera è il periodo in cui la maggior parte delle piante sono nel pieno momento balsamico e quindi pronte per esser raccolte e conservate; si possono semplicemente essiccare, oppure macerare in olio, alcool, glicerina, aceto, vino ecc., in ogni modo da qualsiasi pianta officinale possiamo "catturare" i principi attivi secondo il metodo di estrazione che scegliamo.
Come già sapete, la mia passione sono i distillati, ossia gli idrolati ricavati tramite distillazione in corrente di vapore. In realtà il primo distillato dell'anno è stato il Cipresso poichè gennaio e febbraio sono i mesi in cui si raccolgono le "coccole" ed i rametti giovani cresciuti su rami che abbiano almeno due anni di vita, per cui possiamo dire che il Cipresso, appunto, anticipa quello che sarà il lavoro continuo dalla primavera in poi.
Appena le temperature lo consentono ecco che spuntano i primi fiori sui cespugli rigogliosi di Rosmarino, pianta conosciuta sin dai tempi antichi ed enormemente apprezzata dai popoli Egizi, Greci e Romani per le sue notevoli proprietà terapeutiche.
In cosmetica viene utilizzato soprattutto per le sue proprietà toniche, purificanti, antisettiche, astringenti, riepitelizzanti, antiossidanti, antiacneiche ed antiforfora ecc. ecc. ecc.
Il Rosmarino contiene circa l'1-2% di olio essenziale il quale si estrae dalle foglioline e fiorellini tramite distillazione in corrente di vapore.
preparazione del cestello per la distillazione

 L'olio essenziale si presenta come un liquido incolore o tendente al giallo chiaro e possiede un caratteristico odore pungente, canforato, balsamico.
olio essenziale di rosmarino

idrolato ed o.e. di rosmarino
Dalle immagini si distingue nettamente (almeno lo spero) l'olio essenziale dall'idrolato e come potete vedere il colore è quasi cristallino tendente leggermente ad un giallo molto, ma molto pallido. La quantità che sono riuscita ad ottenere non supera i 2 ml, quindi non fatevi ingannare dalla foto in quanto la bottiglia che ho usato per raccogliere il distillato è di quelle a collo stretto (un centimetro di diametro) che si usano per contenere la grappa. Ovviamente l'idrolato mi ha dato più soddisfazioni in quanto ne ho ricavato un litro da circa 750 g di pianta. Nonostante con tale quantitativo di pianta sarei potuta andare avanti ancora per un pò per ricavare più idrolato, ho preferito fermarmi poichè amo un bel concentrato non annacquato e poi perchè, comunque, ho la possibilità di distillare a più mandate visto la mole di cespugli di rosmarino che circondano la mia casa.
L'idrolato di rosmarino può essere utilizzato puro come tonico per il viso e collo poichè risulta stimolante, purificante e rivitalizzante ed è indicato soprattutto per risolvere problemi di pelle acneica, grassa ed impura con manifestazioni di dermatite ed eczemi.
Sempre in ambito cosmetico è conosciuto l'uso dell'idrolato di rosmarino per creare acqua di colonia come quella che usava la regina d'Ungheria chiamata appunto "Acqua della Regina di Ungheria", ma il suo utilizzo non finisce qui, in quanto è presente in tutti quei prodotti per la cura dei capelli: shampoo, lozioni, balsami ed impacchi. Combatte la forfora ed i capelli grassi grazie alla sua azione purificante e normalizzante della secrezione sebacea; dona lucentezza e previene la caduta dei capelli per la sua attività stimolante sui follicoli.
Troviamo l'idrolato di rosmarino anche in dentifrici e collutori poichè risulta un rinforzante delle gengive oltre anche ad essere un ottimo "deodorante".
Anche per un bagno energizzante si consiglia l'uso dell'idrolato mescolato nell'acqua della vasca insieme ad alcune gocce del suo olio essenziale, ovviamente da evitare se si soffre di insonnia o se si è ipertesi poichè il suo forte potere tonico e stimolante potrebbe accentuare le suddette problematiche.
Insomma per chi, come me, ama prodursi in casa i propri cosmetici naturali, l'idrolato di rosmarino è fra quegli ingredienti indispensabili per la creazione di svariati preparati quali, appunto, creme, shampoo, lozioni, dopobarba, profumi, ecc. ecc.

