domenica 18 marzo 2012

L'ENFLEURAGE - Come nasce un profumo - Parte prima

Quando abbiamo parlato degli oli essenziali e di come vengono ricavati vi ho accennato ad un'antica tecnica artigianale tramite la quale si ricavano le essenze floreali molto delicate come gelsomino, tuberosa e rosa che  con la distillazione a vapore perderebbero la loro fragranza a causa del calore, quindi questi delicati fiori necessitano di un'estrazione a "freddo". Tale tecnica  si chiama ENFLEURAGE e consiste in un'estrazione a freddo tramite solvente, il quale in tempi remoti, era costituito da grassi animali come quello di maiale e sugna di bue con l'aggiunta di una piccola percentuale di Benzoino per rallentare l'irrancidimento. Il grasso veniva spalmato su due lastre di vetro bordati di legno, praticamente due telai! Sul grasso venivano poi adagiati i petali dei fiori colti possibilmente la mattina presto; si sovrapponevano le lastre una sull'altra e si lasciavano al buio per almeno 24 ore, poi si riaprivano e venivano rimossi tutti i fiorellini e sostituiti con altri freschi. Tale operazione si effettuava per circa 30 giorni o forse più sino a che il grasso non era completamente saturo di essenza profumata. Terminate queste laboriose operazioni, si passava a raschiare il grasso dal vetro; il risultato era una pomata profumata. A questo punto la pomata veniva "lavata" con alcool etilico fino ad ottenere un olio profumato che, debitamente filtrato, dava origine all' "ASSOLUTO" da cui si ricavava poi il PROFUMO.
Nella capitale della profumeria europea, a GRASSE in Francia venne inventata la tecnica dell'ENFLEURAGE a CALDO o MACERAZIONE! Si procedeva all'infusione dei fiori in una miscela di grassi ad una temperatura non superiore ai 60° C. Ogni due ore il grasso veniva mescolato e dopo 24 ore i fiorellini venivano sostituiti con quelli freschi...tutto ciò durava circa per un mese....sempre sino a che la pomata non si saturava di fragranza profumata. Anche in questo caso la pomata veniva trattata con alcool per essere lavata ed ottenere così l'essenza ASSOLUTA.
A chi di noi non è passato per la testa almeno per una volta l'idea di crearsi un profumo o di ricreare una fragranza che ci ricorda qualcuno o qualcosa????!!!! Bene anche in questo caso non potevo certo esimermi dalla sperimentazione artigianale e proprio in questi giorni con l'esplosione della bella stagione vi è per le campagne un manto di fiorellini colorati e profumati come le violette mammole la cui fragranza mi ricorda la pelle profumata dei bambini. Cosa ho fatto???? Eh eh eh.....innanzi tutto ho colto un pò di violette
violette mammole
le ho riposte in una scatolina di cartone e son tornata a casa per costruirmi i telai.
Ovviamente non volendo fare spese superflue ho adattato due cornici per foto che avevo in casa inutilizzate
cornice di vetro per foto
ho tolto la parte retrostante per ottenere il mio telaio in vetro
telaio da cornice
dopo di che son passata a rivestire il vetro con due tovagliolini di lino purissimo
tovagliolini di lino su vetro
a questo punto però mi è sorta spontanea una domanda: "che grasso utilizzo???? Non certo quello di origine animale come lo strutto!!!!" ed allora che ho fatto??!! Ho sciolto 100 g di burro di karitè purissimo e inodore con 30 g di olio di girasole e 10 gtt di olio essenziale di Benzoino.
burro di karitè montato
Ho montato il burro per renderlo spalmabile e ne ho ottenuto una crema abbastanza densa ma morbida per essere lavorata e spalmata con una classica spatola per dolci
spatola per dolci
ho iniziato a spalmare il burro montato sul tovagliolino di lino posto sul telaio
burro spalmato
quindi son passata ad adagiare i fiorellini su ogni lastra comprimendo leggermente affinchè affondassero nel burro
violette adagiate sul burro
fatto questo, ho sovrapposto le lastre chiudendole
telai sovrapposti
ed ho riposto il tutto in un armadio in attesa di cogliere altri fiorellini di violette da sostituire....ciò che farò domani.
Per il momento vi lascio ai preparativi promettendovi di aggiornarvi via via che procederò con questo meraviglioso esperimento.
Spero di non avervi annoiato, ma l'argomento richiede davvero tanta "energia"!
Buon lavoro
Lalla

