sabato 24 dicembre 2011

BUON NATALE

Auguro a tutti voi di trascorrere un meraviglioso Natale in pace e serenità.
Godetevi questi giorni senza pensare a nulla....lasciate da parte tutti i pensieri tristi....guardate gli occhi allegri dei vostri bimbi e gioite insieme a loro.......
BUON NATALE A TUTTI VOI
Lalla

giovedì 22 dicembre 2011

LA VELLUTATA DI LALLA

Anticipo di qualche giorno il mio solito appuntamento culinario presentandovi la mia Vellutata, un piatto caldo e nutriente adatto per le gelide serate invernali.
Vellutata di scarola
Cosa serve per preparare questa deliziosa crema?
- olio extravergine d'oliva
- burro
- 2/3 cipolle o cipollotti freschi o scalogni
- 2 grosse patate
- una bella lattuga o scarola
- brodo vegetale
- una manciata di amido di mais o farina o fecola di patate
Tritate grossolanamente le cipolle e adagiatele sul fondo di una pentola capiente con un paio di cucchiai di olio ed una noce di burro e fate appassire a fiamma dolce;
Olio, burro e cipolle
 nel frattempo sbucciate le patate e tagliatele a cubetti e versatele in pentola quando le cipolle si sono appassite; alzate la fiamma e rosolate.
Patate
Intanto lavate per bene la lattuga o scarola con un bel cucchiaio di bicarbonato di sodio e senza tagliuzzarla ponetela a sgocciolare nel classico scola pasta. In un altro pentolino invece preparate circa 500 ml di brodo vegetale con dado in gelatina, vi servirà in un secondo momento.
Dopo circa 10/15 minuti le vostre patate si saranno rosolate per bene, quindi è il momento di aggiungere la verdura
Scarola
abbassate la fiamma ed incoperchiate. Lasciate cuocere per circa mezz'ora ossia il tempo necessario perchè la lattuga si ammorbidisca e lasci fuoriuscire la sua acqua;
Amido di mais
ora aggiungete una spruzzata di amido di mais e mescolate energicamente affinchè non si formino dei grumi; poi versate metà del brodo che avete precedentemente preparato ed amalgamate il tutto. Prendete il vostro minipimer, immergetelo nella pentola ed iniziate a frullare per creare la vostra crema


Crema vellutata
aggiungete il resto del brodo e mescolate nuovamente...aggiustate di sale se necessario e spegnete la fiamma, incoperchiate e lasciate il composto per qualche minuto ancora nella pentola.
Se ne avete voglia intanto potete preparare dei crostini di pane fritto da aggiungere eventualmente nella vellutata
Crostini di pane
Versate la vellutata nei piatti fondi e conditela con un filo di olio crudo ed un ramettino di rosmarino fresco
Vellutata
Servite e.....buon appetito! 

domenica 18 dicembre 2011

"TRIA" coi broccoli di cavolo

Lo so che da tempo stavate aspettando un'altra delle mie ricette salentine....purtroppo ho avuto un periodo abbastanza travagliato che ho trascurato un pò il mio blog. Ma oggi vi faccio vedere cosa ho preparato per il pranzo!!!!


Un altro piatto tipico delle tradizioni salentine è la cosiddetta "tria"....niente di complicato! Sono delle semplici tagliatelle fatte in casa sempre con farina di semola di grano duro ed acqua. Non mi direte che non avete ancora imparato a fare questo impasto???? Comunque il procedimento è il solito: disponete la farina a fontana sulla spianatoia ed aggiungetevi acqua quanto basta affinchè vi venga fuori una bella palla dura, liscia e ben amalgamata. Dividetela a panetti ed iniziate a stendere col matterello. Fatta la sfoglia, piegate a metà e tagliate le vostre tagliatelle...infarinatele e tenetele da parte.

Nel frattempo pulite e lavate i vostri broccoli di cavolo tenendo anche le foglioline più tenere e cuoceteli in abbondante acqua salata. In una padella a parte preparate un trito di cipollotti e soffriggete dolcemente con un pò d'olio extravergine d'oliva. Quando i vostri broccoli saranno quasi cotti toglieteli con la "schiumarola" e versateli nel soffritto aggiungendo anche un bel bicchiere di acqua di cottura....incoperchiate e portate a termine la cottua. In un altro pentolino invece fate scaldare un pò d'olio per fritture (io uso sempre il girasole) nel quale farete friggere una bella manciata di tagliatelle

fino ad ottenere queste

Ora è il momento di versare le tagliatelle, anche quelle fritte nell'acqua di cottura dei broccoli e quando sono cotte le farete risaltare in padella con le verdure
Spolverate con una bella manciata di pecorino sardo e portate in tavola.

