domenica 27 novembre 2011

FOCACCE ALLA PIZZAIOLA

Eccoci all'appuntamento domenicale.
Una stuzzicheria che sicuramente apprezzerete data la facilità della preparazione nonchè della "bontà" per il palato. Le focacce possono essere preparate in svariati modi, ma le mie preferite rimangono sempre quelle alla pizzaiola...forse perchè mi riportano lontano coi ricordi, quando con la mia famiglia si andava al mare molto presto la mattina ed intorno alle 9.30 vi era un ambulante che con la sua Fiat600 portava in giro le focacce appena sfornate da vendere ai bagnanti. Noi bambini facevamo le corse...uscendo dall'acqua in fretta e furia per non rimanere senza. Quel sapore, quell'odore e quella forma strana di queste focacce è impossibile da dimenticare.......In ogni caso quando ne ho voglia le preparo in casa e per tutti noi è una gran festa. Vediamo ora come procedere per preparare questo sfizio stuzzichevole.
FOCACCE ALLA PIZZAIOLA
- 700 g di farina di semola di grano duro (oppure farina per pane)
- 1 panetto di lievito di birra
- 400 ml di acqua
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1/2 cucchiaino di sale
- una bella manciata di olive
- 1 cucchiaio di capperi
- qualche pomodorino fresco (o polpa di pomodoro)
- 1 bella cipolla bianca
- 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
Anche per questo impasto utilizzo la macchina per il pane, mi risparmio così un sacco di tempo e di energia. In un pentolino scaldo 350 ml di acqua con un cucchiaino di zucchero e faccio raggiungere la temperatura di circa 37°. Spengo il fornello e ci sciolgo il panetto di lievito. Nel frattempo imposto il programma della macchina sul N° 8 dal menù e ci verso 300 g di farina con il mezzo cucchiaino di sale. Rimescolo col cucchiaio ed aggiungo l'acqua dove ho fatto sciogliere il lievito ed altri 300 g di farina. Faccio partire l'impastatrice.
impasto per prima lievitazione
 Nel frattempo peso il resto della farina e, cioè 100 g e lascio da parte; nel pentolino intanto ci verso 50 ml di acqua ed anche questo metto da parte.
In un'insalatiera preparo gli ingredienti per il composto: le olive, i capperi, i pomodorini e la cipolla affettata grossolanamente; aggiungo due cucchiai di olio, mescolo e tengo da parte.
ingredienti per pizzaiola
 Quando la macchina finisce il suo programma di impasto spengo e lascio lievitare sino a che l'impasto non raddoppia di volume (circa 2 ore).
primo impasto lievitato
  Trascorso questo tempo, senza togliere il cestello dalla macchina, verso il resto degli ingredienti e faccio ripartire l'impastatrice programmandola nuovamente sul tasto N° 8.
Appena finisce il programma, spengo e lascio lievitare nuovamente tutto il composto sino a farlo raddoppiare di volume (altre 2 ore circa).
Accendo il forno per preriscaldarlo a 220°C e nel frattempo preparo la teglia rivestendola con carta forno. Non appena l'impasto mi sembra pronto e lievitato estraggo il cestello dalla macchina, mi ungo bene le mani d'olio e con una sola mano prelevo l'impasto a porzioni versandolo grossolanamente sulla teglia: proseguo in questo modo sino a terminare del tutto il composto del cestello. Non vi preoccupate se la consistenza dell'impasto è morbidissima perchè è così che deve essere.
focacce su teglia
Spolverate di farina ed infornate! Il tempo di cottura varia da forno a forno, ma in linea di massima devono trascorrere appena 30 minuti; in ogni caso assicuratevi che non si bruciacchino (altrimenti abbassate la temperatura del forno); il loro aspetto finale dovrà essere dorato
focacce sfornate
e la farina che avete spolverato prima di infornare deve rimanere bianca. A questo punto sfornate ed adagiate le focacce su una griglia per far sì che si freddino. Appena possibile portate in tavola e servite al posto del comune pane.
Queste focacce si prestano benissimo anche per accompagnare aperitivi; basta avere l'accortezza di prendere meno impasto per dar loro una forma mignon.
Non mi resta che augurarvi buon appetito e se le fate fatemi sapere come vi son venute.
Lalla

