sabato 21 dicembre 2013

SAPONE LIQUIDO PER BUCATO "STRONG"

Ultima edizione
Da quant'è che mi ispiravo di fare un bel sapone liquido per il bucato senza perdere una giornata intera dietro alla cottura della pasta di sapone.
Il metodo facile facile l'ho trovato sulla penultima edizione del libro di Patrizia Garzena e Marina Tadiello ed è il metodo "tutto a freddo".
Ho seguito alla lettera tutti i passaggi sino a che ho ottenuto la mia pasta di sapone che poi sono andata a diluire, sempre secondo istruzioni, per ottenere il mio sapone liquido.
Sapone liquido per bucato "Strong"
Il colore del sapone varia secondo le essenze o fragranze che utilizzate dopo la diluizione della pasta di sapone. In questo caso, per esempio, io ho utilizzato una fragranza al latte e miele e di conseguenza il mio liquido è diventato color caramello, ma il profumo è dolce e rimane anche sui panni dopo il lavaggio in lavatrice :-)
Comunque ora non vi lascio in attesa e vi dico subito come ho formulato questa semplice ricetta.
SAPONE LIQUIDO PER BUCATO "STRONG"
  • 200 g di Olio d'Oliva
  • 200 g di Strutto
  • 100 g di Olio di Ricino
  • 115 g di Idrossido di Potassio (titolo 85%) con eccesso di 4 g
  • 280 g di Acqua demineralizzata
  • Acqua demineralizzata per la diluizione con rapporto 1:2, cioè una parte di pasta di sapone e due parti di acqua
  • Fragranza o olio essenziale a piacere (al massimo 25 ml per ogni kg di sapone diluito)
Innanzi tutto mi sono "abbardata" con mascherina, occhiali, guanti e grembiule!!!!!
Dopo di che ho iniziato a pesare tutti gli ingredienti; ho sciolto lo strutto sulla cucina economica prima di unirlo agli oli freddi dove poi ho versato la soluzione caustica (temperatura sui 70°C circa).
Miscela addensata
Ho mescolato con un mestolo di legno per amalgamare bene i grassi ed ottenere così un composto denso come una crema pasticciera. Dopo ho messo da parte per far riposare l'amalgama mescolando di tanto in tanto per assicurarmi che tutti i grassi fossero stati ben omogeneizzati.
Miscela ben omogeneizzata
Ho riposto nuovamente a riposare la mia pasta di sapone in luogo sicuro ed ho continuato a sbirciare ed eventualmente a mescolare per garantirmi l'intera saponificazione di tutti i grassi. Dopo 24 ore la mia pasta di sapone si presentava così:
Pasta di sapone dopo 24 ore
A questo punto, avendo ottenuto una pasta di sapone completamente omogenea e senza alcun grasso "galleggiante" ho lasciato riposare per alcuni giorni (in realtà è trascorsa una settimana) sino a quando ho visto che la pasta di sapone ha assunto un aspetto traslucido, gelatinoso e quindi ho capito che finalmente il mio sapone era pronto per essere diluito.
Pasta di sapone gelatinosa
Ho voluto subito testarla :-)
Questa volta per fare in fretta mi son servita del mio adorabile Bimby dove ho scaldato prima 500 g di acqua demineralizzata e dopo ci ho aggiunto 250 g di pasta di sapone. Ho impostato il mio elettrodomestico a 40 minuti, 80°C, velocità cucchiaio. 
Scioltasi per bene la pasta di sapone ho lasciato raffreddare per poi passare a travasare il tutto nel flacone dove per ultimo ci ho aggiunto 25 ml di fragranza.
E' ormai da oltre un mese che uso questo detergente in lavatrice direttamente nell'oblò, accoppiandolo ovviamente all'immancabile sodio citrato e all'ammorbidente ottenendo così un bucato pulito e profumato.
Per i panni bianchi e molto sporchi faccio uso contemporaneamente anche del percarbonato, invece per i delicati e colorati aggiungo al massimo un pò di candeggina delicata (non quella commerciale!). In ogni caso sono pienamente soddisfatta dei risultati e per questo devo ringraziare i preziosi consigli di Patrizia Garzena :-)
E con questo articolo ne approfitto anche per farVi i miei migliori Auguri di un sereno Natale.