Un piatto prezioso....ricco e tricolore ahahahahahah
Con lo stesso metodo si prepara anche la famosa "ciciri e tria"....ma questa ve la posterò un'altra volta!
Buon appetito
Lalla

lunedì 5 dicembre 2011

CREMA ALLE ROSE

Crema alle Rose
Ieri leggendo il blog della mia amica Khadi che parlava dell'acqua di rose fatta con gli ultimi petali di rosa d'autunno mi ha fatto venire un'ispirazione....
Dalla primavera ad oggi non ho fatto altro che cogliere fiori e piante per preparare i miei oleoliti, idrolati, oli essenziali, macerati glicerici e via dicendo e dopo aver letto l'articolo in SonoBio...a modo mio mi son ricordata di aver preparato oltre al distillato di rosa anche l'oleolito e la tintura con le rose di maggio e mi son chiesta perchè non preparare una crema per il viso a base di questi preziosi ingredienti?
Da sempre l'amatissima rosa è considerata l'amica per eccellenza della nostra pelle col suo delicato profumo che ti avvolge e ti coccola dandoti un senso di pulizia e di fresco. Non ho potuto fare a meno di apprestarmi a preparare la mia crema viso (considerando che avevo appena finito quella alla lavanda). Ora vi dico come l'ho preparata
CREMA ALLE ROSE
- 5 g di cera d'api vergine
- 5 g di burro di Karitè
- 20 g di oleolito di rose
- 10 g di olio di Argan
- 10 g di olio di Rosa Mosqueta
- 50 g di distillato (idrolato puro) di Rose
- 2 g di Vitamina E
- 5 gtt di o.e. di rose di maggio
- 10 gtt di o.e. di Benzoino
Ho pesato tutti gli ingredienti; in un bicchiere resistente ad alte temperature ho posto la cera,  il burro di Karitè e l'oleolito di rose ed ho messo a sciogliere a bagnomaria. In un bicchiere a parte ho pesato l'olio di Argan e quello di Rosa Mosqueta ed  ho atteso la completa diluizione delle cere.
Cera d'api, burro di Karitè ed oleolito di rose


Acqua e cere a bagnomaria
In un altro ciotolino ho versato l'idrolato di rose e l'ho posto a scaldarsi a bagnomaria per un paio di minuti.
A questo punto nella fase oleosa ci ho aggiunto gli altri oli che avevo tenuto da parte ed ho spento il fornello. Ho iniziato a mescolare con una mini frusta elettrica per amalgamare tutti gli oli e pian piano ho versato il distillato a filo....goccia a goccia finchè non ho visto che l'emulsione si omogeneizzava
Emulsione iniziale
quindi ho trasferito tutto il contenitore in un bagno di acqua freddissima ed ho continuato a mescolare con delle piccole pause di qualche minuto. Fra una pausa e l'altra raccoglievo la crema con una paletta e poi ricominciavo a frullare.....Fate conto che questa manovra l'ho ripetuta per almeno 4 volte! Alla fine ho ottenuto una crema soffice e ben emulsionata alla quale ci ho aggiunto la vitamina E e gli oli essenziali ed ho dato un'ultima frullatina.
Emulsione finale
Come potete notare la consistenza è meravigliosa senza parlare del profumo delizioso che emana e che purtroppo non potete sentire....
Ho travasato il composto in due flaconcini da 50 g l'uno
La mia crema alle rose
ho etichettato e chiuso i miei barattolini.
Stamani non vedevo l'ora di poterla utilizzare e mi son svegliata col pensiero ahahahahahahah
Allora la sensazione sulla pelle è bellissima....vellutata....compatta....asciutta e dolcemente profumata.....mi son precipitata al lavoro tutta contenta come se la mia crema si vedesse ahahahahahah
Provate a farla anche voi....è semplice...economica....creativa e....rilassante.....e poi ditemi cosa ve ne pare.

domenica 4 dicembre 2011

"SAGNE RICCE O 'NCANNULATE"