sabato 26 novembre 2011

UNGUENTI E CREME

Un altro modo molto semplice di estrarre i principi attivi da una pianta è certamente la preparazione di unguenti e creme secondo il metodo di Galeno. Rimanendo sempre fedele a questa scuola non posso che elogiarne ogni tecnica! Avrete capito ormai da tempo che non sono solita pubblicizzare siti dai quali si possono acquistare materie prime per la cosmesi autoprodotta, in quanto gli elementi indispensabili per me, rimangono sempre la cera d'api, la lanolina e le acque floreali...insieme alle essenze! Ingredienti di facile reperibilità e, che da sempre, sono stati fondamentali per la preparazione dei cosmetici e rimedi casalinghi.
La differenza tra un unguento ed una crema, così detta cold cream, sta solo nel fatto che nel primo si usano solo oli e nella seconda vi è una piccola porzione di acqua.
Un unguento, veniva preparato facendo bollire la pianta o droga medicamentosa nel grasso animale, che poi con l'andar del tempo è stato sostituito dal burro, poi dalla cera d'api e poi dalla lanolina.
La pianta fresca bolliva insieme al grasso fino a che la sua acqua non evaporava del tutto; a quel punto si passava al filtraggio, che avveniva quando il composto era ancora caldo. Poi veniva riposto nei contenitori e, a raffreddamento raggiunto, lo si chiudeva ermeticamente e si conservava per l'occorrenza.
Unguento espettorante
Questo è un esempio di unguento....in particolare è l'unguento espettorante, tipo Vicks da spalmare sul petto o sotto al naso quando si soffre di un brutto raffreddore. Facendo bollire nella lanolina l'eucalipto, la menta piperita e la lavanda si ottiene un composto che già di per sè libera le vie nasali....ma con l'eventuale aggiunta di altri ingredienti, diventa un vero balsamo espettorante, dalla consistenza morbida e dal profumo inconfondibile.
La crema, o cold cream, differisce in quanto, come ho detto prima, vi è l'aggiunta di un'acqua floreale. Più o meno le proporzioni sono le seguenti:
2/5 ml di essenze
70 ml di oli vegetali
10/15 g di cera d'api (o 15/20 g di lanolina, oppure 5/10 g di burro di cacao)
20 ml di acqua floreale
In questo caso la consistenza cambia notevolmente
crema nutriente notte
La crema assume un colore molto più chiaro, anzi direi bianco, grazie all'emulsione tra cera ed acqua.
Meno grassa rispetto all'unguento, la cold cream si utilizza soprattutto come crema notte, oppure come crema protettiva di inverno, quando il clima diventa più rigido. La presenza di cera d'api la rende asciutta sulla pelle, rinfrescante grazie all'acqua e nutriente grazie agli oli.Forse questa preparazione è un pò più difficile per chi non ha dimestichezza, in quanto l'emulsione avviene attraverso un riscaldamento delle due fasi: acquosa ed oleosa! La temperatura ottimale per emulsionarle è sui 35/40°. Delicatamente bisogna aggiungere l'acqua a filo (come si fa per una maionese quando si aggiunge l'olio) nella soluzione oleosa, mescolando di continuo finchè l'impasto non si omogeneizza e si sbianca raggiungendo una consistenza cremosa. Al raffreddamento si aggiungono gli oli essenziali.
Da queste semplici basi si possono ricavare un'infinità di prodotti adatti alla nostra pelle e ai nostri piccoli acciacchi quotidiani. Basta conoscere le proprietà delle erbe e degli oli che si utilizzano per preparare questi prodotti made in home.
  

giovedì 24 novembre 2011

"SAPONI E DETERSIVI NATURALI" di LILIANA PAOLETTI

Il mondo del sapone autoprodotto mi ha sempre affascinata, ma avevo il terrore della soda caustica così come lo avevo per la pentola a pressione! Bene! per quest'ultima ho superato le mie paure quando ho scoperto che potevo distillarmi i miei oli essenziali e gli idrolati; con la soda caustica, invece, ho superato la paura grazie a Veggie, ossia La Regina del Sapone e, finalmente anche io ho iniziato a fare i miei primi saponi. In questo periodo però ero in ansia perchè sapevo che Veggie aveva appena pubblicato un libro che, ovviamente, non vedevo l'ora di averlo fra le mani. Il libro in questione è "Saponi e detersivi naturali"
ecco il libro in tutta la sua bellezza
Non vi dico che emozione ho provato quando ho iniziato a sfogliarlo. Dapprima l'ho letto tutto in un fiato, poi giorno per giorno lo sto "sorseggiando" apprendendo tutte le pratiche necessarie per creare ogni genere di sapone per la cura della casa e del mio bucato.
Ogni ricetta è descritta in maniera dettagliata e facilmente comprensibile poichè è corredata delle relative foto sequenziali. Ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, dalla descrizione delle materie prime alla funzione di ognuna di esse per la buona riuscita del prodotto finale: il sapone. Leggendolo, ho quasi l'impressione di sentire il profumo del bucato di una volta, quello che facevano le nostre nonne e addirittura mi ha fatto riaffiorare dei ricordi insoliti di quando ero bambina. C'era un ambulante che passava casa per casa a chiedere alle famiglie se avessero dell'olio usato da dare via ed, in cambio regalava dei piccoli oggetti utili per la casa. Un giorno chiesi a mia mamma a cosa servisse quell'olio e lei mi disse che serviva per fare il sapone. Da allora mi sono sempre chiesta come poteva essere trattato l'olio per produrre il sapone fatto in casa sino a che non sono incappata nel blog della Regina del Sapone e da quel momento mi si è aperto un mondo nuovo. Mi sono anche iscritta nel gruppo di Veggie dove tutti i giorni imparo cose nuove...ricette utili...consigli di ogni tipo.
Veggie è una persona molto disponibile, gentile e soprattutto umile e risponde sempre ad ogni quesito che le si pone senza essere presuntuosa e saccente o addirittura irritata dalle continue domande. Cosa che purtroppo ho riscontrato molto spesso tra i blogger più "esperti" di alcune materie....sono scostanti, presuntuosi ed arroganti tanto che si permettono talvolta di rispondere in maniera sgarbata ad una semplice domanda sol perchè per loro sembra banale o, addirittura delegano terze persone a rispondere a loro nome. Ma, come diceva il buon Totò, signori si nasce e sicuramente Veggie è una gran signora. Il  libro dimostra ampiamente le qualità di questa persona che ha messo a disposizione di tutti il suo sapere e lo ha fatto con passione, con naturalezza e con tanta voglia di condividere questo suo "folle" amore. Fatto sta che ogni pagina, ogni ricetta, ogni ingrediente trasmettono questo amore per l'ambiente, per la vita umana, animale e vegetale! In un mondo ormai senza scrupoli dove, solo per fare un esempio, un olio baby super commercializzato è composto da derivati del petrolio, questo libro prezioso ci apre gli occhi, ed io aggiungerei che col vero sapone ci lava via quei prosciutti che sino ad ora hanno offuscato la nostra vista! Insomma è sicuramente un libro che, insieme ai nostri ricettari, deve far parte della famiglia e visto che siamo vicini al Natale è un bellissimo regalo da fare ad amici e conoscenti. La spesa è davvero irrisoria se poi si considera il fatto che producendo i propri saponi si risparmia sia in soldi che soprattutto in salute!!! Regaliamo un mondo migliore ai nostri figli ed iniziamo con queste piccole azioni perchè miglioriamo l'ambiente, rispettiamo la salute della flora e della fauna che ce ne saranno grate regalandoci doni preziosi per la Nostra salute!!!!
Grazie Veggie per questo grande dono.
Con affetto e stima
Lalla