lunedì 25 marzo 2013

LA CONSOLIDA MAGGIORE

Consolida - Symphytum officinale
La Consolida appartiene alla famiglia delle Borraginacee e cresce spontaneamente in luoghi umidi e in terreni ricchi. Le foglie di questa creatura contengono più proteine di ogni altro tipo di vegetale oltre ad essere ricche anche di potassio, calcio, fosforo, vitamina A, C e B12. Ma il costituente principale della Consolida è certamente l'allantoina di cui la pianta ne è ricca in tutte le sue parti: radici, foglie e steli. Non a caso sin dai tempi antichi la pianta, dopo esser stata essiccata e grattugiata, veniva utilizzata sotto forma di cataplasmi sulle ferite, piaghe, scottature, distorsioni, dolori articolari e tumefazioni perchè, pare che la presenza, appunto, dell'allantoina, favorisse la pronta guarigione addirittura riformando il callo osseo dopo un'eventuale frattura.
Le tenere foglie ed i fiori si utilizzano anche in cucina sia come insalata sia cotte come gli spinaci.
Nonostante tutte queste qualità si sconsiglia di cibarsi quotidianamente delle foglie e fiori della Consolida in quanto ricche anche di alacaloidi pirrolizidinici che sono altamente epatotossici.
In ogni caso, l'uso esterno, invece, non provoca alcuna intossicazione al fegato in quanto tali alcaloidi non vengono assorbiti attraverso la pelle, prova ne sia la commercializzazione di pomate e creme a base di Consolida.
Come dicevo prima, da tale pianta possiamo sfruttare tutto...sia le radici, che hanno forma di fittone e talvolta sembrano addirittura dei tuberi e, sia le foglie con gli steli; le prime si raccolgono in autunno-inverno quando cioè la pianta deve ancora presentare i suoi primi germogli. Le radici vengono lavate e pelate come fossero delle carote e, poi fatte essiccare; queste sono ricche di inulina, colina, amido. zuccheri e soprattutto allantoina. Ovviamente la radice di consolida è la parte più ricca della pianta che col suo elevato contenuto di allantoina viene sfruttata soprattutto per la preparazione di unguenti, pomate, macerati di ogni genere indicati nei casi di fratture ossee, lesioni delle cartilagini, infiammazioni articolari, tumefazioni ecc. In commercio troviamo, infatti, dei prodotti destinati ad uso topico, a base di radice di consolida ed estratti di Arnica e Pratolina (Bellis perennis).
Radici di Consolida lavate e pelate
Le foglie e gli steli di Consolida, abbiamo detto, che sono ricche di mucillagini, sali minerali ,tra cui il silice, allantoina, alcaloidi e vitamine.Si raccolgono a primavera prima della fioritura e subito dopo vengono  essiccate. Queste, poi, possono  essere sfruttate per preparare un macerato oleoso indicato soprattutto per eczemi, micosi, edemi, vene varicose, psioriasi e tutte quelle manifestazioni cutanee determinate da infiammazioni ed ulcere.
Foglie di Consolida
Il potere cicatrizzante di tale pianta è ormai noto, sia nel campo della fitoterapia sia in quello della medicina ufficiale. Infatti già l'etimologia della parola ci porta, per logica, a pensare al notevole interesse che ha suscitato la Consolida in ambito farmaceutico: Symphytum deriva dal greco Symphyein che significa saldare, riattaccare, riunire, mettere insieme; Consolida, invece, deriva dal latino e non è difficile dedurre il suo significato.
Data la notevole velocità di cicatrizzazione dopo l'uso di Consolida, talvolta se ne sconsiglia addirittura l'uso su ferite aperte in quanto, al di sotto della cute potrebbero rimanere residui d'infiammo, per cui, in taluni casi si preferisce adoperare più la Calendula, l'Iperico o il Benzoino.
In ogni caso il suo potere antinfiammatorio ed analgesico vengono ampiamente sfruttati per la cura di tutte quelle affezioni della cute che richiedono un pronto intervento.
Non a caso tale pianta è entrata di diritto a far parte della mia "collezione" di medicamenti naturali; infatti, per mia fortuna, abitando in un posto meraviglioso, ne ho trovata talmente tanta che mi son messa immediatamente all'opera per ricavare estratti, unguenti, pomate e creme da utilizzare all'occorrenza evitando così l'uso di quei preparati commerciali che, personalmente, ritengo più nocivi che utili!
Ovviamente vi terrò al corrente di tutte le mie sperimentazioni e soprattutto condividerò insieme a tutti voi qualsiasi preparato o macerato che otterrò dalla Consolida Maggiore :-)
Consolida Maggiore con germogli di fiori