Di cosa sto parlando????? Ovviamente di pasta fatta in casa. Chiunque mi conosca sa benissimo che io non amo molto la pasta....o almeno quella comprata perchè mi da l'idea che sia plastificata; invece, quando ho proprio voglia di un bel piatto di pasta preferisco farmela in casa secondo tradizioni ormai antiche ahahahahahah Ovviamente uso la famosa farina di zia Lolaccia...farina di semola di grano duro macinata fresca da vecchi mulini in pietra.
Oggi ho preparato le "sagne ricce" o come le conoscono in altri paesi del Salento le "sagne 'ncannulate".
L'impasto è semplicissimo perchè, come per le orecchiette, si usa solo farina ed acqua.
Disponete la farina a fontana sulla spianatoia ed aggiungete poco per volta l'acqua, continuando ad impastare finchè non otterrete un composto abbastanza compatto e duro
Panetto iniziale impastato parzialmente
 Lavorate ancora per renderlo più levigato possibile...se avete difficoltà, potete dividere l'impasto in più panetti
Panetti divisi
in questo modo avrete delle porzioni che vi permetteranno di lavorare più facilmente. Quando avrete ottenuto una pasta piuttosto liscia stendetela col matterello a forma circolare; la sfoglia non deve essere sottilissima, ma deve essere spessa almeno un paio di millimetri
Sfoglia
a questo punto spolverate di farina e ripiegate su sè stessa la sfoglia come se doveste fare un calzone
Sfoglia ripiegata
Con un coltello ben affilato tagliate delle tagliatelle non troppo sottili e possibilmente tutte uguali ahahahah
Tagliatelle
Fin qui penso che nessuno di voi abbia grandi problemi....ma ora comincia il bello!
Prendete ogni tagliatella e adagiatela sulla spianatoia ben ripulita da residui di farina; con la mano sinistra tenete un capo, mentre con la destra iniziate ad attorcigliare la tagliatella su sè stessa con movimento delicato e senza pigiare sulla stessa
Sagna da attorcigliare
continuate ad arricciolare per tutta la lunghezza della tagliatella
Sagna attorcigliata
in pratica la tagliatella deve assumere questa forma....come una specie di boccolo ahahahahah
Dopo di che dovete piegare in due la vostra sagna riccia in questo modo
Sagna ripiegata
e adagiatela su un panno pulito dove, una accanto all'altra lascerete le vostre sagne ricce prima di esser cotte.
Sagne pronte
Eccole qui tutte in fila....non sono belle?????
A questo punto mettete sul fuoco un bel pentolone capiente con abbondante acqua salata e portate a bollore....versate pian piano le vostre sagne ed aspettate che siano cotte (non ci vuole tanto, ma dovete stare attenti perchè la pasta fatta in casa produce tanta schiuma.....e dopo la prima schiumata la cottura è vicina). Scolate e servite con abbondante sugo....Ovviamente lascio a voi la fantasia per il condimento!
Personalmente le adoro anche con semplice pomodoro, ma si prestano bene per esser accompagnate da intingoli corposi....sughi di carne, ragù ecc. e con una bella spruzzata di formaggio grattugiato!
Non mi resta che augurarvi buon appetito e se le fate anche voi fatemi sapere come vi son venute e come le avete condite.
Lalla

venerdì 2 dicembre 2011

LA MALVA SILVESTRIS

La cara e dolce Malva è una pianta che nasce ovunque, nei luoghi più comuni, ai margini delle strade di campagna, fra le macerie, nei prati, nei boschi ecc.
Il nome Malva deriva dal greco malakos e dal latino mollire che entrambe significano emolliente. Il nome dato alla pianta ne rileva la virtù più caratterizzante: emolliente, idratante, disarrossante, rinfrescante, lassativa, calmante e diuretica. La Malva possiede qualità curative tutt'altro che trascurabili.
Fiori di Malva Silvestris
Della Malva si utilizza praticamente tutto: radice, foglie e fiori; le radici si raccolgono in autunno/inverno e si essiccano al sole o in forno a calore moderato e si conservano in barattoli; le foglie si colgono in primavera prima della fioritura e si essiccano, previamente private del picciolo, in sottili strati all'ombra e si conservano in sacchetti di carta; i fiori si colgono dalla primavera all'autunno e si essiccano rapidamente all'ombra acquisendo un colore azzurrino e si conservano in barattoli.
Come erba medicamentosa è da tempo immemorabile impiegata per uso esterno nella cura delle infiammazioni della cute. La Malva contiene vitamine A, B, C, E e carotene; le sue foglie contengono 15-20% di mucillagine, idrolizzabile in acido galatturonico e in zucchero, flavonoidi, tiliroside, acidi fenolici, tannini. I fiori contengono tannino, glucosio, ossalato di calcio, antociani (malvina) e tracce di un olio etereo.
Foglie di Malva Silvestris
Chiunque si diletti a produrre da sè i propri cosmetici Naturali  non può certo farsi mancare questa pianta dalle molteplici virtù. Infatti, grazie alla sua azione emolliente, idratante e disarrossante, rende liscia e levigata la pelle più irritabile, rugosa e delicata che tende precocemente ad invecchiare. La Malva viene usata anche per lenire le irritazioni oculari. Con questa pianta si può allestire in casa un vero repertorio di prodotti naturali da tenere a portata di mano per ogni occorrenza: oleolito, tintura madre, macerato idroglicerico, foglie e fiori secchi con cui fare infusi e decotti.
Gli oli estratti di Malva sono utilizzati ampiamente in creme, gel, shampoo, lozioni, detergenti intimi, dentifrici, collutori, bagnoschiuma, creme per mani, prodotti solari e non per ultimo creme delicate per neonati.
Non vi nego che questa meraviglia della Natura è tra le mie preferite insieme alla Calendula e la Lavanda.