lunedì 21 novembre 2011

CREMA MANI AL LIMONE E MALVA

Si sa che l'inverno è micidiale sia per il nostro viso che per le nostre mani....praticamente le parti più esposte alle intemperie della stagione! Ci si ritrova sempre più spesso con le mani screpolate e ruvide oltre che intirizzite dal freddo per cui vediamo di ricorrere ai ripari! Non è bello stringere la mano quando ci si sente a disagio per avere una pelle da "coccodrillo". Una buona crema protettiva e idratante è l'unica soluzione che può porre fine a questo inconveniente. In commercio troviamo tanti prodotti, ma nel momento in cui leggiamo l'etichetta degli ingredienti ci viene automaticamente il rigetto poichè leggiamo: paraffina, vaselina, petrolatum....insomma il "grasso" principale è costituito da derivati, o meglio, da distillati del petrolio e sinceramente prima di spalmarmi del petrolio addosso preferisco sempre adottare il vecchio sistema della cera d'api e lanolina. Una crema di facile preparazione e alla portata di tutti può essere la seguente:
CREMA MANI AL LIMONE E MALVA
- 25 g di oleolito di limone (in olio di semi di girasole Bio)
- 25 g di oleolito di malva (fiori e foglie in olio di mandorle dolci)
- 2 g di cera d'api vergine
- 2 g di lanolina anidra
- 2 g di burro di Karitè
- 40 g/ml di idrolato di camomilla (o semplice acqua distillata)
- 4 g di glicerina vegetale
- 1 g di amido di riso
- 12 gtt di o.e. di limone
- 12 gtt di o.e. di benzoino
In un pentolino ampio per cottura a bagnomaria porre due ciotolini separati: in uno versare le cere ed il burro  e nell'altro versare l'acqua e la glicerina. Quando le cere si sono sciolte aggiungere gli oleoliti e mescolare per amalgamarli bene ed aspettare che le due soluzioni, acquosa ed oleosa raggiungano la stessa temperatura di circa 35°C. A questo punto spegnere la fiamma e versare goccia a goccia l'acqua negli oli mescolando con l'ausilio di un mini sbattitore o con una piccola frusta affinchè le due soluzioni si emulsionino. Questa fase è delicatissima!!! L'acqua va aggiunta a filo come si fa per la maionese quando si aggiunge l'olio!!!! Mescolate finchè non iniziate a vedere che la vostra emulsione si sta omogeneizzando e sbiancando. A questo punto porre il vostro ciotolino in un bagno di acqua fredda (praticamente cambiate l'acqua del pentolino iniziale e sostituitela con acqua freddissima) e questo vi servirà per accelerare il processo di raffreddamento. Continuate a mescolare per qualche minuto e lasciate riposare. Nel frattempo dosate l'amido di riso nel quale andrete a mettere gli oli essenziali; con un piccolo cucchiaino mescolate bene ed aggiungete questo piccolo composto alla vostra emulsione che intanto si è intiepidita. Riprendete a mescolare per amalgamare bene gli ultimi ingredienti aggiunti e lasciate nuovamente riposare. Passato qualche minuto date l'ultima frullata al composto che dovrebbe essere ormai quasi raddensato. Versate in un contenitore da crema (magari riciclato, lavato e sterilizzato) ed aspettate che sia del tutto freddo prima di chiuderlo ermeticamente. Etichettate e ponete la vostra crema nel solito armadietto dei cosmetici giornalieri. La sua conservazione dovrebbe bastare per tre mesi grazie al benzoino (ma se non vi fidate di tale ingrediente potete aggiungere un conservante che più vi aggrada).
crema mani quasi del tutto solidificata
Il limone dalla sua azione contro i geloni; la malva dai poteri lenitivi e addolcenti grazie alle mucillagini contenute nelle sue foglie; la camomilla dalle proprietà analgesiche unite alle proprietà protettive e idratanti delle cere e degli oli fanno di questa crema un vero toccasana per la pelle delle mani irritate dal freddo.
Come vi dicevo è di facile preparazione e gli ingredienti non sono difficili da trovare. Gli oleoliti potete prepararli da soli e se vi serve qualche consiglio potete provare a leggere qui oppure per approfondire qui. Chiunque può dilettarsi in questa piccola avventura nel creare la sua personale crema mani.