mercoledì 4 dicembre 2013

"LA MANTECA" Crema mani effetto barriera

Mai come ora mi son ritrovate le mani così sciupate tanto che con esse potrei addirittura fare uno scrub per il viso. Il dorso, le nocche e tutte le zone periungueali sono secche, disidratate e squamate...insomma al posto delle mani mi sembra di avere due grattugie per il formaggio!!!! Purtroppo devo dire che la colpa è solo mia, in quanto negli ultimi tempi ho trascurato notevolmente questa parte del mio corpo ed oltretutto ero rimasta anche senza la mia solita crema. Questa trascuratezza ha fatto sì che mi ritrovassi in questo stato pietoso. Dovevo per forza ricorrere ai ripari. Innanzi tutto, seguendo un ottimo consiglio di Monica, ho effettuato degli impacchi di miele e scorza di limone per ammorbidire e nutrire la pelle ormai disidratata sino all'osso. Dopo di che ho preparato immediatamente una crema nutriente, idratante, protettiva, emolliente e soprattutto rigenerante! Più che crema la definirei quasi un burro data la sua consistenza molto sostenuta e densa che si spalma benissimo e si assorbe lentamente massaggiando le mani per riattivare la circolazione. Non rimane per nulla untuosa e dà la sensazione di aver avvolto le mani proprio con una pellicola protettiva dall'effetto barriera contro le intemperie di questo periodo. Finalmente le estremità dei miei arti superiori stanno ricominciando ad avere un aspetto decente, ma soprattutto ad essere morbide e vellutate.
Ora vi dico come ho preparato la mia crema-formula urto!
"LA MANTECA"
Crema mani effetto barriera
LA MANTECA
Fase A/1
Fase A/2
Fase B
Fase C
  • 5 g di Datterulina AP
  • 2 g di Miele d'acacia
  • 0,6 g di conservante
  • 8 gtt di o.e. di Bergamotto
Per velocizzare i tempi mi son servita del Bimby nel cui boccale ho messo l'intera Fase A/1; ho impostato 10 minuti a 60°C velocità 1. Nel frattempo in due bicchieri separati ho pesato la Fase A/2 e la Fase B e li ho posti su una griglia rialzata sulla mia cucina economica per intiepidirli. In un bicchierino a parte ho mescolato l'intera Fase C ed ho tenuto in attesa.
Trascorsi i 10 minuti le mie cere e burri erano già ben sciolte quindi ho reimpostato il Bimby: 5 minuti a 37/40°C velocità 1 ed ho atteso che la temperatura scendesse prima di aggiungere la Fase A/2. Quando la temperatura del mio elettrodomestico si è abbassata ho aggiunto, sempre con lame in movimento, gli oleoliti tiepidi ed ho aumentato la velocità a 4. A questo punto ho iniziato a versare a filo l'idrolato dall'apposito foro sul coperchio ed ho aumentato la velocità a 8 per 1 minuto. Avvenuta l'emulsione perfetta e cremosa ho aggiunto la Fase C sempre con lame in movimento a velocità 3 per 5 secondi.
Ho svuotato il boccale del Bimby ed ho travasato la mia crema negli appositi contenitori. Il colore è carino perchè tende al rosa antico grazie all'iperico che ha rilasciato le sue tonalità; il profumo è caldo perchè prevale l'odore inconfondibile dell'elicriso che in concomitanza col bergamotto ha creato un aroma dolce ed, appunto, caldo. 
Nella sua semplicità questa crema, o meglio Manteca/Burro, ha la capacità di rigenerare la pelle secca e sciupata grazie alla presenza dell'elicriso ed iperico delle cui notevoli proprietà siamo al corrente. Le cere ed i burri oltre che dare emollienza servono soprattutto a creare quell'effetto barriera contro il gelo che in questi giorni è arrivato all'improvviso.
Ovviamente è una crema indicata soprattutto per le mani particolarmente sciupate e disidratate, per coloro che sono costretti a lavorare a mani nude sotto al freddo, oppure per coloro che soffrono di geloni o anche per coloro che sono spesso a contatto con acqua e detergenti.


lunedì 2 dicembre 2013

"ORO DI CLEOPATRA" - MASCHERA PEEL OFF FATTA IN CASA

La scorsa settimana ero al telefono con Flavia e si parlava di maschere casalinghe per la pulizia approfondita del viso. Ad un certo punto è saltata fuori l'idea di creare in casa una maschera Peel Off. Ci siamo confrontate sull'uso di alcune materie prime da utilizzare per la realizzazione di tale prodotto ed abbiamo iniziato a sperimentare.
Per Flavia il primo esperimento è stato deludente in quanto la sua maschera si seccava sul viso e non aveva quella classica consistenza gommosa dei Peel Off commerciali.
Anche per me non è stato semplice trovare gli accostamenti giusti ed al contrario di Flavia ho ottenuto maschere gelatinose molto "molli" che necessitavano per forza del spugnetta imbevuta d'acqua per essere asportate dal viso. Con tutta franchezza, nonostante i risultati non fossero quelli sperati, devo ammettere che tali maschere le ho trovate strepitose se non altro per la bella sensazione di pulizia e freschezza che ho sentito sulla mia pelle secca.
Come al solito, però non mi sono arresa e mi sono consultata anche con il mio braccio destro, ossia Monica, la quale mi ha dato altri suggerimenti. Ho continuato a sperimentare sino a che non mi è venuta in mente la ricetta della famosa "ceretta araba" o forse più conosciuta come "Oro di Cleopatra". Sicuramente vi starete chiedendo cosa c'entri la ceretta con una maschera. In realtà c'entra eccome!!!!!
La "ceretta araba" si realizza con acqua, zucchero, miele ed un goccio di limone; si lascia caramellare leggermente sul fuoco sino ad ottenere un composto "gommoso" tale da poter essere prelevato con le dita formando delle piccole palline da applicare e far aderire sulla pelle...poi con dei piccoli strappi si procede all'epilazione.
Partendo dunque da questo composto vi racconto ora cosa son riuscita a ricavare.
ORO DI CLEOPATRA
Maschera Peel Off
Sciroppo
  • 25 g di zucchero semolato
  • 30 g di zucchero a velo
  • 90 g di acqua (oppure infuso o decotto di erbe appropriate)
  • 50 g di miele d'acacia
Ho preparato questo sciroppo procedendo così: ho versato in un pentolino l'acqua e gli zuccheri ed ho posto sul fornello a fiamma bassa. Ho atteso che gli zuccheri fossero ben sciolti ottenendo uno sciroppo semplice ed infine ci ho aggiunto il miele. Ho amalgamato la soluzione per benino sempre sul fornello ed ho aspettato che si raffreddasse prima di esser messa da parte in un contenitore di vetro.
Sciroppo di zucchero e miele

Ho chiuso il contenitore ermeticamente ed ho messo da parte.
Gelatina
Tapioca, zucchero e carragenine
  • 5 g di farina di Tapioca
  • 5 g di zucchero a velo
  • 1 g di carragenine
  • 80 g di acqua (oppure infuso o decotto di erbe appropriate)
In un pentolino ho mescolato le polveri e vi ho aggiunto l'acqua; ho posto sul fornello a fiamma bassissima e mescolando di continuo ho atteso che si formasse un gel bello denso.
Gel di tapioca, zucchero e carragenine
Ho atteso che si raffreddasse ed anche questo l'ho messo da parte.
Maschera Peel Off
  • 40 g di sciroppo di zucchero e miele
  • 25 g di gel di tapioca, zucchero e carragenine
In un pentolino ho versato 40 g di sciroppo ed ho posto a caramellare dolcemente su fiamma bassissima.
Sciroppo caramellato
A questo punto, mentre lo sciroppo era ancora caldo, ho aggiunto 25 g di gel di tapioca, zucchero e carragenine, per ottenere un composto gommoso, ma morbido tale da poter essere steso sulla pelle senza difficoltà.
"ORO DI CLEOPATRA"