giovedì 1 dicembre 2011

GRAZIE

Non mi ero resa conto che il blog avesse raggiunto 10000 visite!!! Mi è venuto un colpo stasera quando ho letto il numero!!!! E' tutto merito vostro ed io non posso fare altro che dirvi GRAZIE!!!
Però per dimostrarvi la mia gratitudine, molto presto organizzerò una cosa simpatica per voi....lasciatemi solo il tempo di organizzarmi e poi vi farò sapere!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE e 10000 volte GRAZIE!

domenica 27 novembre 2011

FOCACCE ALLA PIZZAIOLA

Eccoci all'appuntamento domenicale.
Una stuzzicheria che sicuramente apprezzerete data la facilità della preparazione nonchè della "bontà" per il palato. Le focacce possono essere preparate in svariati modi, ma le mie preferite rimangono sempre quelle alla pizzaiola...forse perchè mi riportano lontano coi ricordi, quando con la mia famiglia si andava al mare molto presto la mattina ed intorno alle 9.30 vi era un ambulante che con la sua Fiat600 portava in giro le focacce appena sfornate da vendere ai bagnanti. Noi bambini facevamo le corse...uscendo dall'acqua in fretta e furia per non rimanere senza. Quel sapore, quell'odore e quella forma strana di queste focacce è impossibile da dimenticare.......In ogni caso quando ne ho voglia le preparo in casa e per tutti noi è una gran festa. Vediamo ora come procedere per preparare questo sfizio stuzzichevole.
FOCACCE ALLA PIZZAIOLA
- 700 g di farina di semola di grano duro (oppure farina per pane)
- 1 panetto di lievito di birra
- 400 ml di acqua
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1/2 cucchiaino di sale
- una bella manciata di olive
- 1 cucchiaio di capperi
- qualche pomodorino fresco (o polpa di pomodoro)
- 1 bella cipolla bianca
- 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
Anche per questo impasto utilizzo la macchina per il pane, mi risparmio così un sacco di tempo e di energia. In un pentolino scaldo 350 ml di acqua con un cucchiaino di zucchero e faccio raggiungere la temperatura di circa 37°. Spengo il fornello e ci sciolgo il panetto di lievito. Nel frattempo imposto il programma della macchina sul N° 8 dal menù e ci verso 300 g di farina con il mezzo cucchiaino di sale. Rimescolo col cucchiaio ed aggiungo l'acqua dove ho fatto sciogliere il lievito ed altri 300 g di farina. Faccio partire l'impastatrice.
impasto per prima lievitazione
 Nel frattempo peso il resto della farina e, cioè 100 g e lascio da parte; nel pentolino intanto ci verso 50 ml di acqua ed anche questo metto da parte.
In un'insalatiera preparo gli ingredienti per il composto: le olive, i capperi, i pomodorini e la cipolla affettata grossolanamente; aggiungo due cucchiai di olio, mescolo e tengo da parte.
ingredienti per pizzaiola
 Quando la macchina finisce il suo programma di impasto spengo e lascio lievitare sino a che l'impasto non raddoppia di volume (circa 2 ore).
primo impasto lievitato
  Trascorso questo tempo, senza togliere il cestello dalla macchina, verso il resto degli ingredienti e faccio ripartire l'impastatrice programmandola nuovamente sul tasto N° 8.
Appena finisce il programma, spengo e lascio lievitare nuovamente tutto il composto sino a farlo raddoppiare di volume (altre 2 ore circa).
Accendo il forno per preriscaldarlo a 220°C e nel frattempo preparo la teglia rivestendola con carta forno. Non appena l'impasto mi sembra pronto e lievitato estraggo il cestello dalla macchina, mi ungo bene le mani d'olio e con una sola mano prelevo l'impasto a porzioni versandolo grossolanamente sulla teglia: proseguo in questo modo sino a terminare del tutto il composto del cestello. Non vi preoccupate se la consistenza dell'impasto è morbidissima perchè è così che deve essere.
focacce su teglia
Spolverate di farina ed infornate! Il tempo di cottura varia da forno a forno, ma in linea di massima devono trascorrere appena 30 minuti; in ogni caso assicuratevi che non si bruciacchino (altrimenti abbassate la temperatura del forno); il loro aspetto finale dovrà essere dorato
focacce sfornate
e la farina che avete spolverato prima di infornare deve rimanere bianca. A questo punto sfornate ed adagiate le focacce su una griglia per far sì che si freddino. Appena possibile portate in tavola e servite al posto del comune pane.
Queste focacce si prestano benissimo anche per accompagnare aperitivi; basta avere l'accortezza di prendere meno impasto per dar loro una forma mignon.
Non mi resta che augurarvi buon appetito e se le fate fatemi sapere come vi son venute.
Lalla