domenica 20 novembre 2011

LE "PITTULE" SALENTINE

Le "Pittule" non sono altro che frittelle salate di pasta lievitata e nel Salento si usano in particolar modo sotto il periodo natalizio, ma ormai da anni vengono anche offerte per accompagnare ottimi aperitivi che preparano i migliori Bar. Possono essere semplici oppure impastate con cavoli, rape, cavolfiore e pizzaiola...in ogni caso sono davvero una leccornia e chi, come me, vive fuori dalla Puglia ne sente la mancanza.
Non sono difficili da preparare, anzi!!! Vista la semplicità di questa tradizionale ricetta vi suggerisco di provare a realizzarla.
Vediamo di cosa abbiamo bisogno:
PITTULE
- 750 g di farina 0 (quella per pane e pizze, anche se in realtà ci sarebbe bisogno della farina di semola di grano duro)
- 450/500 ml di acqua
- 1 bustina di lievito secco per pane e pizze
- 2 cucchiaini di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
- olio d'oliva q.b.
Per fare questo semplice impasto io utilizzo la macchina per fare il pane e la programmo solo sull'impasto(ma si può usare un semplice sbattitore elettrico con le fruste adatte per impasti per pane). Scaldo leggermente l'acqua affinchè raggiunga una temperatura di circa 37° C, nel frattempo doso la farina ed aggiungo lo zucchero, il sale che nascondo in un angolino ed il lievito secco. Nella macchina verso metà acqua, poi verso la farina e poi l'altra acqua...avvio il tasto START e lascio fare tutto alla meccanica. Quando termina il programma di impasto spengo e lascio il cestello all'interno della macchina a far lievitare il tutto per circa tre ore.
Impasto lievitato
L'impasto deve risultare piuttosto fluido ed omogeneo; col cucchiaio provate a prelevarne un pò e da questo deve colare il composto come fosse una colla...non so se mi sono spiegata bene.
Passate le tre ore, mettete sul fuoco una pentola dai bordi alti con all'interno abbondante olio d'oliva e portate a scaldare. Quando l'olio è pronto (basta fare una prova buttandoci dentro un pezzettino di pane....se frigge e viene a galla subito, l'olio è pronto, altrimenti aspettate ancora un pò) bagnateci dentro un cucchiaio col quale andrete poi a prendere il vostro impasto per versarlo nella pentola con l'olio

pittule in olio bollente
lasciate friggere da entrambi i lati rigirandole delicatamente e poi versate in una insalatiera ricoperta con fogli assorbenti
pittule fritte
ed ecco pronte le vostre Pittule semplici. Ma volendo fare per esempio quelle alla pizzaiola, lasciate sul fondo del cestello della macchina del pane un pò di impasto al quale andrete ad aggiungere una manciata di olive, un cucchiaio di capperi, un cucchiaio di peperoncino sott'olio, qualche acciuga previamente mescolate in una insalatiera a parte
preparato per pizzaiola
Questo composto può essere sostituito a piacere...cioè da cavoli, rape, cavolfiori ecc.; l'importante è aggiungere questi ingredienti nella parte finale dell'impasto "liscio"
impasto con pizzaiola
Quando tutte le vostre Pittule saranno pronte, portate in tavola ancora calde e servitele accompagnate da un buon bicchiere di vino....Sono allegre ed uniscono i gusti di grandi e bambini, perciò quando ci sono le Pittule a tavola c'è sempre una gran festa.
Buon appetito e.....se le fate fatemi sapere come vi son venute
Lalla

sabato 19 novembre 2011

LATTE DI ARGANIA

Dal Marocco mio marito mi ha portato svariati ingredienti da utilizzare nei miei cosmetici naturali, tra cui le mandorle di Argania dalla cui spremitura a freddo si ottiene l'ormai famoso olio di Argan.
Tutti conosciamo le notevoli proprietà idratanti e cicatrizzanti di questo prezioso olio, usato anche per rendere i capelli lucidi e morbidi. E' particolarmente indicato per la secchezza cutanea, per l'eccessiva sensibilità della pelle agli ambienti esterni nonchè per la sua azione anti-age.
L'olio contiene tra il 33-38% di acido alfa-linoleico (omega 6) e una notevole concentrazione di antiossidanti naturali (tocoferolo o vitamina E, carotenoidi o vitamina A, fitosteroli).
Le popolazioni berbere del Marocco utilizzano l'olio ottenuto dalle mandorle torrefatte come alimento ricostituente.
Non avendo un frantoio artigianale per ottenere l'olio dalle mandorle, ho pensato di sgusciarle ed utilizzarle come ingrediente per preparare un semplice latte detergente.
Ora vi dico cosa ho fatto:
LATTE DI ARGANIA
- 15/20 mandorle di Argania
- 3 cucchiai di distillato di rose
- 2 cucchiai di olio di Argan
- 8 gocce di o.e. di benzoino (o resinoide di benzoino)

Ho sgusciato le mandorle con l'aiuto di uno schiaccia noci in quanto i gusci sono veramente duri.

Ho posto le mandorle in un contenitore e ci ho aggiunto il distillato di rose


e subito l'olio di Argan

col minipimer ho iniziato a frullare il composto finchè non è diventato tutto bianco e le mandorle ridotte in poltiglia. A questo punto ho filtrato il liquido ed ho aggiunto l'olio essenziale di benzoino; ho dato un'ultima frullata ed ho travasato il tutto in una piccola bottiglia di vetro.
L'emulsione così ottenuta la applico sul viso con un, dischetto di cotone, come latte detergente. L'effetto sulla pelle è vellutante, delicato e rassodante in quanto ho l'impressione di aver migliorato anche il tono della mia pelle. Non brucia gli occhi e quei residui minuscoli di mandorle polverizzate, che rimangono nel composto, esfoliano delicatamente; quindi con un solo gesto ho la possibilità di detergere a fondo e di esfoliare il mio viso. Una preparazione semplice dove, secondo me, le mandorle di Argania possono essere sostituite tranquillamente dalle nostre comunissime mandorle dolci.
Comunque questo è il risultato finale

Contenendo acqua, questo detergente necessita di qualche goccia di conservante (generalmente io uso sempre l'olio essenziale di benzoino, ma chi non lo avesse può fare affidamento ad altri conservanti che sono in vendita presso i siti specializzati in materie prime).