domenica 11 marzo 2012

CREMA MIMOSA

E' già da un pò che la bellissima Mimosa è fiorita e ci ha annunciato la primavera coi suoi fiorellini "batuffolosi" gialli che mettono sempre tanta allegria...La stavo attendendo con ansia non solo per goderne della meravigliosa visione ma per estrarne le sue dolci proprietà in quanto è un'alleata della nostra pelle. Già, avete capito benissimo! Questa pianta così dolce nasconde in sè delle qualità che non tutti conoscono. Il fatto stesso che sia tra le prime piante a fiorire anche quando il clima è ancora rigido ci fa pensare che sia molto forte nonostante la sua apparenza così fragile....con i tralci esili e pieni di grappoli di fiorellini gialli, essa ci annuncia la fine dell'inverno e l'inizio della primavera.
Mazzetti di Mimosa
Cosa nasconde???? Bene....nasconde delle notevoli proprietà cosmetiche! I suoi estratti si utilizzano soprattutto per le pelli secche, aride e screpolate che, l'inverno purtroppo, contribuisce a rendere ancora più spente! La mimosa ha proprietà lenitive e protettive e dona alla pelle elasticità, levigatezza e lucentezza.Come possiamo usare dunque questa meraviglia della natura? Innanzitutto bisogna dire che da tale pianta si utilizza soprattutto la corteccia. Ma perchè mai dovremmo rovinare la sua bellezza aggredendola in questo modo?  Allora cerchiamo la maniera più semplice...cogliamo i mazzettini di fiori e ricaviamoci i nostri macerati.

La prima cosa che ho realizzato coi fiorellini è stato proprio un macerato glicerico, usando 10 g di fiorellini in 50% di glicerina vegetale e 50% di acqua distillata. Dopo la macerazione ho filtrato accuratamente ed ho strizzato ben bene il succo che ho poi travasato in una delle mie solite boccettine scure.
Fiorellini di Mimosa
Poi son passata a distillarla, producendo l'acqua floreale di Mimosa....ed anche quella l'ho messa da parte in bottiglia di vetro ed ho conservato.
Ovviamente non poteva mancare l'oleolito che è tutt'ora in macerazione in quanto ogni giorno sostituisco i fiorellini con quelli freschi e quindi la macerazione si protrae sino a fine fioritura.
Poi, stasera ho pensato di fare anche la pomata/cera alla mimosa, cuocendo la cera d'api a bagnomaria con dentro i fiorellini gialli.
Preparazione della Pomata/cera alla Mimosa
Ho lasciato sul fuoco per circa 2 ore e, quando la cera era ancora calda sono passata immediatamente a filtrare (premunendomi di guanti di gomma) in una tela di cotone sottile e strizzando il più possibile i fiori impregnati di cera.
Cera e fiori in cottura
Ho lasciato solidificare il liquido ed ho etichettato come al solito.
Pomata/cera alla Mimosa
Infine non potevo fare a meno di sfruttare le proprietà di questa stupenda pianta per crearmi una crema adatta alla primavera! Una crema leggera, soffice, di facile assorbimento e spalmabilità, ma non certamente povera di costituenti!
CREMA MIMOSA
- 47,5 g di idrolato di Mimosa
-   2    g di macerato glicerico di Mimosa
-   0,5 g di amido di riso
-   5    g di cera/pomata alla Mimosa
-   2,5 g di burro di Karitè
-   2,5 g di burro di Mango
- 10    g di olio di Argan
- 10    g di olio di Germe di grano
- 10    g di olio di Canapa
- 10    g di olio di Avocado
- 16 gtt di o.e. di Benzoino o Cosgard
- 5/6 gtt di o.e. di vaniglia
Come avrete notato ho utilizzato tutti oli indicati per pelli secche e ricchi di vitamine A, E e B.
Vediamo il procedimento!
Nell'acqua ho sciolto il macerato glicerico e l'amido di riso per creare un gel (trucchetto che mi è stato insegnato da Alessandra, la quale sa perfettamente che io non sopporto la xantana per quel suo effetto bava che lascia sulla pelle appena si spalma un'emulsione dove è stato utilizzato il suo gel). Ho messo quindi la soluzione idrolato/MG/amido a scaldare a bagnomaria insieme alle cere/burri e agli oli. Appena la cera ed i burri si sono sciolti ho aggiunto gli oli mescolando energicamente ed ho fatto in modo che si amalgamassero per bene. Poi, come al solito, ho versato il gel goccia a goccia sempre frullando con la minifrusta ed all'interno del contenitore del bagnomaria a fuoco spento. Con molta pazienza e senza fretta ho continuato a versare il grl amalgamandolo di continuo sino all'ultima goccia. Poi ho lasciato riposare per qualche minuto la mia emulsione che nel frattempo è diventata bella bianca. Prima di passare al bagno freddo ho ridato un'ultima frullatina. Nel bagno freddo ho iniziato ad alternare la minifrusta al cucchiaino cercando di fare la massima attenzione affinchè il composto non si separasse. Infine ci ho aggiunto le essenze ed ho rimescolato per l'ultima volta. Ho lasciato raffreddare per bene il composto prima di travasarlo negli appositi flaconcini.
Emulsione pronta
Quando ho notato che la crema era ben ferma allora son passata al travaso e lì ho frullato per appena 1 minuto ancora. Ho lasciato i flaconcini aperti per mezz'ora al fresco. Poi ho chiuso ermeticamente ed ho etichettato come sempre!
Crema Mimosa
La crema ottenuta è veramente deliziosa...leggera e dolcemente profumata...indicata, appunto per questa stagione alleggerendoci  dalle creme un pò più corpose dell'inverno!

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