sabato 26 novembre 2011

UNGUENTI E CREME

Un altro modo molto semplice di estrarre i principi attivi da una pianta è certamente la preparazione di unguenti e creme secondo il metodo di Galeno. Rimanendo sempre fedele a questa scuola non posso che elogiarne ogni tecnica! Avrete capito ormai da tempo che non sono solita pubblicizzare siti dai quali si possono acquistare materie prime per la cosmesi autoprodotta, in quanto gli elementi indispensabili per me, rimangono sempre la cera d'api, la lanolina e le acque floreali...insieme alle essenze! Ingredienti di facile reperibilità e, che da sempre, sono stati fondamentali per la preparazione dei cosmetici e rimedi casalinghi.
La differenza tra un unguento ed una crema, così detta cold cream, sta solo nel fatto che nel primo si usano solo oli e nella seconda vi è una piccola porzione di acqua.
Un unguento, veniva preparato facendo bollire la pianta o droga medicamentosa nel grasso animale, che poi con l'andar del tempo è stato sostituito dal burro, poi dalla cera d'api e poi dalla lanolina.
La pianta fresca bolliva insieme al grasso fino a che la sua acqua non evaporava del tutto; a quel punto si passava al filtraggio, che avveniva quando il composto era ancora caldo. Poi veniva riposto nei contenitori e, a raffreddamento raggiunto, lo si chiudeva ermeticamente e si conservava per l'occorrenza.
Unguento espettorante
Questo è un esempio di unguento....in particolare è l'unguento espettorante, tipo Vicks da spalmare sul petto o sotto al naso quando si soffre di un brutto raffreddore. Facendo bollire nella lanolina l'eucalipto, la menta piperita e la lavanda si ottiene un composto che già di per sè libera le vie nasali....ma con l'eventuale aggiunta di altri ingredienti, diventa un vero balsamo espettorante, dalla consistenza morbida e dal profumo inconfondibile.
La crema, o cold cream, differisce in quanto, come ho detto prima, vi è l'aggiunta di un'acqua floreale. Più o meno le proporzioni sono le seguenti:
2/5 ml di essenze
70 ml di oli vegetali
10/15 g di cera d'api (o 15/20 g di lanolina, oppure 5/10 g di burro di cacao)
20 ml di acqua floreale
In questo caso la consistenza cambia notevolmente
crema nutriente notte
La crema assume un colore molto più chiaro, anzi direi bianco, grazie all'emulsione tra cera ed acqua.
Meno grassa rispetto all'unguento, la cold cream si utilizza soprattutto come crema notte, oppure come crema protettiva di inverno, quando il clima diventa più rigido. La presenza di cera d'api la rende asciutta sulla pelle, rinfrescante grazie all'acqua e nutriente grazie agli oli.Forse questa preparazione è un pò più difficile per chi non ha dimestichezza, in quanto l'emulsione avviene attraverso un riscaldamento delle due fasi: acquosa ed oleosa! La temperatura ottimale per emulsionarle è sui 35/40°. Delicatamente bisogna aggiungere l'acqua a filo (come si fa per una maionese quando si aggiunge l'olio) nella soluzione oleosa, mescolando di continuo finchè l'impasto non si omogeneizza e si sbianca raggiungendo una consistenza cremosa. Al raffreddamento si aggiungono gli oli essenziali.
Da queste semplici basi si possono ricavare un'infinità di prodotti adatti alla nostra pelle e ai nostri piccoli acciacchi quotidiani. Basta conoscere le proprietà delle erbe e degli oli che si utilizzano per preparare questi prodotti made in home.
  