Il composto finale è, come noterete dalla foto soprastante, un gel corposo e gommoso.
Attendete che si intiepidisca e poi passate a stenderlo sul viso nei punti che necessitano di una pulizia più approfondita come per esempio intorno al naso, sul mento e sulla parte sopraccigliare della fronte. Lasciate agire la maschera per almeno 15/20 minuti; dopo di che prendetene un lembo con le dita ed asportate via la maschera (o meglio dire il cerotto) con un dolcissimo strappo.
Ovviamente questa maschera non è perfetta come quelle commerciali, ma è pur sempre un ottimo Peel Off che grazie alle proprietà addolcenti e nutrienti del miele, all'azione esfoliante dello zucchero e all'effetto idratante delle carragenine conferisce alla pelle una pulizia accurata dai famigerati punti neri  donando luminosità, compattezza e morbidezza persino alle pelli più secche e sciupate.
Sicuramente è un prodotto che andrà migliorato con successive sperimentazioni, ma almeno questa maschera Peel Off è un punto di partenza che potrà stimolarvi nel modificarla e renderla più "vicina" a quelle che si trovano in commercio.
Attendo dunque impazientemente i vostri risultati con le eventuali modifiche :-)

lunedì 18 novembre 2013

"Quinoa-dattero" shine styling hairspray

"Quinoa-dattero" shine styling hairspray
Quante di voi utilizzano l'aceto come ultimo risciacquo per i capelli?!
Anche io l'ho utilizzato tantissimo sino al giorno in cui il mio piccolo Matteo non mi ha detto: "mamma non profumi di mamma ma odori di capperi"!!!! Per la miseria...son rimasta un pò basita di fronte a questa osservazione. Non ci avevo mai fatto caso in realtà che i miei capelli emanavano un odore, per così dire, di sott'aceti ahahahahahahah Quindi ho preso atto di questa piccola realtà familiare ed ho   cambiato prodotto :-(
Le nostre nonne come ultimo risciacquo si servivano dell'acqua piovana, ma noi...ai nostri giorni non possiamo usare il "sudiciume" che casca dal cielo per cui sfruttiamo l'acqua distillata, infusi vari o meglio ancora un idrolato con proprietà "terapeutiche" per i nostri capelli.
Per prima cosa ho iniziato a rovistare nelle mie dispense per trovare i prodotti giusti con cui allestire il mio personalissimo spray da "ultimo" risciacquo...ed ora vi dirò quali sono gli ingredienti che ho selezionato ;-)
"QUINOA-DATTERO" shine styling hairspray (250 ml)
  • 241,5 g di idrolato di gelsomino AP (oppure un infuso di erbe secondo vostre necessità)
  • 5 g di E.F. (estratto fluido di Quinoa) AP
  • 5 g di "Datterulina" AP
  • 3,5 g di alcool "Buongusto" (alcool alimentare puro)
  • Acido citrico q.b. per pH 4,5-5
  • 10 gtt di olio essenziale o fragranza di vostro gradimento
Ho versato in un flacone spray l'idrolato e poi ho aggiunto gli altri ingredienti mescolando ad ogni aggiunta. Ho misurato il pH ed ho portato a 4,5 con l'acido citrico.
Ho lavato come al solito i miei capelli con lo shampoo (anche questo auto prodotto) che ormai da tempo utilizzo...ho messo il balsamo (sempre auto prodotto) ed ho sciacquato normalmente. Ho strizzato delicatamente i capelli senza stressarli e dopo ci ho spruzzato abbondantemente  il mio "Quinoa-dattero"...ho pettinato senza fatica ed ho strizzato il fluido in eccesso; poi son passata a tamponare con un asciugamani strofinando sulla cute in maniera "morbida" e mi sono catapultata sotto al phon.
Ci credete se vi dico che sembravo appena uscita dal parrucchiere????? Capelli voluminosi e lucentissimi...una tenuta perfetta...con le punte ben definite ed una "corposità" mai vista nei miei capelli ultra sottili!!!! Avete presente l'effetto stupendo che vi lascia l'impacco all'hennè???? Ecco...senza fare l'impacco, mi son ritrovata con lo stesso effetto in poco meno di 5 minuti :-))))))
L'estratto di Quinoa e la "Datterulina" hanno conferito a questo spray quel tocco, per così dire, "magico" ,tanto da rendere i miei capelli secchi e sottili come una seta.
E' conosciuto ormai da tempo il potere della Quinoa di proteggere i capelli dall'uso del phon o di piastre elettriche prevenendo così le orribili doppie punte. La "datterulina" dal canto suo, ricca di sali minerali, allantoina ed inulina non può far altro che rafforzare i "poteri" della Quinoa aggiungendo gli zuccheri necessari al nutrimento della nostro cuoio capelluto e di conseguenza ai bulbi piliferi.
Comunque la soddisfazione maggiore è stata quella di sentirmi dire da Matteo: "ecco!!!! Ora sì che profumi nuovamente di mamma" ;-) 