domenica 13 novembre 2011

CIPOLLE CARAMELLATE

Ormai devo rispettare la consuetudine di postare le mie ricette durante il weekend...gli unici due giorni in cui mi posso dilettare dietro ai fornelli. Oggi vi presenterò una ricetta semplice, adatta come contorno a carni bianche, rosse e addirittura per condire riso in bianco. Essendo ormai alle porte l'inverno, dobbiamo prevenire tutte le malattie da raffreddamento e chi meglio di alcune piante possono fungere da ottima profilassi???? Le cipolle rientrano sicuramente tra queste, in quanto considerate antibiotici naturali ed ottime contro raffreddore e mal di gola. Certo che mangiate da crude creerebbero qualche disagio a causa di un alito pesante, ma non ci facciamo abbattere da queste inezie, perchè come al solito c'è il sistema di nascondere tale inconveniente.
Passiamo dunque alla nostra ricetta e vediamo ciò di cui abbiamo bisogno per realizzarla:
- 4/5 cipolle di Certaldo o di Tropea
- olio extravergine d'oliva
- aceto balsamico
- zucchero di canna
- sale q.b.
- pepe q.b.
cipolle di Certaldo
Puliamo le nostre cipolle dalla pellicina esterna e passiamo ad affettarle molto grossolanamente
cipolle affettate grossolanamente
cipolle condite con olio e aceto balsamico
adagiamole in una pirofila di pirex e condiamole con un filo d'olio extravergine e aceto balsamico; saliamo e pepiamo a piacimento. Inforniamo a 180/200 c° e lasciamo cuocere per circa mezz'ora o poco più. A metà cottura ritiriamo fuori la nostra pirofila e versiamo sulle nostre cipolle una bella manciata di zucchero di canna; rimettiamo in forno e facciamo terminare la cottura.
Il risultato sarà eccezionale in quanto le cipolle avranno perso quella caratteristica amarognola che le distingue ed in più saranno caramellate grazie allo zucchero (non ho il risultato finale perchè a casa mia non mi hanno dato il tempo necessario per fotografarle e se le sono mangiate in un battibaleno ahahahahahah), comunque vi garantisco che sono ottime ed oltretutto rappresentano un contorno diverso per carni bianche, rosse, arrosti e brace, nonchè per condire il riso in bianco!!!
Non mi resta quindi che augurarvi buon appetito.
Lalla

martedì 8 novembre 2011

Unguento antiarrosante per Rosacea

La rosacea è una forma di dermatite che colpisce soprattutto le donne dai 30 anni in sù e gli alcolisti. Si manifesta con chiazze rossastre, fragilità capillare, papule e pustole sulle guance, intorno al naso e sulla fronte. Non si conoscono bene ancora le cause, ma vi è una probabile origine vascolare legata ad una predisposizione genetica. Non è contagiosa, ma chi ne soffre vive un continuo disagio tanto da creare dei veri e propri problemi psicologici; ne consegue una timidezza che non fa altro che peggiorare la situazione, in quanto tendendo ad arrossire si rischia di rompere quel fitto reticolato di capillari fragilissimi che tendono ad evidenziarsi ancor di più. Se ci si rende conto di soffrire di questa patologia, bisogna rivolgersi immediatamente ad un ottimo dermatologo, il quale attraverso l'anamnesi familiare, e a tutti gli accertamenti clinici è in grado di consigliare quale sia la terapia più giusta da seguire. Inutile dire che purtroppo non esistono in natura rimedi miracolosi contro questo problema, anche se in realtà le nostre nonne non erano tanto sprovvedute e, quanto meno, utilizzavano un unguento per proteggere la loro pelle dagli sbalzi termici (un vero trauma per chi soffre di rosacea!) e per alleviare quel caratteristico rossore e calore che si manifesta, appunto passando dal caldo al freddo e viceversa.
Lattuga, carota, calendula e malva erano le piante prescelte dalle nostre nonne per preparare il loro unguento antiarrossante e protettivo. Vediamo un pò come facevano:
UNGUENTO ANTIARROSSANTE PER ROSACEA
- Qualche foglia di lattuga fresca
- Una carota fresca grattugiata
- una manciata di fiori di calendula (freschi o secchi)
- una manciata di foglie di malva (fresca sarebbe meglio)
- 15 gr di cera d'api vergine
- 35 gr di lanolina anidra
Triturare tutte le verdure e porle in un recipiente di coccio insieme alla cera d'api e alla lanolina e cuocere a bagnomaria senza l'utilizzo del coperchio affinchè l'acqua contenuta nelle erbe evapori con facilità. Cuocere a fiamma dolcissima per almeno 2/3 ore (il tempo che evapori totalmente l'acqua). Filtrare il composto mentre è ancora caldo cercando di premere bene le verdure in un colino a maglia fitta aiutandosi con un cucchiaio. Mescolare il composto e passare eventualmente ad un secondo filtraggio. Travasare tutto in un barattolino di vetro con chiusura ermetica ed aspettare che sia ben freddo prima di chiuderlo e riporlo in un armadietto.  A discrezione si possono aggiungere 3/5 gocce di o.e. di Melaleuca (Tea tree) e 5/10 gocce di o.e.di cipresso. Applicare in piccolissime dosi sul viso, spalmando molto delicatamente senza strofinare (eventualmente, per agevolare l'applicazione, scaldare leggermente l'unguento su un calorifero prima di applicarlo, oppure inumidire la pelle con un pò di acqua tiepida). Quando la vostra pelle lo avrà ben assorbito potete procedere al consueto maquillage. Avrete così la pelle protetta da agenti esterni quali vento, freddo, eccessivo caldo ecc, perchè sia la cera d'api che la lanolina creano un film termoprotettivo sulla cute e le erbe che avete cotto nelle cere alleviano il rossore grazie alle loro proprietà addolcenti e lenitive.
Questo unguento, senza l'uso di oli essenziali, veniva largamente usato anche per dermatiti da pannolino sul culetto dei neonati.
Certamente non è una terapia, ma almeno aiuta a proteggersi dagli sbalzi di temperatura così nocivi per chi soffre di rosacea!
Chi volesse, potrebbe anche sostituire la lanolina con olio di vinaccioli, per rendere più asciutta la texture dell'unguento.