giovedì 24 novembre 2011

"SAPONI E DETERSIVI NATURALI" di LILIANA PAOLETTI

Il mondo del sapone autoprodotto mi ha sempre affascinata, ma avevo il terrore della soda caustica così come lo avevo per la pentola a pressione! Bene! per quest'ultima ho superato le mie paure quando ho scoperto che potevo distillarmi i miei oli essenziali e gli idrolati; con la soda caustica, invece, ho superato la paura grazie a Veggie, ossia La Regina del Sapone e, finalmente anche io ho iniziato a fare i miei primi saponi. In questo periodo però ero in ansia perchè sapevo che Veggie aveva appena pubblicato un libro che, ovviamente, non vedevo l'ora di averlo fra le mani. Il libro in questione è "Saponi e detersivi naturali"
ecco il libro in tutta la sua bellezza
Non vi dico che emozione ho provato quando ho iniziato a sfogliarlo. Dapprima l'ho letto tutto in un fiato, poi giorno per giorno lo sto "sorseggiando" apprendendo tutte le pratiche necessarie per creare ogni genere di sapone per la cura della casa e del mio bucato.
Ogni ricetta è descritta in maniera dettagliata e facilmente comprensibile poichè è corredata delle relative foto sequenziali. Ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, dalla descrizione delle materie prime alla funzione di ognuna di esse per la buona riuscita del prodotto finale: il sapone. Leggendolo, ho quasi l'impressione di sentire il profumo del bucato di una volta, quello che facevano le nostre nonne e addirittura mi ha fatto riaffiorare dei ricordi insoliti di quando ero bambina. C'era un ambulante che passava casa per casa a chiedere alle famiglie se avessero dell'olio usato da dare via ed, in cambio regalava dei piccoli oggetti utili per la casa. Un giorno chiesi a mia mamma a cosa servisse quell'olio e lei mi disse che serviva per fare il sapone. Da allora mi sono sempre chiesta come poteva essere trattato l'olio per produrre il sapone fatto in casa sino a che non sono incappata nel blog della Regina del Sapone e da quel momento mi si è aperto un mondo nuovo. Mi sono anche iscritta nel gruppo di Veggie dove tutti i giorni imparo cose nuove...ricette utili...consigli di ogni tipo.
Veggie è una persona molto disponibile, gentile e soprattutto umile e risponde sempre ad ogni quesito che le si pone senza essere presuntuosa e saccente o addirittura irritata dalle continue domande. Cosa che purtroppo ho riscontrato molto spesso tra i blogger più "esperti" di alcune materie....sono scostanti, presuntuosi ed arroganti tanto che si permettono talvolta di rispondere in maniera sgarbata ad una semplice domanda sol perchè per loro sembra banale o, addirittura delegano terze persone a rispondere a loro nome. Ma, come diceva il buon Totò, signori si nasce e sicuramente Veggie è una gran signora. Il  libro dimostra ampiamente le qualità di questa persona che ha messo a disposizione di tutti il suo sapere e lo ha fatto con passione, con naturalezza e con tanta voglia di condividere questo suo "folle" amore. Fatto sta che ogni pagina, ogni ricetta, ogni ingrediente trasmettono questo amore per l'ambiente, per la vita umana, animale e vegetale! In un mondo ormai senza scrupoli dove, solo per fare un esempio, un olio baby super commercializzato è composto da derivati del petrolio, questo libro prezioso ci apre gli occhi, ed io aggiungerei che col vero sapone ci lava via quei prosciutti che sino ad ora hanno offuscato la nostra vista! Insomma è sicuramente un libro che, insieme ai nostri ricettari, deve far parte della famiglia e visto che siamo vicini al Natale è un bellissimo regalo da fare ad amici e conoscenti. La spesa è davvero irrisoria se poi si considera il fatto che producendo i propri saponi si risparmia sia in soldi che soprattutto in salute!!! Regaliamo un mondo migliore ai nostri figli ed iniziamo con queste piccole azioni perchè miglioriamo l'ambiente, rispettiamo la salute della flora e della fauna che ce ne saranno grate regalandoci doni preziosi per la Nostra salute!!!!
Grazie Veggie per questo grande dono.
Con affetto e stima
Lalla