sabato 9 novembre 2013

"DATTERULINA" ED OLEOLITO DI DATTERI

Datteri sfusi essiccati
L'autunno è la stagione della frutta secca: noci, nocciole, arachidi,pistacchi, mandorle e non per ultimi i datteri.
La palma da datteri, Phoenix dactylifera trova il suo habitat naturale in Paesi dal clima caldo come il bacino del Mediterraneo e dove il frutto viene consumato non solo come alimento ultra calorico, ma anche e soprattutto  come frutto "terapeutico" in caso di mal di gola o come anticatarrale ed emolliente in caso di bronchite. Non solo...Il decotto di datteri si utilizza anche come antinfiammatorio dell'intestino. In ogni caso i datteri sono una fonte naturale di sali minerali importantissimi per il nostro organismo. Ricordiamo che in essi sono contenuti potassio, magnesio, fosforo, selenio, calcio, sodio, rame, manganese, ferro; vitamine A, K, J ed alcune del gruppo B, nonché zuccheri come destrosio, fruttosio,  maltosio e saccarosio; oltretutto contengono anche una buona dose di aminoacidi. Insomma il dattero è un rimineralizzante naturale ma, ahimè, anche un frutto ipercalorico, soprattutto se ingerito secco!
Il dattero trova anche largo impiego in ambito cosmetico grazie al suo olio che si ricava dai semi spremuti a freddo e ad un estratto che, invece, viene ricavato dai frutti. Come tutti i frutti dei "palmisti", il dattero era conosciuto dalle donne dell'antico Egitto che utilizzavano i suoi estratti per donare compattezza, idratazione e tono alla cute arsa dal sole e dal vento.
Dopo questo breve excursus sulle proprietà dei datteri voglio condividere con voi due preparazioni che ho approntato in casa con queste delizie zuccherine.
In primo luogo ho voluto preparare la "Datterulina". Vi starete sicuramente chiedendo che cavolo sia questa "Datterulina". E' semplicemente un decotto di datteri denocciolati con l'aggiunta di radici di consolida, ricca di allantoina e radici di tarassaco, ricco di inulina...per cui mi è venuto immediatamente il nome da dare a questo estratto.
"DATTERULINA"
  • Una manciata di datteri secchi a pasta molle
  • Un cucchiaio di radici di consolida essiccate e sminuzzate
  • Un cucchiaio di radici di tarassaco essiccate e sminuzzate
  • Acqua oligominerale
  • Glicerina vegetale
Datteri denocciolati
Innanzi tutto ho denocciolato i datteri
Datteri sminuzzati

poi li ho "sminuzzati" grossolanamente e li ho posti a cuocere in una pentola capiente insieme alla radice di consolida e radice di tarassaco; li ho ricoperti con acqua oligominerale ed ho dato inizio alla cottura che è durata poco più di un'oretta. Con la decozione in pratica ho ottenuto sia i sali che gli zuccheri...infatti il liquido si presenta proprio come uno sciroppo fluido. Comunque ho aspettato che il composto si intiepidisse e poi son passata a filtrare il tutto più di una volta sino ad ottenere uno sciroppo dal color miele ambrato e pulito da qualsiasi impurità.
Sciroppo di datteri, consolida e tarassaco
A questo punto ho pesato il liquido ed ho aggiunto esattamente lo stesso peso di glicerina vegetale. Ho mescolato per bene ed ho misurato il pH che era 5,5...quindi ho travasato in bottigliette scure ed ho etichettato.
"Datterulina" AP

La "Datterulina" è un estratto che può essere inserito in qualsiasi formulazione cosmetica in quanto ricca di sali minerali, allantoina ed inulina. Si può aggiungere in Fase A sino al 10% oppure in Fase C sino al 5%. Ottima per creare lozioni rinforzanti per i capelli in sinergia col Pantenolo oppure in creme elasticizzanti corpo o ancora in creme rimpolpanti per il viso.
Coi noccioli che ho separati dai frutti, invece, ho allestito un oleolito.
OLEOLITO DI DATTERI
  • Una manciata di noccioli di datteri
  • Olio di arachidi
Noccioli di datteri
Anche in questo caso ho sminuzzato i noccioli servendomi del Bimby
Noccioli di datteri sminuzzati
Ho riposto nuovamente i noccioli nel boccale del Bimby ed ho versato 250 g di olio di arachidi...poi ho impostato il mio elettrodomestico per 1 ora (4 volte) a 37°C con velocità 1! Dopo 4 ore ho filtrato (anche in questo caso per più di una volta) sino ad ottenere un olio limpido e senza impurità. Ho travasato nella solita bottiglietta scura ed ho etichettato.
Oleolito di datteri

Per quest'oleolito ho preferito utilizzare l'olio di arachidi per le affinità che lo accomunano all'olio di datteri. Quest'oleolito insieme alla "Dattirulina" si dimostrano efficaci anche nel combattere l'acne giovanile oltre a donare tono ed elasticità alle pelli senescenti. In combinazione con olio di Argan ed olio di Canapa creano delle vere "bombe" anti-age :-)

domenica 3 novembre 2013

"LANOLINA VEGETALE" FATTA IN CASA A MODO MIO


"Lanolina vegetale" AP
Tra i miei lettori ce ne stanno molti che sono vegani e per una loro scelta personale non fanno uso di prodotti derivati dagli animali anche nel caso in cui non vi è un danno fisico sull'animale in questione. Per mia natura tendo sempre ad accontentare qualsiasi tipo di richiesta, finché i mezzi e le conoscenze me lo permettono.
In questo particolare caso, ho studiato a fondo tutte le proprietà della lanolina, cera che l'animale secerne attraverso la sua pelle e che si deposita sul manto lanoso. In ambito cosmetico o farmaceutico, la lanolina viene utilizzata come emolliente ed idratante soprattutto indicata per pelli secche o per la preparazione di unguenti, nonché nella preparazione di lipstick per la sua particolare caratteristica di rendere "volumizzanti" tali prodotti. La lanolina viene utilizzata anche come emulsionante A/O (acqua in olio) in quanto è in grado di assorbire acqua per il doppio del suo peso; spesso, infatti,  la troviamo accostata ad un coemulsionante come per esempio l'alcool cetilico.
Di contro c'è da dire che la lanolina può provocare anche allergie e quindi  se ne sconsiglia un uso spropositato o comunque se ne consiglia una dose minima da incorporare nelle nostre emulsioni; non a caso in ambito farmaceutico è stata spesso sostituita con la vasellina bianca!
Volendo ora rispettare più o meno le stesse caratteristiche della lanolina andiamo alla ricerca degli ingredienti adatti per fare in casa la nostra "lanolina vegetale".
Innanzitutto abbiamo bisogno di un olio che sia emolliente, piuttosto "viscoso", che abbia una buona affinità con la nostra pelle, che non sia particolarmente "grasso ed untuoso"...insomma che abbia all'incirca le stesse qualità della lanolina. E chi meglio dell'olio di jojoba rispetta tali caratteristiche?
Ora ci serve un gelificante che ci permetta di gelificare l'olio a freddo.
Tra quelli che ho in casa gli unici che mi permettono di fare una cosa simile è la gomma arabica o il sodio alginato, ma in questo caso ho preferito usare la gomma arabica. Ed ora passo a descrivervi come ho realizzato la mia "Lanolina Vegetale"
"LANOLINA VEGETALE"
FATTA IN CASA A MODO MIO
  • 40 g di olio di jojoba o di mandorle
  • 10 g di gomma arabica
  • 20 g di acqua demineralizzata
In un mortaio umettate la gomma arabica con un pò d'olio per volta pestando bene e sino ad ottenere un composto gelatinoso e denso. Quando vi rendete conto che tale composto è ben amalgamato passate il tutto nel boccale del minipimer ed aggiungete tutto in una volta l'acqua e frullate energicamente col minipimer fino ad ottenere un'emulsione vera e propria...bianca, densa e..."collosa".