domenica 6 novembre 2011

Viennetta Caro-Lalla

Sembra ormai una consuetudine quella di postare le ricette durante il weekend. Eh già...in questi due giorni mi diletto nella mia grande passione che è la cucina (come se non avessi altro da fare!!!). Oggi mi sono cimentata in una ricetta che da tempo volevo postare, cioè da quando la mia amica Carolina me ne ha dato spunto!!! La Viennetta fatta in casa!! Chi non ama la Viennetta alzi la mano!!! Come al solito ho elaborato la ricetta originale a modo mio ed il risultato è il seguente:
Viennetta Caro-Lalla
- 3 albumi d'uovo
- 1/5 kg di panna liquida per dolci non zuccherata
- 40 gr di zucchero vanigliato
- 6 quadretti di cioccolata extrafondente
- 2 cucchiai di zucchero
- una tazzina colma di latte intero
- un pizzico di sale
- uno stampo da plumcake
- una spatola per dolci
- un foglio da carta forno
- uno strato di pellicola per alimenti
Innanzi tutto rivestiamo il nostro stampo da plumcake con la pellicola per alimenti
stampo rivestito con pellicola
Subito dopo passiamo a sciogliere la nostra cioccolata a bagnomaria e passiamola a strati su un foglio da carta forno per poi  metterla in freezer a congelarsi:
cioccolato fuso

cioccolato spalmato su carta forno
Con l'aiuto di una spatola per dolci, spalmiamo il nostro cioccolato sul foglio da carta forno come vedete in foto e riponiamo in freezer.
Dopo di chè iniziamo a montare a neve i nostri albumi d'uovo con un pizzico di sale affinchè si ottenga un composto ben fermo:
albumi  montati a neve con un pizzico di sale
In una ciotola a parte, invece montiamo la nostra panna liquida aggiungendo lo zucchero vanigliato:
panna montata con zucchero vanigliato
Quando abbiamo ottenuto la consistenza della panna, preleviamone un pò e mettiamola da parte per le ulteriori decorazioni:
panna montata messa da parte
Fatto questo, passiamo ora a mescolare molto delicatamente gli albumi montati a neve con la nostra panna servendoci di un cucchiaio e mescolando dal basso verso l'alto, per non far smontare il composto. Si ottiene così una spuma soffice:
spuma di panna e albumi montati a neve
che srvirà come base per il nostro dolce!
Ora cerchiamo di riempire il nostro stampo da plumcake a strati e cioè seguendo queste semplici azioni:
strati di panna e cioccolata
Il primo strato di crema di panna sul quale adageremo una lastra di cioccolato, preventivamente messa in freezer, e continuiamo così sino a finire il nostro composto.
ultimo strato di composto
Fatto questo, poniamo il nostro stampo in freezer, ma nel frattempo prepariamo un "dulce de leche" o come tutti lo conosciamo "caramello mou":
zucchero caramellato
Poniamo sul fuoco un pentolino antiaderente con due cucchiai colmi di zucchero e portiamo a caramellare senza far bruciare, mentre su un altro fornello scaldiamo una tazzina colma di latte. Quando lo zucchero assumerà il classico colore del caramello aggiungiamo il latte caldo e continuiamo a mescolare affinchè i due composti siano ben amalgamati sino ad ottenere una crema densa e gommosa:
dulce de leche (caramello mou)
Tiriamo fuori dal freezer la nostra viennetta e versiamole sopra il dulce de leche ancora caldo e riponiamo nuovamente in freezer.
Viennetta finale
Il risultato????Lascio a voi giudicare, perchè son convinta che fra tutti i golosoni che si nascondono dietro il monitor di questo schermo sarà difficile rispondere con la bocca piena!!! ahahahahahahah
Buon appetito e buona ciccia a tutti ahahahahaha
Lalla