lunedì 21 novembre 2011

CREMA MANI AL LIMONE E MALVA

Si sa che l'inverno è micidiale sia per il nostro viso che per le nostre mani....praticamente le parti più esposte alle intemperie della stagione! Ci si ritrova sempre più spesso con le mani screpolate e ruvide oltre che intirizzite dal freddo per cui vediamo di ricorrere ai ripari! Non è bello stringere la mano quando ci si sente a disagio per avere una pelle da "coccodrillo". Una buona crema protettiva e idratante è l'unica soluzione che può porre fine a questo inconveniente. In commercio troviamo tanti prodotti, ma nel momento in cui leggiamo l'etichetta degli ingredienti ci viene automaticamente il rigetto poichè leggiamo: paraffina, vaselina, petrolatum....insomma il "grasso" principale è costituito da derivati, o meglio, da distillati del petrolio e sinceramente prima di spalmarmi del petrolio addosso preferisco sempre adottare il vecchio sistema della cera d'api e lanolina. Una crema di facile preparazione e alla portata di tutti può essere la seguente:
CREMA MANI AL LIMONE E MALVA
- 25 g di oleolito di limone (in olio di semi di girasole Bio)
- 25 g di oleolito di malva (fiori e foglie in olio di mandorle dolci)
- 2 g di cera d'api vergine
- 2 g di lanolina anidra
- 2 g di burro di Karitè
- 40 g/ml di idrolato di camomilla (o semplice acqua distillata)
- 4 g di glicerina vegetale
- 1 g di amido di riso
- 12 gtt di o.e. di limone
- 12 gtt di o.e. di benzoino
In un pentolino ampio per cottura a bagnomaria porre due ciotolini separati: in uno versare le cere ed il burro  e nell'altro versare l'acqua e la glicerina. Quando le cere si sono sciolte aggiungere gli oleoliti e mescolare per amalgamarli bene ed aspettare che le due soluzioni, acquosa ed oleosa raggiungano la stessa temperatura di circa 35°C. A questo punto spegnere la fiamma e versare goccia a goccia l'acqua negli oli mescolando con l'ausilio di un mini sbattitore o con una piccola frusta affinchè le due soluzioni si emulsionino. Questa fase è delicatissima!!! L'acqua va aggiunta a filo come si fa per la maionese quando si aggiunge l'olio!!!! Mescolate finchè non iniziate a vedere che la vostra emulsione si sta omogeneizzando e sbiancando. A questo punto porre il vostro ciotolino in un bagno di acqua fredda (praticamente cambiate l'acqua del pentolino iniziale e sostituitela con acqua freddissima) e questo vi servirà per accelerare il processo di raffreddamento. Continuate a mescolare per qualche minuto e lasciate riposare. Nel frattempo dosate l'amido di riso nel quale andrete a mettere gli oli essenziali; con un piccolo cucchiaino mescolate bene ed aggiungete questo piccolo composto alla vostra emulsione che intanto si è intiepidita. Riprendete a mescolare per amalgamare bene gli ultimi ingredienti aggiunti e lasciate nuovamente riposare. Passato qualche minuto date l'ultima frullata al composto che dovrebbe essere ormai quasi raddensato. Versate in un contenitore da crema (magari riciclato, lavato e sterilizzato) ed aspettate che sia del tutto freddo prima di chiuderlo ermeticamente. Etichettate e ponete la vostra crema nel solito armadietto dei cosmetici giornalieri. La sua conservazione dovrebbe bastare per tre mesi grazie al benzoino (ma se non vi fidate di tale ingrediente potete aggiungere un conservante che più vi aggrada).
crema mani quasi del tutto solidificata
Il limone dalla sua azione contro i geloni; la malva dai poteri lenitivi e addolcenti grazie alle mucillagini contenute nelle sue foglie; la camomilla dalle proprietà analgesiche unite alle proprietà protettive e idratanti delle cere e degli oli fanno di questa crema un vero toccasana per la pelle delle mani irritate dal freddo.
Come vi dicevo è di facile preparazione e gli ingredienti non sono difficili da trovare. Gli oleoliti potete prepararli da soli e se vi serve qualche consiglio potete provare a leggere qui oppure per approfondire qui. Chiunque può dilettarsi in questa piccola avventura nel creare la sua personale crema mani.

domenica 20 novembre 2011

LE "PITTULE" SALENTINE

Le "Pittule" non sono altro che frittelle salate di pasta lievitata e nel Salento si usano in particolar modo sotto il periodo natalizio, ma ormai da anni vengono anche offerte per accompagnare ottimi aperitivi che preparano i migliori Bar. Possono essere semplici oppure impastate con cavoli, rape, cavolfiore e pizzaiola...in ogni caso sono davvero una leccornia e chi, come me, vive fuori dalla Puglia ne sente la mancanza.
Non sono difficili da preparare, anzi!!! Vista la semplicità di questa tradizionale ricetta vi suggerisco di provare a realizzarla.
Vediamo di cosa abbiamo bisogno:
PITTULE
- 750 g di farina 0 (quella per pane e pizze, anche se in realtà ci sarebbe bisogno della farina di semola di grano duro)
- 450/500 ml di acqua
- 1 bustina di lievito secco per pane e pizze
- 2 cucchiaini di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
- olio d'oliva q.b.
Per fare questo semplice impasto io utilizzo la macchina per fare il pane e la programmo solo sull'impasto(ma si può usare un semplice sbattitore elettrico con le fruste adatte per impasti per pane). Scaldo leggermente l'acqua affinchè raggiunga una temperatura di circa 37° C, nel frattempo doso la farina ed aggiungo lo zucchero, il sale che nascondo in un angolino ed il lievito secco. Nella macchina verso metà acqua, poi verso la farina e poi l'altra acqua...avvio il tasto START e lascio fare tutto alla meccanica. Quando termina il programma di impasto spengo e lascio il cestello all'interno della macchina a far lievitare il tutto per circa tre ore.
Impasto lievitato
L'impasto deve risultare piuttosto fluido ed omogeneo; col cucchiaio provate a prelevarne un pò e da questo deve colare il composto come fosse una colla...non so se mi sono spiegata bene.
Passate le tre ore, mettete sul fuoco una pentola dai bordi alti con all'interno abbondante olio d'oliva e portate a scaldare. Quando l'olio è pronto (basta fare una prova buttandoci dentro un pezzettino di pane....se frigge e viene a galla subito, l'olio è pronto, altrimenti aspettate ancora un pò) bagnateci dentro un cucchiaio col quale andrete poi a prendere il vostro impasto per versarlo nella pentola con l'olio