"Lanolina vegetale" AP

A differenza della lanolina di origine animale, questa non è densa come una cera, ma rispecchia in pieno le stesse caratteristiche di quella animale....emolliente, idratante, protettiva, non untuosa, emulsionante, volumizzante, ecc. ecc. ecc.
Con la "lanolina vegetale" AP potete preparare unguenti, lipstick, creme elasticizzanti, addirittura condizionanti per capelli secchi ed ispidi...Insomma si presta benissimo ad essere utilizzata nello stesso modo in cui utilizzereste la lanolina di origine animale.
Nei prossimi articoli vi farò vedere come l'ho utilizzata per creare un unguento per Matteo ed una pomata sempre per il piccolo. Vi terrò aggiornati :-)
A proposito dimenticavo di dire che in questo caso, pur essendoci la presenza dell'acqua, non ho ritenuto opportuno aggiungere conservanti in quanto l'acqua è minima ed oltretutto è un'emulsione A/O, ma se voi ritenete opportuno aggiungere un pò di conservante nessuno ve lo vieta :-)
 


 

giovedì 26 settembre 2013

SAPONE "CREMA D'AVENA"

Sapone "Crema d'Avena"
Siete pronti coi vostri occhialini, guanti e mascherina? Allora procediamo immediatamente alla produzione di questo sapone dalle mille proprietà :-)

SAPONE "CREMA D'AVENA"
  • 550 g di olio d'Oliva
  • 200 g di olio di Cocco
  • 50 g di olio di germe di Grano
  • 50 g di olio di Riso
  • 100 g di oleolito d'Avena (autoprodotto in olio d'Oliva)
  • 50 g di burro di Karitè
  • 300 g di latte d'Avena fatto in casa
  • 134,6 di soda caustica (sconto 6%)
  • 10 di sale da cucina
  • 15 g di sodio citrato
  • 20 ml oli essenziali o fragranze a piacere (facoltativo)
Il procedimento che ho adottato per questo sapone è tutto a freddo!
Vediamo un pò come fare.
Pesate tutti gli oli ed i burri e poneteli nella vostra solita pentola, ma non scaldate nulla. A parte preparate il latte d'Avena prendendo un bel cucchiaio colmo di fiocchi d'avena che immergerete in circa 400 g/ml di acqua demineralizzata. Col minipimer frullate sino ad ottenere una poltiglia. Lasciate riposare per qualche minuto per far sì che i fiocchi scendano sul fondo del boccale dove avete frullato, dopo di che potete passare a filtrare opportunamente con un tovagliolino di cotone o semplicemente con carta filtro. Ora, dal latte che avete ottenuto, prelevatene 300 g e versatelo in una caraffa adeguata alla soluzione caustica. Innanzi tutto sciogliete nel latte prima il sale e poi subito dopo il sodio citrato. Quando non vi è più traccia delle polveri potete aggiungere la soda caustica mescolando energicamente con un cucchiaio d'acciaio per sciogliere immediatamente l'alcale. Questa operazione deve essere effettuata in gran velocità in quanto la soluzione tende a formare grumi "gellosi". Versate ora la soluzione nella pentola dei grassi e mescolate di continuo con il cucchiaio affinchè i burri ed i grassi solidi (olio di cocco) si fondano completamente. Mescolate di continuo e non preoccupatevi ancora di raggiungere il nastro perchè questa è la fase che vi permetterà di saponificare tutti gli oli (questo è il momento in cui potete aggiungere fragranza oppure gli oli essenziali che avete scelto). Quando l'emulsione inizierà a cambiare colore e, cioè a sbiancarsi leggermente, potete iniziare a procedere col minipimer. Mentre frullate cercate anche di muovere il vostro elettrodomestico in maniera circolare per amalgamare bene tutti gli oli presenti. Il vostro sapone inizierà a sbiancarsi raggiungendo pian piano il nastro che, in questo caso non deve essere densissimo, ma dovrà avere la consistenza di un fluido cremoso. Nella preparazione vi renderete conto che la pentola non sarà mai tanto calda da non poterla toccare con le mani...ciò significa che state lavorando ad una temperatura di circa 40°C.
Versate il vostro sapone negli stampi che preferite e ricoprite con carta forno...poi avvolgete in copertine di lana e lasciate a riposo per 48 ore.
Trascorso il tempo, passate a sformare il sapone e procedete alla fase della stagionatura. Adagiatelo su cartoni ricoperti da fogli assorbenti (tovaglioli tipo scottex possibilmente bianchi) e "stipatelo" in un luogo asciutto per circa 6 settimane prima di utilizzarlo.
Sapone "Crema d'Avena"
Il metodo tutto a freddo vi permetterà di conservare le maggiori proprietà degli oli e grassi che avete usato per la creazione di questo sapone, per cui grazie alle bassissime temperature non vi è bisogno di aggiungere l'oleolito oppure l'olio di germe di grano al nastro. Inoltre questo metodo vi consentirà di aggiungere anche fragranze sintetiche che tendenzialmente ammassano il sapone, ma che in questo caso non influiscono sulla resa di un ottimo nastro.
Sulla qualità che dirvi? E' un sapone molto, ma molto delicato sulla pelle e produce una schiuma che sembra più una crema anzichè una schiuma vera e propria...è densa, cremosa appunto, ed è piacevolissima sulla pelle perchè sembra quasi di utilizzare un latte detergente al posto di un sapone.  Dopo l'uso non si avverte quella sensazione di pelle che tira anzi...vi ritroverete con una pelle morbidissima, ben detersa ed oserei dire anche nutrita.
Sapone "Crema d'Avena"