sabato 5 novembre 2011

Morbo di Basedow o Graves

Che brutto nome vero???( Senza offendere ovviamente gli scienziati che hanno dato il loro nome a questa malattia). Io nel corso degli anni l'ho ribattezzata come "Morbo del Dr. Jekill e Mr. Hyde"!
Tutto cominciò nel 1995 subito dopo la morte del mio caro papà. Inizialmente non mi ero accorta di nulla se non che continuavo a dimagrire nonostante non stessi seguendo alcuna dieta specifica, ma siccome ero abituata a cali repentini di peso ogni qual volta ero sotto stress, non avevo fatto caso che in quella circostanza c'era qualcos'altro che non andava. In quell'epoca studiavo e lavoravo e conducevo una normalissima vita da studente/lavoratrice; iperattiva come sempre, le mie giornate scorrevano tra mille impegni sino a che non ho iniziato ad accusare alcuni disturbi strani: stati febbrili la sera dopo le 17.00, contusioni varie su polsi, gomiti, ginocchia e dita delle mani, dolori atroci a tutte le giunture e questo calo di peso che io erroneamente attribuivo al trauma della perdita di mio papà. Ovviamente la prima cosa che ho fatto è stata quella di rivolgermi agli specialisti del Policlinico "Le Scotte" di Siena, dove, inizialmente non sapevano assolutamente da dove cominciare. Proseguivano tutti gli accertamenti, quando ad un certo punto ho iniziato a mangiare a dismisura (ero sempre affamata ed ero arrivata a mangiare anche 1/2 kg di pasta da SOLA!!!!). La mia mamma preoccupatissima si precipitò per raggiungermi ed immediatamente mi portò presso un neurologo che conosceva, poichè pensava che fossi diventata bulimica. Il neurologo la rassicurò dicendole che non ero affatto depressa e bulimica, ma secondo lui avevo iniziato ad avere disturbi tiroidei. Quindi da lì a poco, mi rivolsi immediatamente ad un'equipe di endocrinologi, i quali dopo attentissimi esami mi diagnosticarono il Morbo di Basedow!
E' la principale forma di ipertiroidismo e si tratta di una malattia autoimmune caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che stimolano la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei T3 e T4 in eccesso.
Ovviamente la sovrapproduzione di ormoni tiroidei ha un effetto tossico su tutti gli organi del corpo umano, causando molteplici disturbi che, a prima vista potrebbero non essere associati all'ipertiroidismo. Vi posso garantire che tutti i sintomi sono a dir poco "mostruosi". Innanzi tutto il diametro del mio collo era aumentato notevolmente, poi avevo un battito cardiaco elevatissimo (pensate che mentre dormivo i miei battiti raggiungevano 116 pulsazioni al minuto!!!! Immaginate quando ero in piena attività!!!!) ed infine ho subìto il classico esoftalmo, cioè la protusione al di fuori delle orbite dei miei occhi!!!! Non vi dico che shock!!!! Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo. Avevo assunto le sembianze di una pazza scatenata e spiritata, in più si aggiunse un'ipersudorazione e una frenetica attività motoria, nonchè una notevole difficoltà nel respirare; praticamente se parlavo (ero diventata anche logorroica!) non riuscivo a respirare (una delle più brutte sensazioni che un essere umano può subìre). A tutto ciò si aggiunsero repentini cambi di umore che addirittura avevano stravolto la mia personalità!! Praticamente nel giro di 5 minuti potevo ridere e nello stesso tempo irritarmi per delle cose banalissime sino ad arrivare ad aggredire verbalmente le persone che mi circondavano!!!! Cose da matti!!! Meno male che le persone in questione, mi conoscevano sin troppo bene e capivano che questi disturbi della personalità erano dovuti alla malattia. Ecco perchè io l'ho ribattezzata come Morbo del Dr Jekill e Mr. Hyde! Mi trasformavo in un mostro ed i miei occhi non facevano altro che esprimere quella mostruosità!
Questa è una classica immagine (presa dal web) che esprime perfettamente l'aspetto che avevo in quel periodo! Sono stata sottoposta a terapie d'urto, ma la mia tiroide non ne voleva sapere nulla di rientrare nella norma! Il mio morbo era tra i peggiori in quanto, in brevissimo tempo passava da ipertiroidismo ad ipotiroidismo, per cui i controlli degli ormoni ero costretta a farli ogni 15 giorni!!! Una vera tortura!!! Gli occhi continuavano a peggiorare nonostante mi avessero sottoposta a dei trattamenti cortisonici che non hanno fatto altro che "manipolare" la mia personalità! Il cortisone, non solo mi aveva resa insonne (sintomo che già si era manifestato con l'ipertiroidismo e che il cortisone aveva peggiorato), mi aveva resa anche più schizzata, come se stessi sempre sotto effetto di chissà quali droghe, oltretutto mi aveva fatto schizzare alle stelle anche il diabete (che sino a quel momento non avevo e che menomale è scomparso con l'interruzione della cura al cortisone). Insomma un vero incubo!!! Poi ci fu un Professore che addirittura mi propose di sottoporre i miei occhi a radioterapia, ma che scartai immediatamente come cura in quanto pericolosissima poichè avrei potuto perdere anche la vista!!!!!(preferivo tenermi gli occhi al di fuori delle orbite anzichè sottopormi ad una terapia così rischiosa). Dopo anni di esperimenti, di prove e contro prove mi fu detto che sarebbe stato meglio asportare completamente la tiroide, con il rischio però di diventare sterile! Ora mettetevi nei miei panni ed immaginate di dover prendere una decisione del genere. Il mio istinto mi suggeriva di tener duro e di non sottopormi alla chirurgia sino a che non avessi avuto la possibilità di avere un bambino. Cosa che non è accaduta subito, nel senso che all'epoca non avevo trovato ancora la mia anima gemella con la quale condividere un figlio ahahahah. Finalmente nel 2002 sono arrivata al matrimonio e dopo soli due mesi ero già in attesa di mio figlio, con grande stupore da parte di tutti i medici che sino a quel momento mi avevano seguita, in quanto dagli analisi di laboratorio, io, risultavo già completamente sterile a causa dell'intossicazione subìta in tutti quegli anni da parte degli ormoni tiroidei. Lì cominciò un altro calvario, in quanto vivevo la classica gravidanza a rischio, infatti sin dai primi mesi avevo avuto minacce d'aborto ( e non vi dico cosa avevano diagnosticato i genetisti a mio figlio!!!!!). Il bimbo, ovviamente nacque prematuro, ma grazie al cielo è andato tutto bene; subito dopo la sua nascita mi sono sottoposta finalmente all'asportazione chirurgica della mia tiroide, che a detta del Professore che l'ha asportata era un qualcosa di oripilante; grande quanto un feto, la mia tiroide pesava la bellezza di 750 gr ed infatti negli ultimi anni, prima dell'intervento, ero costretta a dormire da seduta con 4 guanciali dietro alla schiena, poichè da supina, non mi permetteva di respirare; oltretutto aveva anche storto la mia trachea tanto d'aver rischiato davvero di morire soffocata durante il sonno!!!!!
Ora finalmente sento di avere una vita normale anche se qualche strascico me lo porto sempre dietro, ma almeno il mio organismo ha ricominciato a rispondere perfettamente a tutte le sue funzioni. Certo gli autoanticorpi sono sempre lì in agguato e non vedono l'ora di attaccare qualche altro organo che mi appartiene, ma nel frattempo ho capito che conducendo una vita sana, regolare, senza stress, serena e soprattutto senza arrabbiarmi riesco a tenere a bada quei delinquenti senza fare uso di immunosoppressori. Vi starete certamente chiedendo come faccio, considerando che al mondo d'oggi non mancano mai le delusioni, gli stress e i traumi......bhè è un lavoro veramente difficile che parte principalmente dalla testa!!!! Non so spiegare cosa sia successo nel frattempo ai miei neuroni....so solo che da quando ho iniziato ad adottare questa filosofia di vita sto decisamente meglio e poi per carattere sono sempre stata una persona molto positiva ed allegra e forse questo mi ha aiutata molto nell'affrontare le dure prove che la vita mi ha posto davanti!!!!
Il Morbo di Basedow non solo deteriora il nostro organismo, ma colpisce a fondo anche il nostro stato psicologico, perchè ci trasforma nell'aspetto e nel carattere, per cui tenete duro se state affrontando questo problema!!!! Non fatevi vincere!!!!.....tutt'ora (sono passati ormai 8 anni dall'intervento) non riconosco il mio volto allo specchio, ma non mi lascio più sopraffare dall'angoscia di non avere più i miei bellissimi occhi (l'esoftalmo è rientrato, ma non del tutto)!!!
Mia nonna mi diceva sempre "alla bontà metti cura che la bellezza poco dura!!!"; sono queste parole che hanno fatto di me ciò che sono ora!!!!