martedì 19 marzo 2013

OLIO DI LiMonoi

Olio di LiMonoi
Ultimamente sto utilizzando spesso l'olio di Monoi dal profumo esotico, dolce e delicato che mi riporta con la fantasia in terre lontane che evocano in un certo qual modo il sapore dell'estate e delle vacanze.
Pensandoci bene, però, anche il nostro Bel Paese evoca le stesse sensazioni se solo pensiamo al mare, alle pinete ai nostri frutti prelibati e, cosa c'è di più delizioso degli agrumi che coi loro colori ed il loro profumo rallegrano le nostre tavole? Ovviamente ispirandomi all'originale olio di Monoi ho voluto ricreare in casa un olio/burro che racchiudesse il colore e l'odore della nostra amata Italia. Niente di più semplice!
Limoni di coltivazione biologica
OLIO DI LiMonoi
Scorze di limone pelate
  • 100 g di scorze di limone bio
  • 60 g di olio di semi di girasole
  • 40 g di olio di cocco
  • 0,6 g di o.e. benzoino o 2,5 g di Vitamina E
Dopo aver lavato e pelato i limoni cercando di non prelevare anche la parte bianca, ponete le scorze nel Bimby (o altro frullatore) e tritatele a velocità 10 per circa 10 secondi.
Aggiungete l'olio di semi di girasole ed impostate il Bimby a 50°C di temperatura, velocità 4 per 10 minuti. Fatto questo aggiungete ora l'olio di cocco ed impostate il Bimby come sopra ma questa volta per 30 minuti. Trascorso il tempo, raccogliete la vostra poltiglia e travasatela in un comune pentolino o contenitore di vetro che andrete a porre su una fonte di calore (40°/50°C circa) senza coperchio per circa 8/10 ore. Filtrate il composto quando è ancora caldo strizzando bene le scorze di limone. A questo punto prendete una bottiglia di plastica nella quale verserete il vostro liquido e cercate di porla in frigorifero capovolta, cioè a testa in giù per una notte intera. Il giorno dopo vi ritrovate questa soluzione:
Fase acquosa in basso e fase grassa solidificata in alto
Come noterete, l'acqua si è depositata sul fondo, invece la soluzione grassa che è solida è rimasta sospesa sull'acqua. Ora vi sarà facile aprire il tappo della bottiglia e far defluire così l'acqua in eccesso. A questo punto non vi rimane altro che tagliare la bottiglia e prelevare il burro/olio al quale darete una botta di fruste aggiungendoci l'antiossidante. Ponete per una decina di minuti in freezer il contenitore del vostro burro/olio il quale tenderà leggermente a sbiancarsi. Fatto questo date un'ultima frullatina e chiudete il vostro barattolo con il vostro olio di LiMonoi.
Olio di Limonoi
L'odore è magnifico!!!
Questo semplicissimo ingrediente è particolarmente indicato nella creazione di balsami e shampoo in quanto l'azione astringente e schiarente del limone contrasta forfora e cute grassa; non solo....ma può essere anche inserito in una crema schiarente e leggermente esfoliante per combattere quelle antiestetiche macchie scure di melasma; Nelle creme mani è eccellente andando a rinforzare le unghie. Insomma è un prodotto piuttosto versatile, ma mi raccomando quest'olio tende ad abbassare il pH dei vostri cosmetici per cui occhio!!! Tanto sapete come fare per correggere questo piccolo inconveniente!
Facile no?