venerdì 20 settembre 2013

SODIO CITRATO IN POLVERE FATTO IN CASA

Sodio citrato anidro
Dopo una lunga assenza eccomi nuovamente qui con l'ultima delle mie preparazioni casalinghe.
Molto spesso i miei lettori mi hanno chiesto cosa fosse il sodio citrato e soprattutto a cosa servisse. Ovviamente Wikipedia ed altri siti accreditati spiegano esattamente cosa sia questa sostanza; da parte mia mi limiterò a riassumere in breve soprattutto l'uso e la funzione che ha nel sapone.
Dunque, il sodio citrato è un sequestrante, cioè sequestra, ossia allontana/separa i metalli presenti in una determinata materia che nel nostro caso è il sapone. Come tale, il sodio citrato evita il formarsi di quella fastidiosa patina sul lavabo dopo aver usato una saponetta solida o anche dopo un lavaggio in lavatrice o lavastoviglie dopo l'uso di un sapone auto-prodotto. Oltre a questa funzione, il sodio citrato serve anche a dare una certa durezza ai saponi solidi e funge da antiossidante poichè evita l'irrancidimento dei grassi presenti. In presenza di acque dure funge anche da addolcitore poichè interagisce con il calcare in eccesso. Non è assolutamente un correttore di pH come si legge da alcune parti in quanto il suo pH è quello canonicamente definito neutro e cioè equivalente a 7!!!!
In commercio si trova generalmente sotto forma di polvere/cristalli, solubilissima in acqua, dal colore bianco, inodore e con un costo relativamente medio basso, anche se è difficile da reperire se non attraverso siti on-line!
Ovviamente data la crisi economica che si abbatte su ognuno di noi giorno per giorno, si tende a fare a meno di alcune materie prime per evitare di pesare sull'economia familiare, quindi ecco che il bisogno aguzza l'ingegno!!!! In questo caso non ho fatto altro che sfruttare le due formule più accreditate per creare in casa il mio sodio citrato pronto all'uso e soprattutto in polvere come quello "industriale".
Non vi lascio più in ansia e passo subito alla ricetta, anzi alle ricette il cui procedimento è del tutto identico
SODIO CITRATO
  • 74 g di soda caustica (NaOH idrossido di sodio)
  • 100 g di acqua demineralizzata o distillata
  • 125 g di acido citrico anidro (132 g di monoidrato)
oppure
  • 75 g di acido citrico anidro (82,5 g di monoidrato)
  • 100 g di bicarbonato di sodio
  • 150 g di acqua demineralizzata o distillata
Se si segue la prima formula, munirsi e proteggersi con guanti di gomma, occhiali e mascherino!!!!

Per mia comodità ho scelto di procedere con la prima formulazione.
In una caraffa di Pyrex versare l'acqua occorrente e sciogliervi la soda caustica. Attendere che l'acqua torni limpida e cristallina ed a quel punto aggiungere tutto in un botto l'acido citrico. Fare molta attenzione a questa manovra perchè l'acido a contatto con la soluzione acquosa reagisce immediatamente con il suo effetto effervescente, per cui tenersi lontano dalla caraffa fino a che finisca la reazione che dura pochissimi secondi!. Mescolare vigorosamente sino a sciogliere completamente la polvere.
Soluzione di acqua, soda e acido citrico
Dopo circa un minuto, il composto inizia a solidificarsi perchè i sali precipitano cristallizzandosi e divenendo bianchi
Precipitazione dei cristalli

A questo punto, prima che il composto inizi ad indurirsi, travasate il tutto in una pirofila di Pyrex 
Travaso dei cristalli

Come si evince dalla foto, il composto tende ad indurirsi in pochissimi minuti, per cui è opportuno "sgrattare" sempre la soluzione dal fondo del contenitore per evitare che si attacchi e che si indurisca tanto da non poter essere più lavorato. Smuovetelo in continuazione con un cucchiaio o spatola in acciaio inox. Questa manovra vi agevolerà il lavoro e vi permetterà di fare meno fatica dopo!
Quando vi renderete conto che il composto prenderà sempre più consistenza pur rimanendo ancora morbido, passate in forno ventilato a 50°C (oppure in forno ellettrico a 60°C con lo sportello semiaperto) per circa 2 ore. In questo frangente di tempo, però dovete tirar fuori ogni 5/10 minuti, la pirofila dal forno e continuare a "sgrattare"
Composto di cristalli ancora umidi

cristalli ancora umidi

Trascorse le due ore e dopo aver smosso continuamente il composto nella pirofila, otterrete dei cristalli secchi, ma compatti e molto grossolani.
cristalli grossolani e quasi secchi

Ora potete travasare il tutto su un foglio di carta forno
Cristalli da frantumare