giovedì 3 novembre 2011

Unguento antidolorifico

Ieri sera ho promesso a P. che le avrei postato una ricettina abbastanza semplice per fare in casa un unguento antidolorifico. Anche questo è uno di quei prodotti che non possono mancare nell'armadietto dei propri cosmetici, in quanto capita sovente di avere qualche acciacco di lieve entità che può essere tranquillamente risolto coi vecchi rimedi della nonna. Ovviamente accertandosi preventivamente di non essere allergici a determinate sostanze si può utilizzare con tutta tranquillità. Quando parlo di problematiche di lieve entità mi riferisco sempre  a quei piccoli doloretti o acciacchi per cui non bisogna correre dal medico per risolverli, ma se avete il sospetto che il vostro problema sia di altra natura molto più seria vi consiglio vivamente di rivolgervi sempre a chi di competenza. Detto questo passiamo al nostro piccolo rimedio per risolvere un torcicollo, o una piccola contusione o un lieve dolore muscolare.
Vediamo un pò cosa ci serve per preparare il nostro prodotto casalingo:
UNGUENTO ANTIDOLORIFICO
- 10 gr oleolito di arnica
- 10 gr oleolito di calendula
- 10 gr oleolito di iperico
- 10 gr oleolito di artiglio del diavolo
- 10 gr di oleolito di basilico
- 10 gr di oleolito di peperoncino piccante (facoltativo secondo la propria sensibilità)
- 10 gr di olio canforato (da evitare in soggetti affetti da favismo)
- 5 gr di oleolito di curcuma
- 5 gr di oleolito di alloro
- 20 gr di cera d'api vergine
- 8 gr burro di karitè
- 3 gr di tocoferolo (vitamina E facoltativo)
- 4 gocce di o.e. di lavanda
- 2 gocce di o.e. di menta (se state facendo trattamenti omeopatici evitate di utilizzare questo olio essenziale poichè annullerebbe gli effetti terapeutici; oltretutto è da evitare in soggetti affetti da favismo)
- 4 gocce di o.e. di rosmarino
Sciogliete a bagnomaria la cera, poi aggiungetevi il burro di karitè e quando queste due sostanze sono ben sciolte spegnete la fiamma ed iniziate ad aggiungere uno per uno gli oleoliti sempre rimescolando per amalgamare bene l'intero composto. Quando è ancora tiepido, prima che si solidifichi aggiungete gli oli essenziali e continuate a rimescolare. Travasate il tutto in un barattolino di vetro a chiusura ermetica e quando sarà del tutto raffreddato e solidificato chiudete ed etichettate. Utilizzate questo unguento massaggiando la parte dolente e se necessario potete scaldarlo nuovamente a bagnomaria per utilizzarlo in compresse di garza sterile che porrete sulle parti interessate fasciandole con garza elastica e ponendovi sopra una borsa dell'acqua calda per far mantenere il calore a lungo.
Gli oleoliti e gli oli essenziali utilizzati per preparare questo unguento hanno tutti proprietà lenitive ed antidolorifiche ed oltretutto sono tutti prodotti che potete preparare in casa da soli.
il mio unguento quasi del tutto terminato
Come potete vedere l'unguento si presenta abbastanza solido grazie alla cera d'api, ma nel momento in cui lo spalmate vedrete che con il calore della pelle si scioglie agevolmente permettendovi di spalmarlo massaggiando le parti interessate.
Mi raccomando se lo fate e lo utilizzate mi farebbe piacere avere una vostra opinione.
Per il momento vi auguro una deliziosa notte.
Lalla

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