sabato 9 marzo 2013

GELATINA DI CAROTE


Gelatina di carote
La primavera è alle porte e, scommetto che tutti quanti state già pensando alla tintarella ;-)
Vogliamo provare a produrre in casa, con le nostre mani gli ingredienti necessari per produrre un buon cosmetico che ci aiuti ad alleviare quel senso di fastidio che si avverte nel guardarci allo specchio e vedere un colorito cadaverico???
Come tutti sappiamo, le carote sono una fonte naturale di beta-carotene, vitamine del gruppo B, PP, D ed E...tutte atte a difendere la nostra pelle dai radicali liberi e nello stesso tempo a stimolare la melanina nella produzione di quel colorito sano di cui tutti siamo avidi!
Il beta-carotene è il precursore della vitamina A che, come tale è liposolubile, per cui generalmente prepariamo in casa un oleolito da aggiungere alle nostre produzioni cosmetiche. Ma se volessimo gelificarlo????
Ho sempre preparato un estratto idroglicerico di carote per poterlo aggiungere come attivo nelle mie emulsioni, però mi rimaneva sempre il dubbio amletico che la sostanza di cui avevo realmente bisogno non riuscivo ad estrarla...allora ho avuto una delle mie solite idee un pò contorte! Oltre all'oleolito di carote mi piaceva pensare che potevo produrre in casa un concentrato di beta-carotene!!!
Ora vi spiegherò nel dettaglio cosa mi è venuto in mente!
GELATINA DI CAROTE
  • 10 g di gomma arabica
  • 20 g di succo di carote
  • 40 gdi oleolito di carote
  • 12 gocce di Cosgard
Ho adoperato una carota intera di coltivazione biologica di cui una metà l'ho frullata insieme all'oleolito di carote
Polpa di carote ed oleolito di carote
ho frullato sino a rendere poltiglia l'olio insieme alla carota, che poi ho adeguatamente filtrato!
Successivamente ho preparato, con l'altra metà della carota un succo, centrifugandola e ricavandone il liquido opportunamente filtrato
Succo di carote
A questo punto ho iniziato ad assemblare i miei ingredianti!
Della polpa di carota frullata con oleolito ho prelevato 40 g dove vi ho disperso 10 g di gomma arabica
Gomma aarabica o di acacia
Ho frullato energicamente con le fruste elettriche sino a che ho ottenuto un composto omogeneo
Emulsione di gomma arabica ed oleolito di carote
Quando la mia gomma di acacia (Arabica) ha gelificato l'olio ho iniziato ad aggiungere a filo il succo di carote (emulsione A/O acqua in olio tutta a freddo) sino ad ottenere un composto omogeneo
emulsione gomma rabica, succo di carote, oleolito di carote
Arrivata a questo punto, ho messo il mio vasetto in feezer per circa 30 minuti! trascorso il tempo, ho tirato fuori il vasetto con l'emulsione non ancora completata ed ho iniziato a frullare energicamente con la mini frusta elettrica finchè la mia emulsione non ha iniziato a sbiancarsi
emulsione ultimata
Arrivata a tale risultato ho aggiunto il conservante ed ho continuato a frullare per amalgamare il tutto.
Il risultato??? E' un'emulsione a tutti gli effetti!!!! Sembra addirittura una crema fluida anche se in realtà è un gel che può essere tranquillamente utilizzato "liscio" cioè da solo, oppure aggiunto come attivo in fase C in un qualsiasi preparato che richieda la presenza di beta-carotene.
Da liscio ha un effetto tensore sulla pelle...molto bello poichè la presenza dell'olio lo rende morbido e non secco. Appena avrò la possibilità di aggiungerlo come attivo in uno dei tanti miei prodotti per la cura della pelle vi saprò dire in quali percentuali utilizzarlo.
Intanto sono più che soddisfatta del mio risultato! Ho risparmiato e nello stesso tempo ho ottenuto un concentrato di beta-carotene che certamente il solo olio non mi avrebbe dato
Gelatina di carote

Vasetti di gelatina di carote
Che dire di più????
Credo che non ci sia soddisfazione più grande che quella di poter ricavare in casa gli ingredienti primari per le nostre emulsioni cosmetiche!!!
Buona primavera a tutti :-)