Ponetevi sopra un altro foglio di carta forno e passateci il matterello schiacciando per bene. Alla fine dell'operazione, se vi rendete conto che i vostri cristalli risultano ancora leggermente umidi, potete rimetterli in forno con le stesse modalità, ma per circa mezz'ora o poco più, secondo necessità! Quando tirerete via la polvere dal forno dovrà essere praticamente asciutta e per verificarlo, basta prenderla tra le dita come se fosse una bella presa di sale. Il contatto dovrà darvi la sensazione dell'asciutto completo perchè la polvere non dovrà attaccarsi o appiccicarsi sulla vostra mano. A proposito, in questo caso potete fare tutto a mani nude perchè la soluzione ha ormai un pH che è uguale a 7, per cui non c'è più pericolo poichè le polveri si sono neutralizzate a vicenda!
sodio citrato reso in polvere
Ora non vi resta che ripetere l'operazione "matterello" sino ad ottenere una bella polvere in cristalli piccolissimi asciutti! Aspettate che siano ben freddi prima di travasarli in un barattolo!
sodio citrato anidro
Questo sopra è il risultato che dovrete ottenere. Come vedete i cristalli sono bianchissimi, anche se risultano ancora un pò grossolani non importa...basta che siano privi di umidità e di acqua affinchè voi possiate travasarli comodamente in un vasetto di vetro a chiusura ermetica!
Sodio citrato 
Ora per vostra curiosità, provate a sciogliere un pizzico di questa polvere in un cucchiaino di acqua e misuratene il pH! Vedrete che sarà neutro...ossia il risultato sarà un bel 7!!!!!
Queste dosi che vi ho indicato vi permetteranno di ottenere circa 190 g di sodio citrato anidro che potete conservare tranquillamente in barattolo chiuso ermeticamente, lontano da fonti di calore e soprattutto lontano da fonti di umidità! Sarà opportuno attendere un paio di settimane prima di utilizzarlo proprio per verificare il suo grado di umidità, perchè se mai dovreste accorgervi che necessita ancora di "asciugatura" sarà il caso di passarlo in forno per un altro pò di tempo. Questo dipenderà molto dall'ambiente in cui vivete...se siete in zone marine o tipicamente umide. Qui in collina direi che non ci sono problemi, ma nonostante questo, verifico sempre che il contenuto sia bello asciutto e granuloso al punto giusto.

L'altra soluzione, cioè quella con bicarbonato al posto della soda caustica è praticamente identica....solo i tempi sono leggermente più lunghi!
Ora non vi resta che provarlo per cui vi auguro buon lavoro!


EDIT: In ogni caso per chi fosse pigro o non avesse il tempo necessario per preparare in casa il sodio citrato potete trovarlo già pronto qui: http://www.dadalindo.it/news-592/ELENCO-MATERIE-PRIME-DISPONIBILI-PAGINA-1.aspx ed anche l'acido citrico!!!!

sabato 6 luglio 2013

SALVIETTE DETERGENTI MULTIUSO ECO-BIO

Salviette detergenti alla Lavanda e alla Calendula
Chi di voi non ha mai utilizzato le salviette umidificate detergenti per struccarsi alzi la mano! Io faccio parte di quella cerchia di persone a cui non possono mancare le salviette umidificate! Ovviamente in commercio ne esistono svariate e per mille usi...da quelle struccanti a quelle per l'igiene intima...da quelle per bambini a quelle per uso quotidiano in mancanza di acqua o sapone...Insomma certamente vi è un'ampia scelta, ma come al solito, se ci soffermiamo a leggere le minuscole etichette (vado in giro con la lente perchè non ci vedo più ahahahah) ci accorgiamo che gli ingredienti in esse contenute sono talmente schifosi che vien voglia di lavarsi, piuttosto, in una pozzanghera di fango!!!
Comunque, amando mettermi alla prova, ho voluto creare un liquido detergente adeguato per fare in casa le nostre belle salviette :-)
Vediamo un pò come bisogna procedere!
Innanzitutto anche in questo caso mi son servita di alcuni scarti di sapone che avevo prodotto durante l'autunno scorso e coi quali ho preparato una crema di sapone proprio come avevo fatto qui ! L'unica differenza è che stavolta ho usato il burro di Karitè al posto del burro di albicocca. Ora passiamo alla ricetta!
SALVIETTINE DETERGENTI MULTIUSO
Per questa operazione mi sono servita del Bimby solo per una questione di velocità, ma potete utilizzare qualsiasi elettrodomestico a voi favorevole per miscelare le vostre misture.
Ho versato nel boccale del Bimby 50 g di crema di sapone e vi ho aggiunto i 500 g di idrolato di Lavanda. Ho impostato il mio elettrodomestico a 30 minuti, temperatura 37°C, velocità 2.
Crema di sapone al burro di Karitè
Crema di sapone sciolta con idrolato di lavanda
Trascorsi i 30 minuti ho ottenuto questo fluido, bianco e lattiginoso, molto profumato. Ho misurato il pH ed ho corretto con acido lattico sino a farlo scendere a 7. A questo punto ho aggiunto anche l'olio essenziale di lavanda ed ho versato il tutto in una bottiglia per far riposare affinchè scomparisse del tutto la schiuma.
Fluido detergente con schiuma


Fluido detergente dopo circa un'ora
Come potete notare dalla foto in alto, la schiuma, dopo circa un'oretta è scomparsa quasi del tutto.
Nel frattempo però non sono stata con le mani in mano, anzi ho preparato le salviettine, servendomi dei comuni tovaglioli di carta stoffa grandi!
Tovagliolo di carta stoffa
Ho preso uno ad uno i tovaglioli dividendoli in quattro parti uguali
Tovagliolo ritagliato in quattro parti uguali