pittule in olio bollente
lasciate friggere da entrambi i lati rigirandole delicatamente e poi versate in una insalatiera ricoperta con fogli assorbenti
pittule fritte
ed ecco pronte le vostre Pittule semplici. Ma volendo fare per esempio quelle alla pizzaiola, lasciate sul fondo del cestello della macchina del pane un pò di impasto al quale andrete ad aggiungere una manciata di olive, un cucchiaio di capperi, un cucchiaio di peperoncino sott'olio, qualche acciuga previamente mescolate in una insalatiera a parte
preparato per pizzaiola
Questo composto può essere sostituito a piacere...cioè da cavoli, rape, cavolfiori ecc.; l'importante è aggiungere questi ingredienti nella parte finale dell'impasto "liscio"
impasto con pizzaiola
Quando tutte le vostre Pittule saranno pronte, portate in tavola ancora calde e servitele accompagnate da un buon bicchiere di vino....Sono allegre ed uniscono i gusti di grandi e bambini, perciò quando ci sono le Pittule a tavola c'è sempre una gran festa.
Buon appetito e.....se le fate fatemi sapere come vi son venute
Lalla

sabato 19 novembre 2011

LATTE DI ARGANIA

Dal Marocco mio marito mi ha portato svariati ingredienti da utilizzare nei miei cosmetici naturali, tra cui le mandorle di Argania dalla cui spremitura a freddo si ottiene l'ormai famoso olio di Argan.
Tutti conosciamo le notevoli proprietà idratanti e cicatrizzanti di questo prezioso olio, usato anche per rendere i capelli lucidi e morbidi. E' particolarmente indicato per la secchezza cutanea, per l'eccessiva sensibilità della pelle agli ambienti esterni nonchè per la sua azione anti-age.
L'olio contiene tra il 33-38% di acido alfa-linoleico (omega 6) e una notevole concentrazione di antiossidanti naturali (tocoferolo o vitamina E, carotenoidi o vitamina A, fitosteroli).
Le popolazioni berbere del Marocco utilizzano l'olio ottenuto dalle mandorle torrefatte come alimento ricostituente.
Non avendo un frantoio artigianale per ottenere l'olio dalle mandorle, ho pensato di sgusciarle ed utilizzarle come ingrediente per preparare un semplice latte detergente.
Ora vi dico cosa ho fatto:
LATTE DI ARGANIA
- 15/20 mandorle di Argania
- 3 cucchiai di distillato di rose
- 2 cucchiai di olio di Argan
- 8 gocce di o.e. di benzoino (o resinoide di benzoino)

Ho sgusciato le mandorle con l'aiuto di uno schiaccia noci in quanto i gusci sono veramente duri.

Ho posto le mandorle in un contenitore e ci ho aggiunto il distillato di rose


e subito l'olio di Argan

col minipimer ho iniziato a frullare il composto finchè non è diventato tutto bianco e le mandorle ridotte in poltiglia. A questo punto ho filtrato il liquido ed ho aggiunto l'olio essenziale di benzoino; ho dato un'ultima frullata ed ho travasato il tutto in una piccola bottiglia di vetro.
L'emulsione così ottenuta la applico sul viso con un, dischetto di cotone, come latte detergente. L'effetto sulla pelle è vellutante, delicato e rassodante in quanto ho l'impressione di aver migliorato anche il tono della mia pelle. Non brucia gli occhi e quei residui minuscoli di mandorle polverizzate, che rimangono nel composto, esfoliano delicatamente; quindi con un solo gesto ho la possibilità di detergere a fondo e di esfoliare il mio viso. Una preparazione semplice dove, secondo me, le mandorle di Argania possono essere sostituite tranquillamente dalle nostre comunissime mandorle dolci.
Comunque questo è il risultato finale

Contenendo acqua, questo detergente necessita di qualche goccia di conservante (generalmente io uso sempre l'olio essenziale di benzoino, ma chi non lo avesse può fare affidamento ad altri conservanti che sono in vendita presso i siti specializzati in materie prime).

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