domenica 3 marzo 2013

POMATA ANTIDOLORIFICA STRONG

Pomata antidolorifica strong
Quando si soffre di svariate patologie autoimmunitarie è difficile davvero trovare delle terapie alternative ai comuni farmaci di sintesi, ma siccome ho la testa più dura dei sassi non smetto mai di studiare il potere curativo delle mie amate piante.
Soffro di artrite reumatoide che, come in molti sanno è una patologia autoimmunitaria. Ovviamente il problema nasce dall'interno a causa di una sovrapproduzione di anticorpi "impazziti" i quali rientrerebbero nella "normalità" solo grazie all'assunzione di immunosoppressori quali ad esempio il cortisone! Ma voi sapete ormai l'avversità che nutro nei confronti di questo maledetto farmaco!!!! Quindi nel mio piccolo, cerco di stabilire un equilibrio interno attraverso una specie di training autogeno. Fatto questo però, poi mi devo occupare degli effetti "esterni" causati, appunto dagli auto anticorpi! Nel caso dell'artrite reumatoide, gli effetti sono a dir poco strazianti! Il dolore acuto a tutte le giunture delle articolazioni e la conseguente deformazione ossea portano ad una sofferenza continua ed anche invalidante. Negli ultimi 10 giorni, purtroppo ho dovuto sopportare a denti stretti questo genere di dolori alle mani, in particolar modo alle dita che non solo mi si erano gonfiate terribilmente, ma addirittura non riuscivo più a muoverle tanto che non riuscivo neanche a tenere in mano la forchetta per mangiare. Stufa di assumere sempre antidolorifici ed antinfiammatori di sintesi ho voluto provare a formulare una pomata che avesse gli stessi effetti positivi di tali farmaci, ma senza le conseguenze disastrose di questi ultimi. In pratica ho rivisitato e corretto un unguento che già avevo fatto in precedenza, ma che ahimè non era così potente nei confronti di questo genere di dolore! Per cui ho riformulato la pomata facendo lavorare in sinergia alcuni principi attivi contenuti in alcune piante.
POMATA ANTIDOLORIFICA STRONG
Pomata antidolorifica strong
  • 4 g Cera d'api all'arnica
  • 2 g alcool cetilico
  • 5 g burro di karitè
  • 5 g olio/burro di alloro
  • 10 g oleolito di peperoncino super  piccante
  • 10 g oleolito di curcuma
  • 4 g olio di borragine
  • 5 g oleolito di arnica
  • 10 g oleolito di artiglio del diavolo
  • 5 g oleolito di rosmarino
  • 3 g ES (estratto secco) di arnica
  • 0,5 g allantoina
  • 3,5 g tintura di artiglio del diavolo
  • 30 g idrolato di alloro
  • 3 g vitamina E
  • 10 gocce di olio essenziale di alloro
Inizialmente ho prelevato 10 g di idrolato di alloro nei quali ho sciolto a temperatura ambiente l'estratto secco di arnica. Ho aspettato che la polvere fosse del tutto sciolta e ci ho aggiunto l'allantoina, un pizzico per volta, mescolando in continuazione con una piccola paletta sino a scioglierla completamente. Quando il liquido si è presentato senza grumi vi ho aggiunto anche la tintura di artiglio del diavolo ed ho continuato a mescolare. Il tutto l'ho travasato nel bicchiere contenente il resto dell'idrolato ed ho dato un'ultima mescolata. Nel frattempo ho pesato tutti gli altri ingredienti ed ho eseguito l'emulsione come al mio solito....non superando mai i 37°C. A raffreddamento totale della pomata ci ho aggiunto la vitamina E e l'olio essenziale di alloro.
Il test è andato benissimo! Ho spalmato le mie mani, tutte le sere prima di andare a dormire, con questa pomata senza farla assorbire perchè l'ho protetta con dei guantini di cotone comprati in farmacia. Già dopo due sole notti il dolore alle dita era scomparso e anche il gonfiore sulle giunture. Ho riacquistato finalmente la mobilità e la sensibilità delle mani! Sono davvero contenta di questo risultato, perchè non credevo che una pomata fatta in casa potesse darmi questi esiti sorprendenti. A volte sottovalutiamo il potere antidolorifico ed antinfiammatorio di alcune piante facilmente reperibili, ma dalle quali, guarda caso, la medicina ha ricavato gli estratti per poter produrre i relativi farmaci.
Non sarà certo una pomata antidolorifica a curare la mia artrite reumatoide, ma se non altro serve ad alleviare il dolore e a togliere l'infiammazione che circoscrive le cartilagini dando immediato sollievo e restituendo in parte la mobilità delle giunture.


Licenza CreativeCommons

Licenza Creative Commons
Questa opera di Lalla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Basata su un lavoro di impatiens-magicanatura.blogspot.com.
Permessi oltre lo scopo di questa licenza possono essere disponibili presso http://creativecommons.org/.
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