A questo punto, ho ripiegato su sè stessi tutti i tovagliolini così ottenuti e li ho riposti nel mio contenitore in plastica opaca per far sì che prendessero forma. 
40 salviette ripiegate nel contenitore
Fatto questo, ho capovolto il contenitore su una tovaglietta ed ho iniziato il procedimento per umidificare tutte le salviette. Innanzitutto ho versato nel contenitore un piccolo strato di fluido detergente
Strato di fluido detergente
e quindi son passata ad immergere una per una le salviettine che avevo già preparato. Man mano che notavo che si inzuppavano, pigiandole leggermente per schiacciarle (munita di guanti di lattice per facilitarmi il compito ed anche per una questione igienica), aggiungevo dell'altro fluido e quindi delle altre salviette sino ad arrivare all'orlo.
Salviette umidificate
Noterete che non vi è eccesso di fluido detergente poichè le salviette man mano lo hanno assorbito tutto. Ho chiuso il mio bel contenitore ed ho lasciato riposare per un'intera notte proprio per agevolare l'intero assorbimento di liquido.
Con 10 tovaglioli di carta stoffa ho ottenuto 40 salviettine umidificate per le quali è bastato solo la metà del fluido detergente che avevo preparato. Il latte di sapone che mi è rimasto l'ho conservato tranquillamente in bottiglia a temperatura ambiente e dopo tre settimane è ancora intatto ed integro nonchè profumatissimo.
Anche le salviette, prima di utilizzarle le ho testate...cioè...non essendoci alcun tipo di conservante ho voluto lasciarle inutilizzate per almeno tre settimane per verificare l'eventuale formazione di muffe o cambiamenti nell'odore e nel colore. NULLA! Sono intatte, profumate, idratanti e morbidissime nonostante tutti i giorni ho aperto il contenitore sapendo che la contaminazione batterica attraverso la sola aria avrebbe potuto compromettere il mio lavoro. Ma vi garantisco che non è accaduto nulla di tutto ciò che mi aspettavo!
Ovviamente a questo punto non mi rimaneva altro da fare che testarle per struccarmi...soprattutto gli occhi. Non vi dico con quale piacere l'ho fatto, perchè finalmente i miei occhi non lacrimavano. Non solo...mi sentivo la pelle morbida e vellutata al tatto e soprattutto ben detersa. Dopo l'uso ho passato sul mio viso solo un batuffolo di cotone imbevuto di idrolato di lavanda per ripulire i residui del detergente e per riequilibrare il pH fisiologico della mia pelle.
Salviette umidificate alla Lavanda
Non contenta, ho preparato anche quelle alla calendula adatte soprattutto alla detersione dei culetti dei neonati. In questo caso il pH 7 delle salviette favorisce il ripristino dell'equilibrio fisiologico della pelle delicatissima dei neonati che, si sa dopo la pipì che è molto acida si ritrovano, poverini, sempre col culetto arrossato!
Salviette umidificate alla Calendula

Insomma in casa mia fra me e Matteo ne stiamo consumando veramente a bizzeffe ed oltretutto il mio cucciolotto le sta anche utilizzando dopo le fastidiose punture di zanzara dicendomi che si sente finalmente "fresco"!
Non mi resta che augurarvi buon lavoro in attesa delle vostre sperimentazioni :-)


venerdì 5 luglio 2013

QUANDO SI INCONTRA IL FOTOVOLTAICO E LA FOTOSINTESI

Oggi lascio questo spazio ad una mia lettrice che vuole condividere con tutti noi l'amore per il nostro bel Pianeta. Ha scritto un articolo molto interessante che io vi allego e vi auguro di riflettere molto.
Buona lettura.

"La natura offre spunti meravigliosi alle nuove tecnologie. Le piante, con le loro caratteristiche uniche, riescono ad essere sempre oggetto di ricerche poiché da processi così semplici che madre natura ha creato, non possiamo che prenderne spunto continuamente.
Uno degli tanti esempi che si può citare è quello della fotosintesi, paragonandola all'energia fotovoltaica.
Il sole è una fonte di energia straordinaria e le piante vivono grazie ad esso. Allo stesso modo, anche noi "umani", abbiamo usato il sole da sempre. Assieme all'acqua, il sole, può essere decisamente considerato un elemento di vita.
Le nuove tecnologie si evolvono, ed ora è diventato ormai uso "quasi"comune poter utilizzare pannelli fotovoltaici per trasformare l'energia mandata dai raggi solari in energia elettrica, utile per utilizzarla per il fabbisogno domestico ed anche per riuscire a racimolare qualche entrata non da poco.

Ma come è possibile fare un confronto tra fotosintesi e fotovoltaico?

Le piante utilizzano il processo di fotosintesi clorofilliana, che permette loro di trasformare la luce solare in energia, attraverso un processo chimico che produce così anidride carbonica e acqua.
I pannelli fotovoltaici utilizzano l'effetto fotovoltaico, per l'appunto, che attraverso l'uso di un materiale semiconduttore (di solito il silicio) riesce a tramutare la luce del sole in energia attraverso il passaggio di elettroni.

E cosa accadrebbe se le cose si combinassero tra loro?

Nell'università di Tor Vergata è in fase di ricerca la possibilità di utilizzare la fotosintesi clorofilliana anziché le classiche celle solari al silicio. Questo potrebbe portare un enorme risparmi dell'acquisto perché il silicio è il materiale che incide sul 60% della prezzo finale del pannello. Per questo si sta cercando di imitare la fotosintesi clorofilliana per ottenere delle celle fotovoltaiche di tipo organico che possono ottenere un rendimento anche del 15 % in più rispetto le celle fotovoltaiche attuali.

Un altro studio molto importante è quello fatto dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology), i quali, ispirandosi al processo di fotosintesi, hanno sviluppato un sistema per immagazzinare l'energia anche quando il sole non brilla.
Questo sistema consiste nel utilizzare l'energia del sole per dividere l'acqua in idrogeno ed ossigeno, questi elementi possono essere ricombinati all'interno di una cella combustibile, creando in questo modo energia elettrica che può alimentare la propria casa di giorno e di notte.

Ma le ricerche non si fermano solo qui e sono molti altri i progetti che voglio sempre più imitare i processi naturali per apportare dei vantaggi concreti nella nostra vita quotidiana. Quindi, grazie alle piante per esistere e farci capire che ancora i processi per migliorarci sono lunghi e grazie agli studi scientifici che riescono a sfruttare al meglio i sistemi che la natura ci ha donato.

Questo articolo è un contributo di www.pvcompare.net"

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